crisiSiamo nel 2013 e questo significa che sono quattro anni che l’Italia è in crisi. Non ci sono più isole felici, tutta l’Italia, dal Nord al Sud, si fa fatica a tirare avanti, la disoccupazione giovanile ha toccato livelli preoccupanti, la continua la cassa integazione, i licenziamenti sono diventati una prassi comune. Le aziende piccole non vengono supportate come dovrebbero, dallo stato, ormai le banche sono restie nel erogare mutui e prestiti e questo fa si che il 60% dei piccoli imprenditori dichiarino fallimento. La politica doveva fare la sua parte, cercando di risollevare l’economia nostrana con delle riforme, finanziamenti, leggi, invece si è più parlato del bunga-bunga di Berlusconi, delle elezioni, poi si è arrivati al governo Monti che doveva allontanare la crisi, invece ha dovuto aumentare le tasse. Adesso nel 2013 il peso fiscale supera il 45%, il che è insostenibile per tutti i contribuenti italiani e di contro i redditi non aumentano, con la conseguente perdita del potere di acquisto generando di fatto un crollo dei consumi. Risparmiare è praticamente impossibile se non si ha un buon stipendio.
In questo scenario negativo le prospettive per il 2013 non sono incoraggianti, le politiche di austerità intraprese dal Governo hanno ridotto all’osso la domanda interna favorendo processi di delocalizzazione e chiusura delle strutture produttive ed industriali. Burocrazia, torchia fiscale e credit crunch sono un mix cancerogeno che sta distruggendo a ritmi impressionati il tessuto delle pmi del territorio e sfavorisce la creazione di nuove realtà imprenditoriali. Purtroppo l’inadeguatezza dei nostri politici dovuta dalla  pochezza di idee e dalla volontà di risolvere la crisi. la disoccupazione giovanile è in continuo aumento, per loro il futuro non esiste, attualmente manca una soluzione salvifica del problema, ma dovrebbe essere la priorità della  classe politica, senza lavoro, non c’è dignità e non c’è cittadinanza, il risultato sarà! l’emarginazione di una generazione con effetti tragici incalcolabili.
Attualmente la classe politica è più occupata nel garantirsi il posto in qualsiasi ente pubblico, e quindi avere uno stipendio sicuro abbinato ad una pensione di alto livello dopo pochi anni di “lavoro”. Bisognerebbe svecchiare la politica, cercare di risolvere i problemi dell’Italia, cercare di assumersi le proprie responsabilità per favorire la ripresa, il ritorno del benessere economico dovrà essere accompagnato anche da una crescita interiore, che favorirà comportamenti virtuosi tesi alla collaborazione nei campi della politica, dell’economica e della società civile. La forza della partecipazione e la volontà di risolvere i problemi, aiuteranno la ripresa, come il passato ci ricorda, arriverà sicuramente.

Continua la tua lettura