La riforma del lavoro, tanto dibattuta e da mesi oggetto di aspre polemiche fra i sindacati e il ministro del Welfare Fornero, può diventare realtà entro il 28 giugno: sia le massime cariche del Pd che quelle del Pdl si sono pronunciate favorevolmente nei confronti dell’approvazione rapida del disegno. Il Pd, dalla sua assemblea di gruppo, fa sapere di aspettarsi una risoluzione del problema inerente al numero degli “esodati” (ce ne sarebbero 55mila in più delle stime, ha fatto sapere Fornero ieri). Risolto questo punto d’attrito, il governo Monti potrebbe anche ricorrere alla fiducia parlamentare per approvare la riforma voluta dall’Europa in tempi brevi.

A pronunciarsi con favore sull’iter a tappe forzate è anche l’ex premier Berlusconi, che ribadisce che il Pdl darà il suo “leale sostegno” all’esecutivo di Monti, affinché quest’ultimo sia in grado di presentare il disegno al Consiglio UE del 28 giugno. Berlusconi anticipa una serie di riunioni in seno al suo partito per velocizzare l’approvazione della riforma del mercato del lavoro, ammettendo anche gli sforzi dei tecnici nel revisionare il decreto sullo sviluppo.

Ovviamente, anche Mario Monti è tornato sull’argomento, spiegando come il ddl sia l’attuale priorità del suo governo. Una nota proveniente da palazzo Chigi specifica che l’esecutivo ha chiesto alle Camere di  rendere più snello il processo di esame del disegno di legge, in modo che – come accennato – possa essere reso norma effettiva entro il 27 giugno.

La nota si sofferma anche sulle questioni più spinose del momento, dichiarando che i tecnici faranno il possibile per risolvere in maniera rapida le problematiche evidenziate dai partiti, dalla situazione degli esodati ai cosiddetti ammortizzatori sociali. L’esecutivo – chiude il documento ufficiale del governo – lavora su questi temi tenendo conto di importanti consigli dei gruppi del Parlamento.

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