Come la cronaca finanziaria  degli ultimi giorni ha ampiamente dimostrato, le parole di François Hollande, il leader socialista francese che al primo turno della corsa per l’Eliseo ha distanziato il rivale Sarkozy, non rimangono prive di conseguenze.

Sebbene sia ancora solo un candidato alla Presidenza dello Stato, infatti, i suoi discorsi hanno effetti precisi sui mercati finanziari, poiché molti – in controtendenza rispetto a quelli del Presidente uscente – sono possibili latori di modifiche agli equilibri del continente.

Hollande, ad esempio, ha già fatto sapere di vedere di buon occhio gli eurobond tanto vituperati dall’establishment tedesco, facente capo alla cancelliera Angela Merkel, che vorrebbe continuare a  puntare sull’accordo del patto di bilancio (il celebre fiscal compact), originato dal lavoro congiunto di Sarkozy e la stessa Merkel.

«Qualora venissi eletto all’Eliseo – fa sapere Hollande ad una conferenza stampa – manderò immediatamente a tutti i premier e capi di Stato dell’Unione un memorandum che sottolinei la necessità di rilanciare la crescita nel continente ».

Il leader socialista ha dichiarato che il documento verterà su quattro punti fondamentali, ovvero il battesimo dell’Eurobond, il potenziamento della Banca Europea per gli Investimenti (Bei), una tobin tax con gli Stati che vorranno attuarla e un impiego ottimizzato dei fondi strutturali residui.

Il probabile nuovo inquilino dell’Eliseo ha altresì dichiarato che «senza crescita l’Europa non sarà in grado di far fronte alla crisi». Per questa ragione, quindi, «anche il presidente della Bce, Mario Draghi, ha dichiarato che gli accordi del fiscal compact devono essere completati e integrati da un patto di crescita».

«Il presidente Draghi è molto utile per rilanciare la crescita in Europa», ha concluso infine Hollande, a detta del quale le parole di Draghi ribadiscono che il suo impegno verso la ridiscussione del patto di bilancio è giusto.

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