In questi giorni si prepara il decreto sicurezza che prevede una stretta sull’immigrazione.

Salgono sempre più insistenti le lamentele dei cittadini offesi dalla presenza di persone che, senza né arte né parte, possono permettersi il lusso, (perché di questo si tratta), di farsi i propri comodi contando sull’italico buonismo.

Detto questo, oggi ritengo si stia rischiando di legiferare in senso demagogico solo per il gusto di far vedere quanto il nuovo Governo sia fermo e credibile sull’argomento dimenticando, fra le altre cose, che siamo parte dell’Europa, comprese le sue regole.

Il presupposto dal quale partire è che il flusso di immigrati dai paesi poveri è e sarà sempre più inarrestabile per tanti motivi: non si può impedire a chi soffre la fame di cercare luoghi in cui migliorare il proprio tenore di vita, (noi italiani lo abbiamo fatto fino a quarant’anni fa…), i cambiamenti climatici stanno riducendo alla fame, grazie alla desertificazione, popolazioni che fino a non molti anni fa, riuscivano a sopravvivere con la pastorizia e l’agricoltura e questi, volendo sopravvivere, cercheranno rifugio in occidente e, come ultimo esempio, non si possono tacere i finanziamenti dati a pioggia all’agricoltura occidentale atti ad impoverire sempre più i coltivatori dei paesi del terzo mondo.

Detto questo ritengo che le frontiere non si possano chiudere, sarebbe un errore madornale, e non si può neanche pretendere, come si vuole oggi, che chi giunge in Italia abbia gia un lavoro; in questo modo si impedisce a molti irregolari, magari partiti con ottimi propositi, di dimostrare quanto valgono arrivando a diventare contribuenti regolari.

Se non erro, degli irregolari che arrivano con i barconi sulle nostre coste: in molti casi gli analfabeti ed i delinquenti restano in Italia mentre chi ha un titolo di studio e nutre qualche ambizione, prosegue il viaggio verso il nord Europa.

Vogliamo privarci di queste persone? La soluzione migliore potrebbe essere il contingentare gli arrivi praticando una realistica politica di controllo delle coste e costringendo chi viene al rispetto delle Leggi italiane, (a questo punto si apre il problema giustizia di cui è meglio parlare in altro luogo), facendo in modo che, dopo un certo periodo di tempo, l’immigrato debba dimostrare di avere un reddito che gli permetta di vivere decentemente, pena l’allontanamento forzato dal Paese.

Cinismo? Può essere, ma se vogliamo che il razzismo montante, non cresca a dismisura provocando guasti, dobbiamo fare in modo di salvaguardare i cittadini residenti non permettendo a chiunque di stare sul territorio solo perché l’Italia ha fama di impunità e, nello stesso tempo, non possiamo privarci dell’arrivo di forze fresche che possano aiutare la stantia economia italiana a tornare a crescere: non solo con la bassa manovalanza, ma anche accogliendo chi ha idee e voglia di mettersi in gioco.

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