Quello che un tempo era un idillio ormai sembra un lontano ricordo: il supporto riservato al premier Mario Monti dalla stampa internazionale (a incominciare da quella britannica) sembra essere giunto al capolinea. Addirittura il Times – storico quotidiano londinese – è passato dalle lodi all’esecutivo dei tecnici a frasi taglienti quali “Sono meglio le elezioni anticipate, rispetto all’impotenza”. Un articolo apparso oggi, infatti, critica fortemente la cautela con cui sta agendo il governo, che potrebbe – a parere del giornale – preparare il terreno per le propagande populiste ed antieuropee dei partiti tradizionali.

Il Times auspica quindi che Monti si lasci alle spalle questo momento di stasi, che non giova né all’eurozona né, tantomeno, all’Italia stessa. Il premier, nell’articolo firmato da Bill Emmott, è invitato a sfidare i partiti italiani senza paura. Anche perché – si legge – altrimenti rischierebbe di trovarsi aggrappato a dei supplementari che poi si tramuterebbero in un’amara sconfitta ai rigori (le metafore calcistiche, come si nota, sono assolutamente le più gettonate).

L’autore dell’articolo è persuaso del fatto che la maggioranza che supporta Monti sta aspettando il momento più propizio per farlo cadere, e sostiene che lo stratagemma delle elezioni anticipate servirebbe, se non altro, a fare un po’ di chiarezza nell’agone politico italiano. Il Times indica anche l’importanza di alcuni volti nuovi della politica italiana, su tutti Matteo Renzi, il giovane sindaco del Pd di Firenze, e l’attuale “superministro” Corrado Passera, ex banchiere.

C’è tuttavia un elemento dell’analisi del giornale che appare chiaro: l’importanza dell’Italia sullo scacchiere internazionale è a questo punto di prim’ordine. Dopo aver discusso i casi di Grecia e Spagna, l’orizzonte dell’euro ora dipende in larga parte dal nostro paese, il punto focale su cui si concentrano le preoccupazioni degli analisti della crisi del debito europeo. Se l’Italia riuscirà a resistere ad attacchi speculativi che appaiono sempre più probabili – garantendo stabilità economica all’intera area euro – dipenderà in larga parte anche dal premier Mario Monti.

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