La sezione fallimentare del Tribunale di Milano ieri ha decretato il fallimento di Sinergia e Imco Spa, le due società holding del gruppo Salvatore Ligresti che controllano Premafin e Fonsai, avallando di fatto le richieste della Procura della Repubblica. Secondo gli investigatori, il debito delle due società verso le banche sarebbe di 400 milioni di euro.

Il tribunale – composto da Lamanna, Fontana e D’Aquino – ha accolto la volontà del pm Orsi, che a sua volta cura un filone d’indagine in cui patron Ligresti è indagato per aggiotaggio (in favore di Premafin) e ostacolo agli organi di vigilanza.

Nella giornata del 13 giugno le due società avevano fatto richiesta di due settimane in cui procedere alla presentazione di un piano di salvataggio, ma lo stratagemma non è servito. Oltre a questo, Orsi si era mostrato diffidente circa alcuni movimenti sospetti, a suo parere tuttora in atto all’interno delle due holding.

Nel verbale i giudici sottolineano come gli istituti bancari creditori non abbiano voluto esporsi al finanziamento diretto del patto di riorganizzazione del debito di Imco Spa, la società holding fallita con Sinergia Spa. Peraltro, stando al provvedimento, nessun accordo era stato raggiunto tra il gruppo Ligresti e le banche che avrebbero dovuto procedere allo spianamento del debito.

Ma ci sono altri motivi che hanno portato i giudici a non concedere un rinvio dell’udienza di quattordici giorni: esso avrebbe potuto comportare seri rischi di contaminazione e influenza delle quote di mercato delle partecipazioni del gruppo; in altre parole, in quelle due settimane avrebbe potuto consumarsi un aggiotaggio anche diretto a società quotate sui listini della Borsa.

Il pm Orsi, in questo modo, ha aggiunto ai capi d’accusa a carico di Salvatore Ligresti (aggiotaggio e ostacolo agli organi addetti alla vigilanza, si era detto) un altro punto: il reato di bancarotta.

Continua la tua lettura