La formazione e la ricerca e sviluppo sono, o quantomeno dovrebbero essere, i pilastri di un’azienda che intenda mirare allo sviluppo sul medio lungo termine.

Le aziende italiane si stanno muovendo in questa ottica, sopratutto negli ultimi anni, ma non ancora abbastanza, purtroppo in media la capacità di investimento risulta ancora troppo bassa.

Da un recente studio realizzato proprio su questa tematica da Adecco e dall’Istituo Iard, vediamo che una bassa percentuale delle aziende interpellate (circa il 26%) ha realizzato corsi di formazione negli ultimi 12 mesi, di queste poi circa il 70% ha investito solo il 5% del fatturato. Questi numeri sono bassi, e dimostrano una problematica forte a livello italiano sulla tematica della formazione, aziende che non formano i propri dipendenti sono aziende che rischiano in un futuro anche troppo prossimo di restare indietro rispetto ai competitor stranieri.

La problematica principale che le aziende riferiscono è, però, la poca formazione esterna della forza lavoro, i neo laureati ad esempio risultano quasi inidonei al lavoro, una volta terminata l’Univarsità, per non parlare dei diplomati.

La via maestra da percorre è quella di un mix di formazione esterna (cosiddetta pubblica) e formazione interna alle aziende. Ingenti investimenti devono necessariamente essere fatti se si vuole un’Italia competitiva a livello europeo e mondiale, altrimenti si rischia di essere surclassati dai paesi dell’Est Europa e dell’Asia che sotto questo profilo risultano essere molto combattivi e preparati.

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