Ieri la Ragioneria della Repubblica, l’organo statale facente capo al Ministero dell’Economia che controlla il bilancio pubblico, ha diffuso un dato allarmante: se il DEF (Documento Economia e Finanza) pubblicato dal governo appena due mesi fa aveva stabilito un totale di entrate, la realtà dei fatti dimostra che si trattava di una cifra ottimistica. Insomma, si sono raccolti meno soldi del previsto.

E il gap, stando ai dati diffusi dall’ente garante dei conti pubblici, sarebbe di ben 3,4 miliardi solo per quanto riguarda il primo quadrimestre del 2012. La differenza dalle previsioni ufficiali del governo si attesta quindi su una percentuale del -2,9%. Ma com’è possibile tutto ciò? A pesare è stato innanzitutto il bilancio statale, che ha fatto registrare 3,1 miliardi meno del previsto, e l’abbattimento dei ricavi provenienti dall’IVA, dovuto ad un sostanziale calo di domanda.

Oggi, tuttavia, il Ministero dell´Economia è tornato sull’argomento, precisando che il dato della Ragioneria è puramente indicativo, in quanto tratta di andamenti correnti e  non ha i requisiti per assurgere ad indicatore di sviluppi futuri. Il discorso, insomma, si sposta a fine anno, poiché, secondo il governo, nei prossimi mesi gli effetti delle politiche dell’esecutivo saranno più concreti. Ad esempio, i dati dell’Imu potrebbero, in tal senso, pesare maggiormente sul consuntivo del 2012.

L’errore di valutazione, tuttavia, non è il primo dall’insediamento dell’esecutivo tecnico. All’interno del celebre decreto “Salva-Italia”, infatti,  si era dato per scontato che il calo del PIL del 2012 sarebbe stato dello 0,4%, un dato che fece storcere il naso a qualche analista. I fatti, come sappiamo, sottolinearono che il dato del governo Monti era stato troppo ottimista: gli organi comunitari hanno infatti calcolato una flessione dell’1,4% per l’anno attuale, mentre l’Istat  addirittura dell’1,5%. La differenza di un punto, trattando del bilancio di uno Stato, non è proprio marginale: si parla di poco meno di 15 miliardi di euro.

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