Finalmente ci siamo: qualcuno ha pensato a prendere ai ricchi per donare ai poveri.photo by veneziando.it

Dopo la tragicommedia di rifondazione comunista e dei suoi manifesti: “Anche i ricchi piangano”, il nuovo al governo ci ha donato la “Robin Hood tax”

Il principio sarebbe, se non erro: tolgo un po’ di soldi a chi ne guadagna tantissimi “vendendo” prodotti per i quali non si scappa, non se ne può fare a meno.

Oggi sul Sole 24 ore, si fa una prima stima e pare che solo 300 milioni andranno ai meno abbietti mentre il resto verrà trattenuto dall’erario. Oltretutto si corre il rischio, per non dire la certezza, che le perdite di ricavi dovute all’aumento dell’Ires, andranno a ricadere sui prezzi dei carburanti e dell’elettricità che non mi sembrano, attualmente, a buon mercato.

Detto tutto questo, un aspetto di questa manovra salta all’occhio: il tradimento del tanto richiamato, invocato e purtroppo vituperato liberalismo, (se non ricordo male il partito di riferimento si chiama Popolo delle Libertà) ed un grande populismo.

Se ci si tiene tanto a che le persone possano veder diminuire almeno un po’ i prezzi dell’energia, perché invece di ricorrere a sistemi pubblicitari ma inutili, non si comincia a fare un po’ di concorrenza reale?

Qualcuno a dato un’occhiata alle offerte per le famiglie sul “libero” mercato dell’energia? Tutte praticamente uguali, le differenze sono dell’ordine di 0,1 centesimo di € e, se prendete in mano, per esempio, il contratto dell’ENEL, venite informati che, riguardo l’erogazione di energia elettrica, risparmierete circa: dall’euro ai 5 euro all’anno….

Qui sta il problema, non certo nell’aumentare le tasse a chi guadagna molto solo per far vedere che si vuole bene al popolo, (bue, magari)

Purtroppo, in Italia, con la scusa del popolo sovrano, si cerca di fare le cose che possono compiacere e non quelle che realmente possono essere utili: lo dimostra l’ultimo richiamo della Corte dei Conti riguardo al “bonus” di 70 miliardi, (avete capito bene: miliardi) di € generato dall’adesione all’euro che sono spariti nelle pieghe dei bilanci pubblici negli ultimi dieci anni, (Governi di centro sinistra e di centro destra, se non sbaglio).

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