Da parecchi anni, da più parti si denuncia l’aumento per le spese dell’alta velocità avvenuto dal ’92 ad oggi, (vedi qui, e qui: per esempio

Pare, direi è accertato visto che tutte le fonti concordano, che il costo è triplicato negli anni e siccome si parla di miliardi di €, mi chiedo come mai, a tutt’oggi, nulla sia successo.

Facendo un’analisi casereccia mi pare che il debito pubblico italiano sia enorme, le famiglie, (così almeno denunciano da un quinquennio destra e sinistra), sono in seria difficoltà, l’economia sta entrando in recessione e, per concludere e riferendosi alla nuova edizione de: “La Casta” di Stella e Rizzo, i nostri politici continuano a spendere e spandere.

Entro la fine di quest’anno, dopo dieci anni di lavori, verrà inaugurata la tratta Milano Bologna e, con un risparmio di un’oretta, si potrà arrivare fino a Roma andando a 250 km orari.

Senza entrare nel merito della discussione sull’utilità o meno dell’alta velocità, (per approfondire vedi qui) ciò che sconcerta è la mancanza di indignazione per lo sperpero pubblico dei nostri soldi dimostrato a più riprese da giornalisti che sanno fare il loro lavoro.

Nonostante tutti sappiano che la nostra alta velocità sia costata un’enormità in più rispetto a qualsiasi altro paese europeo, non si è creato nessun comitato contro chi ha rubato, (di questo si tratta), i nostri soldi.

Non è stata creata nessuna commissione d’inchiesta sui costi dell’alta velocità, nessuno fra i tribunali che hanno perseguito penalmente Corona e veline varie, ha avuto l’obbligo di guardare dentro quel calderone…

Nessuno si è incatenato davanti a Palazzo Chigi, insomma: tutti sappiamo che ci stanno rubando soldi ma pare non ce ne possa fregare di meno.

Perché avviene questo? Come mai tanta indifferenza davanti ad uno sperpero di dimensioni bibliche?

Lascio aperta la domanda avendo solo una cosa da dire: difficilmente ci si può lamentare se le cose vanno in un certo modo se, quando vengo fatte denunce circostanziate da parte dei media, il cittadino medio se ne frega.

 

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