Ieri c’è stato il discorso del presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush, nelle quale ha cercato di spiegare che il piano per salvare gli USA dalla recessione economica non riguarda principalmente le grosse aziende, ma anche i piccoli risparmiatori, si capisce che gli americani sono in una situazione molto difficile e che ci vorrà molto tempo per uscirne.
Questo piano di salvataggio consiste di acquistare 700 miliardi di dollari di attivi ollateralizzati, non solo da mutui in modo da ammortizzare questo “terremoto” finanziario, ma che presenta molte incognite in quanto questo piano di tale entità non è ben chiaro come viene spalmato e sicuramente ci saranno parecchi ostacoli da parte delle banche che pur di salvare il salvabile cercheranno di mettere i bastoni tra le ruote.
In ogni modo il crack finanziario è troppo esteso per poter essere risolto in tempi brevi e ci vorranno ancora altri miliardi di dollari per sanare le ferite causate dalla speculazione dei mutui subprime, il rischio è che la maggior parte della capitalizzazione americana venga venduta in mani estere, in particolare modo a quelle del Giappone e della Cina che economicamente sono messi molto meglio.
Insomma se questo piano di salvataggio andrà in malora, di conseguenza anche l’Europa andrà peggio e si preannuncerà uno scenario, a dir poco, catastrofico delle dimensioni di una bomba atomica, e l’unico colpevole è George W. Bush che con le sue politiche ha mandato in malora gli americani, l’unica consolazione è che non verrà rieletto, spero solo che, a questo punto, venga eletto Obama invece di Mc Cain in quanto, quest’ultimo tenderebbe a seguire le orme di Bush il che significhebbe la fine.
In un drammatico discorso alla Nazione che ha pronunciato ieri notte dalla Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha descritto un quadro economico catastrofico per il Paese se il pacchetto di salvataggio da 700 miliardi di dollari non sara’ approvato al piu’ presto dal Congresso. Il discorso aveva un obiettivo preciso. Convincere milioni di americani lontani dalle grandi metropoli, che guardano con sospetto Washington e i politici, che il piano di aiuti per il sistema finanziario in discussione al Congresso non e’ stato ideato per salvare ricchi banchieri e Wall Street, ma l’economia del Paese
Via ilsole24ore
Tutti sanno che la differenza tra il Nord e il Sud è molto rilevante sutto tutti gli aspetti, ma la notizia più eclatante è che l’europa ha messo a disposizione per il Sud Italia ben 6 miliardi e 800 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre di quest’anno, sono così tanti soldi che potrebbero sistemare il loro patrimonio artistico e culturale, fare nuove scuole, creare nuovi posti di lavoro e tanto altro.
Evidentemente i politici del Sud hanno così tanti soldi che non sanno cosa farne che preferiscono rifiutare questi fondi europei e nessuno dice niente e si lamentano anche!
Ma la preoccupazione è che dopo questa osservazione lanciata dai giornali, questi politici nostrani possano spendere a man bassa per cose che non servono a nulla, per opere che non verranno mai finite, per ingrassare i portafogli altrui per consulenza d’oro, con il risultato finale che tutto resterà come prima.
Capisco che sotto sotto ci sia la mafia, la camorra, gli interessi personali, ma potrebbero spendere una piccola parte per creare più tarmovalorizzatori, più energie rinnovabili, più asili nido, insomma delle opere per permettano una migliore vita possibile al cittadino del Sud, ma so che tutto questo è un sogno.
Sei miliardi e ottocento milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre. Eccolo il tesoretto del Sud, un patrimonio da investire, distribuire, erogare: altrimenti si perderà per sempre. Avere troppi soldi, così tanti da non sapere come spenderli.
Via ilgiornale
Dal 2011 in europa dovranno essere obbligatori i dispositivi di autospegnimento nelle sigarette in modo che quando vengono buttate via, non siano più accese ma spente così da poter salvare i boschi di tutto il mondo e quindi salvare chi frequenta i boschi.
Insomma fra tre anni si parte con questo dispositivo che non provoca incendi grazie ad un timer che se la sigaretta non verrà fumata in 1 minuto si spegnerà automaticamente, quindi quelli che fumano con calma devono ricordarsi di fumare entro il minuto.
Comunque questa iniziativa permetterà di salvare il salvabile, purtroppo ci sono stati troppi incendi a causa di incoscienti che buttano la sigaretta senza spegnerla causando la morte di parecchie persone ed animali e in più si rischia l’estinzione di parecchi boschi.
La funzione basliare di questo dispositivo di autospegnimento della futura sigaretta sono due strati di cellulosa o alginato, un sale di acido alginico, che spruzzati sul tabacco tolgono l’aria alla brace non appena si smette di aspirare da 1 minuto.
La Finlandia sarà il primo paese a indrodurre questo dispositivo grazie ad una legge ad hoc che verrà fatta entro l’anno.
Non sarà l’ultimo ritrovato per far smettere di fumare, ma certamente potrebbe ridurre di molto il numero di morti causati da incendi innescati dalle sigarette, e risparmiare migliaia di ettari di bosco che annualmente vanno in fumo per un mozzicone. É la sigaretta che l’Unione Europea intende rendere obbligatorie sul mercato a partire dal 2011.
Via repubblica
Oltre la Germania e la Francia, anche la Spagna con Zapatero chiede che la Banca Centrale Europea sia più flessibile nei confronti dell’inflazione che sta flagellando l’Europa in quanto la colpa principale di questo aumento dei prezzi è del petrolio e non all’eccesso della domanda interna, e quindi non dovrebbe aumentare i tassi di interesse.
In ogni modo il Premier spagnolo ha evidenziato una politica non corretta della Bce, in quanto non ha senso agitare i mercati dicendo un mese prima che aumenterà i tassi a luglio, il che significa un conseguente crollo delle borse, però sembra che questa politica sia una sorta di "doppia faccia", cioè che Trichet ha ipotizzato l’aumento del tasso di un quarto di punto, ma che sotto sotto potrebbe essere il doppio e quindi arrivare al 4,50%.
Queste ipotesi hanno generato un malumore nei paesi della Ue e per la prima volta hanno cominciato a criticare l’operato di Trichet, tutti sono per il taglio dei tassi o, al massimo, al mantenimento del 4,00% in quanto la crescita economica è molto ristretta e l’aumento dei tassi potrebbe far ricadere l’economia europea ad un crollo verticale, però sembra che la Bce abbia una politica tutta sua e staremo a vedere come andrà a finire.
Gli analisti, però, pensano che il rialzo di giovedì prossimo potrebbe non essere l’unico e si dicono pronti a chiedere alla banca di scoprire le carte, per portare alla luce il "bluff" nascosto dietro le dichiarazioni di facciata secondo le quali per il 2008 i tassi non dovrebbero salire sopra il 4,25%.
Via ilsole24ore
Sembra che non ci siano medicine che possano fa risollevare l’Italia, stiamo diventando sempre più poveri nei confronti dei paesi della UE, la Eurostat (l’istituto di statistica europea) ha stilato una classifica del Pil pro capite europeo, e siamo terz’ultimi, peggio di noi stanno la Grecia e il Portogallo.
A parte il fatto che siamo appena un punto sopra la media europea, dobbiamo anche considerare che abbiamo perso 2 punti rispetto al 2007, mentre gli altri paesi della UE ci hanno solo guadagnato, il che significa che siamo messi male e non riusciamo a rialzare la testa, anzi ci stiamo solo piangendo addosso.
Il top resta il Lussemburgo con un pil pari a 276, e la seconda è l’Irlanda a146, mentre la medaglia di bronzo va all’Olanda con 131, questi numeri confrontati con il pil dell’Italia che è appena a 101, ci fanno capire quanto dobbiamo ancora lavorare e se tutto va bene nel 2012 dovremmo stare meglio.
Secondo i dati di Eurostat il Lussemburgo si conferma come il Paese leader in Europa con un Pil pro capite che nel 2007 si è attestato a quota 276. A seguire ci sono l’Irlanda (146), i Paesi Bassi (131), l’Austria (128). Sopra a Spagna e Italia si attestano la Francia (111), la Germania (113) e il Regno Unito (116).
Via wallstreetitalia
Il prezzo del petrolio sale? Non vi preoccupate.
La rata del mutuo vi assilla? Non c’è problema
I prezzi dei beni alimentari continuano a crescere? Chi se ne frega.
Sappiate, cittadini senza fede, che oggi si è riunita la Commissione Europea la quale ha stabilito, dopo una riunione, (fonte AdnKronos) fiume nella quale si sono discussi i destini del mondo, che la crescita del prezzo del greggio è un problema.
Dopo esser giunti a questa inaspettata conclusione, i membri della Commissione, hanno cercato di indicare alcune priorità con le quali affrontare i problemi che i milioni di cittadini europei stanno vivendo in questo periodo.
In seguito ad un attento esame della situazione, dopo essersi lungamente consultati ed avendo preso in considerazione tutte le possibilità, la Commissione europea, intorno alla quale ruotano solo 15.000 funzionari, chiaramente non in grado di gestire tutte le problematiche per mancanza di organico…ha deciso di presentare, il prossimo settembre, una proposta che possa moderare il prezzo dei carburanti.
I cittadini, passata l’estate e le meritate vacanze, ringrazieranno non prima di Natale dovendo ponderare attentamente quanto valutato dai nostri cari commissari.
Ormai il prezzo del petrolio aumenterà sempre di più, adesso è arrivato a 140 dollari a barile, mentre a gennaio era appena poco più di 100 dollari a barile, il che fa pensare che per la fine dell’anno potrebbe benissimo arrivare a 170-180 dollari o addirittura a 200 dollari a barile!
Questa situazione non fa altro che peggiorare il sistema economico mondiale e il tasso interbancario è salito a 5,6, praticamente un record e l’euro sta diventando sempre più forte nei confronti del dollaro, queste condizioni stanno metterndo a dura prova il mercato mondiale in particolare modo gli USA e l’Europa, ma il problema è che nessuno fa qualcosa per sistemare questa "falla", anzi la alimentano (vedi Trichet).
Come ben sappiamo che le ragioni del’aumento del prezzo del greggio è dovuto all’aumento costante della domanda dei grandi paesi, in particolare modo quelli asiatici, mentre l’offerta è notevolmente più rigida il che dipende dalla perdita di valore del dollaro, poiché gran parte delle transazioni sul greggio avvengono in dollari quindi si è instaurato un rapporto tra il tasso di cambio del dollaro americano e il prezzo del petrolio ergo il dollaro cade e il prezzo del greggio aumenta.
Tutto questo, a lungo andare, genererà un aumento della povertà e un aumento del portafoglio di quelli che sono già ricchi, insomma la classe media sparirà e ci sarà un divario netto tra i poveri e ricchi, come 100 anni fa!
Insomma, se non facciamo qualcosa al più presto c’è da avere paura per il futuro, per noi e sopratutto per i nostri figli!
Con il petrolio a 140 dlr, dicono i consumatori, si alza il prezzo della bolletta energetica, con un impatto sull’inflazione del 4,3%.
Via ansa
In questi giorni si prepara il decreto sicurezza che prevede una stretta sull’immigrazione.
Salgono sempre più insistenti le lamentele dei cittadini offesi dalla presenza di persone che, senza né arte né parte, possono permettersi il lusso, (perché di questo si tratta), di farsi i propri comodi contando sull’italico buonismo.
Detto questo, oggi ritengo si stia rischiando di legiferare in senso demagogico solo per il gusto di far vedere quanto il nuovo Governo sia fermo e credibile sull’argomento dimenticando, fra le altre cose, che siamo parte dell’Europa, comprese le sue regole.
Il presupposto dal quale partire è che il flusso di immigrati dai paesi poveri è e sarà sempre più inarrestabile per tanti motivi: non si può impedire a chi soffre la fame di cercare luoghi in cui migliorare il proprio tenore di vita, (noi italiani lo abbiamo fatto fino a quarant’anni fa…), i cambiamenti climatici stanno riducendo alla fame, grazie alla desertificazione, popolazioni che fino a non molti anni fa, riuscivano a sopravvivere con la pastorizia e l’agricoltura e questi, volendo sopravvivere, cercheranno rifugio in occidente e, come ultimo esempio, non si possono tacere i finanziamenti dati a pioggia all’agricoltura occidentale atti ad impoverire sempre più i coltivatori dei paesi del terzo mondo.
Detto questo ritengo che le frontiere non si possano chiudere, sarebbe un errore madornale, e non si può neanche pretendere, come si vuole oggi, che chi giunge in Italia abbia gia un lavoro; in questo modo si impedisce a molti irregolari, magari partiti con ottimi propositi, di dimostrare quanto valgono arrivando a diventare contribuenti regolari.
Se non erro, degli irregolari che arrivano con i barconi sulle nostre coste: in molti casi gli analfabeti ed i delinquenti restano in Italia mentre chi ha un titolo di studio e nutre qualche ambizione, prosegue il viaggio verso il nord Europa.
Vogliamo privarci di queste persone? La soluzione migliore potrebbe essere il contingentare gli arrivi praticando una realistica politica di controllo delle coste e costringendo chi viene al rispetto delle Leggi italiane, (a questo punto si apre il problema giustizia di cui è meglio parlare in altro luogo), facendo in modo che, dopo un certo periodo di tempo, l’immigrato debba dimostrare di avere un reddito che gli permetta di vivere decentemente, pena l’allontanamento forzato dal Paese.
Cinismo? Può essere, ma se vogliamo che il razzismo montante, non cresca a dismisura provocando guasti, dobbiamo fare in modo di salvaguardare i cittadini residenti non permettendo a chiunque di stare sul territorio solo perché l’Italia ha fama di impunità e, nello stesso tempo, non possiamo privarci dell’arrivo di forze fresche che possano aiutare la stantia economia italiana a tornare a crescere: non solo con la bassa manovalanza, ma anche accogliendo chi ha idee e voglia di mettersi in gioco.
L’Istat parla chiaro e senza mezzi termini. Stiamo messi male.
Ieri si parlava di sicurezza, oggi parliamo di istruzione. Il dato che emerge è sconcertante:
Nel 2007 infatti il 48,2% della popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni aveva conseguito come titolo di studio più elevato solo la licenza di scuola media inferiore. Nel contesto europeo l’Italia presenta al 2006 un valore dell’indicatore pari al 48,7%, che posiziona il nostro Paese in fondo alla graduatoria insieme a Spagna, Portogallo e Malta.
Quasi un italiano su due non ha come ultimo diploma conseguito la licenza media. Il dato, inoltre, ci pone ai livelli più bassi in Europa (ricordiamo che l’Europa adesso è a 27 Stati membri, fra cui Romania, Slovvacchia ecc che presentano tassi di scolarizzazione molto bassi).
Il Mezzogiorno presenta poi un peggioramento: dal 2004 al 2007 le regioni del Sud hanno visto aumentare la popolazione in possesso della sola licenza media di 2,4 punti percentuali. Nell’analisi per regione emerge che Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia presentano un maggior numero di abitanti fermi agli studi di scuola media inferiore, con quote intorno al 56-57%. Al Nord le situazioni in cui si rilevano le quote più elevate degli adulti che hanno conseguito solo la licenza media inferiore sono quella della provincia autonoma di Bolzano (52,6%) e della Valle d’Aosta (52,3%).
Il dato su cui vorrei farvi riflettere è però questo:
Mentre quella che si mantiene costantemente bassa è la spesa per l’istruzione: nel 2005, rileva l’istat, l’incidenza di questa voce sul Pil era pari al 4,4%, ampiamente al di sotto della media dell’Ue27 che era del 5,1% nel 2004.
Le motivazioni, a volte, si trovano anche abbastanza facilmente…
Fonti parziali:
Istat
Repubblica
Secondo alcune analisi di esperti del settore, mantenere il 4% porta a delle situazioni poco vantaggiose, come l’aumento del tasso Euribor e sopratutto porta ad un aumento del divario tra l’Euro e il Dollaro, causando quindi le difficoltà per le imprese a sostenere i costi delle materie prime considenando anche il prezzo eccessivo del petrolio che sta appesantendo la situazione.
Oltre alla situazione industriale, bisogna anche considerare la situazione economica famigliare, questo tasso di sconto al 4% sta portando non poche difficoltà alle famiglie in quanto fanno fatica a mantenere la rata mensile del mutuo anche perchè l’inflazione attuale sta peggiorando le cose e questo vuol dire solo una cosa : potere di acquisto uguale a zero!
L’unica soluzione per calmierare la situazione è quella di abbassare i tassi di interesse europei, di almeno mezzo punto percentuale, dal 4,00% al 3,50% solo così si potrà ridare fiato all’economia europea, ma la BCE non si rende conto di tutto ciò, anzi farebbe pensare che sotto a questa decisione ci sia ben altro!
Dopo la riduzione di 25 punti che la Fed ha attuato e prevedendo, come peraltro tutto fa supporre, che vi sarà un ulteriore abbattimento dei tassi americani, non si può che essere sconcertati per l’atteggiamento della Banca Centrale Europea. Probabilmente, bisognerà inviare un mandato di cattura ai responsabili, accompagnato da una denuncia per disastro colposo, se non ci saranno interventi conseguenti sul tasso di sconto europeo. Siamo convinti, infatti, che mantenere ostinatamente fermo il tasso di sconto all’attuale valore del 4% sia utile solo all’industria che compete con quella europea a livello internazionale. Non contrasta affatto, invece, gli aumenti inflattivi, proprio perché, di fronte all’indebolimento del Dollaro rispetto all’Euro, i produttori di materie prime, soprattutto quelli di petrolio, aumentano in maniera notevole il loro prezzo all’origine, per mantenere invariati i loro profitti, comportando così effetti negativi proprio sulla stessa inflazione che si dice di voler combattere.
Vai newsfood