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Prima manifestazione nazionale dei Call Center - Roma

Thursday, September 25th, 2008

Diritti al ”, lo slogan scelto dalla SLC -Cgil, Fistel - Cisl e Uilcom- Uil promotrici del corteo del 19 settembre, riassume al meglio il senso e lo spirito di questa prima manifestazione nazionale della categoria Call Center che ha visto in piazza centinaria di lavoratici e lavoratori provenienti da tutta .

Stabilizzati e precari, giovani e madri, padri di famiglia, tutti uniti dal bisogno e dalla volontà di rivendicare diritti, garanzie e tutele in un settore per anni reso invisibile e tenuto a distanza da ogni forma di sensibilizzazione e lotta sindacale; un settore cresciuto a dismisura e che oggi vede 24.000 dipendenti stabilizzati e oltre 30.000 lavoratori precari in tutta .

Tra i principali obiettivi della manifestazione - ricorda Luca Alessandrini di Teleperformance- richiedere al l’attuazione delle direttive dell’ex Ministro del Damiano - solidale con i manifestanti e presente in piazza - e di tutti gli interventi messi in campo dal Prodi nella direzione della progressiva stabilizzazione dei lavoratori precari nel call center. Senza dimenticare l’indispensabile e continuo di sensibilizzazione da svolgere, in tale direzione, nei confronti dell’opinione pubblica e dei clienti, cioè dei committenti delle società di Call Center.

Una “carta delle responsabilità aziendali”, ribadisce Luca, permetterebe un monitoraggio più efficace conferendo alle prestazioni degli operatori, soprattutto dei collaboratori occasionali non ancora stabilizzati, una dingità lavorativa e personale ad oggi negate.

Sul palco allestito a Piazza Venezia, nonostante la pioggia incessante, si alternano le testimonianze di lavoratrici, lavoratori e rappresentanti delle tre sigle sindacali.
Sono storie di deregolamentazioni selvaggie e di abusi, racconti di un quotidiano precariato mascherato da flessibilità e politiche aziendali, che rischiano di aggravarsi in seguito all’approvazione del decreto 112, la manovra economica triennale del Berlusconi in cui vengono demolite le garanzie per i precari introdotte dal Prodi. La riattivazione del Tavolo nazionale sui Call Center presso il Ministero del risulta, dunque, un passaggio obbligato per evitare l’affondamento della “flotta” Call Center italiana.

Il tesoretto che il Sud Italia non usa

Monday, September 8th, 2008

Tutti sanno che la differenza tra il Nord e il Sud è molto rilevante sutto tutti gli aspetti, ma la notizia più eclatante è che l’ ha messo a disposizione per il Sud ben 6 miliardi e 800 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre di quest’anno, sono così tanti soldi che potrebbero sistemare il loro patrimonio artistico e culturale, fare nuove scuole, creare nuovi posti di e tanto altro.
Evidentemente i politici del Sud hanno così tanti soldi che non sanno cosa farne che preferiscono rifiutare questi fondi europei e nessuno dice niente e si lamentano anche!

Ma la preoccupazione è che dopo questa osservazione lanciata dai giornali, questi politici nostrani possano spendere a man bassa per cose che non servono a nulla, per opere che non verranno mai finite, per ingrassare i portafogli altrui per consulenza d’oro, con il risultato finale che tutto resterà come prima.

Capisco che sotto sotto ci sia la mafia, la camorra, gli interessi personali, ma potrebbero spendere una piccola parte per creare più tarmovalorizzatori, più energie rinnovabili, più asili nido, insomma delle opere per permettano una migliore vita possibile al cittadino del Sud, ma so che tutto questo è un sogno.

Sei miliardi e ottocento milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre. Eccolo il tesoretto del Sud, un patrimonio da investire, distribuire, erogare: altrimenti si perderà per sempre. Avere troppi soldi, così tanti da non sapere come spenderli.

Via ilgiornale

I lavoratori onesti filmano i fannulloni del pubblico impiego

Friday, August 8th, 2008

L’effetto Brunetta si fa sentire ovunque, dopo la regola sulle malattie dei dipendenti pubblici e il conseguente dimezzamento di personale che va in malattia, adesso i lavoratori “onesti” si sono messi in guerra contro i fannulloni del pubblico impiego filmando chiunque faccia qualcosa che non riguarda il proprio .

Diffattu su youtube troviamo parecchi video che riprendono personale del pubblico impiego che fanno la spesa, le commissioni, utilizzano l’auto di servizio per i propri comodi.

Nel sito del giornale repubblica hanno diffuso due video che ritraevano un impiegato delle che usava la macchina di servizio per caricare la spesa appena fatta durante l’orario di e un impiegato delle che invece di lavorare si stava facendo un pisolino al fresco del condizionatore.

Insomma non c’è pace per i fannulloni e se non vogliono essere licenziati dovranno, per forza, lavorare in quanto avranno mille occhi intorno a loro.

L’effetto Brunetta corre sulla rete. A Grugliasco un auto di servizio delle si ferma davanti a una casa, il dipendente scende e scarica due casse di pomodori davanti alla porta di una casa. Il video viene ripreso da un utente e caricato su YouTube. “Si può usare una vettura delle per fare la spesa?”, si chiede l’autore delle riprese.

Via repubblica

I piccoli comuni stanno scomparendo!

Thursday, August 7th, 2008

L’attuale situazione economica sta mettendo in crisi molte famiglie italiane e ci sono anche delle coppie che non possono fare figli perchè non sono in grado di supportare economicamente una persona e in più si fa sempre più fatica a trovare sopratutto se si è precari.
Il tutto per un piccolo comune è deleterio in quanto le probabilità che possano diventare delle città fantasma sono molto alte, pochi nascituri e troppi anziani fanno si che i comuni con scarsa popolazione si estingueranno, diffatti Legambiente ha diffuso un rapporto dove dice che per i prossimi 20 anni almeno 1650 comuni tenderanno a scomparire mentre aumenteranno i comuni disagiati cioè con popolazione compresa tra i 10/100 abitanti.

A parte che ci sono gli immigrati a fare numero, non basta però a tenerli in vita e le con il maggior numero di comuni che tenderanno a sparire sono Molise, Basilicata e Calabria tutte con percentuali superiori al 80%

Purtroppo non c’è la soluzione per arginare questo problema anzi andrà sempre peggio, alla fine ci saranno solo città da 500.000 abitanti in su e nessun piccolo comune.

Il numero di quelli «disagiati», più poveri, con poche opportunità di e con scarsa popolazione, da alcuni anni continua a crescere e si prevede che entro il 2016 raddoppierà rispetto al 1996. Ed entro questo ventennio 1650 comuni sono addirittura destinati a scomparire diventando delle vere e proprie «ghost town», città fantasma.

Via iltempo

Sei stagista? ecco la lista delle 100 migliori aziende

Wednesday, July 16th, 2008

Dopo la laurea o diploma, si comincia a fare esperienza nel mondo del e per questo ci sono gli stage che, nella maggior parte vengono concordati con l’università, altrimenti ti devi arrangiare. Lo stage ti permette di formarti nel mondo del e quindi acquisire esperienza che è fondamentale per le aziende, ma purtroppo sta diventando un peso economico per le famiglie, in quanto ci sono delle aziende senza scrupoli che cercano stagisti a costo zero in modo da poterli sfruttare.

Nella blogosfera troviamo testimonianze di coloro che hanno lavorato come stagista e sono rimasti insoddisfatti della loro esperienza lavorativa, sia per quanto riguarda l’esperienza, sia per quanto riguarda la busta paga, come Claudia che ha cominciato con uno stage estivo in auna agenzia interinale:

«Inizio in luglio, ad agosto mi mollano da sola in una filiale del centro alle prese con cessazioni, assunzioni, buste paga, senza nessuna esperienza. E per 200 euro al mese».

Massimo, invece è uno stagista in una emittente televisiva:

«Dopo il primo di tre mesi mi riconfermano due volte, in totale nove mesi di stage, gratis, soltanto un ticket restaurant al giorno, nessun rimborso spese»

Queste testimonianze ci fanno capire come sia difficile trovare un buon che ci permetta di acquisire esperienza e allo stesso tempo stare economicamente tranquilli, ma, per fortuna, c’è in loro aiuto una delle migliori aziende per stagisti che ti permettono di avere tutto questo, al primo posto c’è l’azienda Magneti Marelli che offre una busta paga mensile di 1.000/1.200 euro con rimborso spese, poi ci sono anche varie aziende dove ti possono anche offrirti un buono palestra, parcheggio libero, un appartamento per chi vive lontano, insomma una manna, ma dipende anche dalla capacità dello stagista, mica assumono tutti!

Questa la potete trovare su repubblicadeglistagisti e si trova nella colonna a destra e viene aggiornata periodicamente, per questo “tesoro” bisogna ringraziare la veneziana Elena Voltolina e sperare che il cambi questa assurda.

La che regola questa materia è la 196 del ‘97 (art. 18) con decreto 142 del ‘98: prevede che “il soggetto ospitante non è tenuto a pagare alcuna retribuzione né contribuzione al tirocinante” e fissa il limite di 12 mesi per gli universitari.

via corriere

I salari sono tornati ai livelli di 15 anni fa

Wednesday, July 9th, 2008

Il Governatore della Banca d’, Mario Draghi, ha evidenziato un problema che sta attanagliando il popolo italiano, cioè che gli sono fermi a 15 anni fa e il peggio è che il costo del è aumentato, insomma l’inflazione attuale ha fatto crescere i causando una diminuizione dei redditi pari al 3% il che sta facendo calare i consumi.

Purtroppo c’è poco da cambiare, in quanto le imprese italiane hanno sul groppone il costo del che è aumentato del 30%, ma l’analisi non si ferma qui, se confrontiamo questi dati con quelli dei paesi della , vediamo che noi siamo messi molto peggio, e questo vuol dire che bisogna muoversi per poter far fronte a questo problema e solo il può farlo, deve infatti cominciare a defiscalizzare i nostri e cominciare a spendere meno, ma purtroppo i nostri politici fanno orecchie da mercante oppure fanno delle cappelle come la "Robin Tax" che di fatto è una arma a doppio taglio che ricadrà, in maniera negativa, sui cittadini italiani.

Insomma per poter svegliare questa che sta andando in coma, il deve lasciare perdere i tesoretti, le intercettazioni, la Carfagna e altre cose che non servono a nulla e quindi cominciare a risolvere i VERI problemi, ma so che questa è vera utopia italiana.

I in sono fermi a quindici anni fa ma il costo del aumenta piu’ che negli altri paesi europei. E’ la fotografia scattata dal Governatore della Banca d’, Mario Draghi, nel corso del suo intervento all’assemblea dell’Abi. Le retribuzioni unitarie medie dei lavoratori dipendenti, osserva, "non sono oggi molto al di sopra del livello di quindici anni fa". Nel frattempo, il costo del per unita’ di prodotto nell’ "e’ aumentato di oltre il 30%, contro il 20% in Francia e il pressoche’ nulla della Germania".

Via iltempo

La moda contro il Rispetto

Wednesday, July 9th, 2008

Ieri sera sono stato piuttosto disgustato da un servizio sul mondo della moda. Intervista a Guillermo Mariotto, il designer della collezione Haute Couture di Gattinoni.

L’intro della giornalista, nonchè quello del sarto, parlava di razionalità e di spiritualità. Ti riduzione drastica dei , di sociale e di energia del cuore. Insomma tante belle cose.

Così anche l’intro del sito modaonline:

E’ una continua tensione all’equidistanza tra razionalità e spiritualità lo spirito con il quale Guillermo Mariotto ha disegnato la nuova collezione Haute Couture di Gattinoni, che questa sera sfilerà nella cornice di Santo Spirito in Sassia. Una collezione che mescola senza apparenti distinzioni la classica Alta Moda e la nuova Demi Couture di capi che sfruttano la tecnologia per mantenere i finali in un range di [...]

Il finale dell’intervista riguardava un top indossato da una modella. Ebbro di orgoglio Mariotto ha espresso cotanto concetto: “eh si questo top costa solo 3 mila euro”. E la giornalista sbigottita ha poi scoperto che il prezzo standard sarebbe stato 12!

Ma a cosa serve? Una delle principali leggi economiche del mercato enuncia  che più cala il prezzo, più cresce la vendita di un prodotto. A questa regola fanno eccezione proprio i beni di lusso, per i quali un aumento del prezzo può spingere le vendite, in quanto il bene assume il ruolo appunto di “oggetto di lusso”. DIESEL, ad esempio, in questo è stata grande maestra. I suoi jeans prezzati anni fa come jeans casual di qualità (80-90 €), improvvisamente hanno iniziato a costare il triplo (200-250€) e si sono trasformati immediatamente in prodotto di griffe, alta moda… e c’è qualcuno che si svena per prenderli.

A questo punto chi può permettersi un top da 3.000 €? La moglie disoccupata che deve accudire 2 bambini, con il marito operato che prende 1.200 euro al mese. Con rata di mutuo da 700 €, variabile??? Oppure l’operaio in cassa integrazione perchè la multinazionale non sostiene più il costo del italiano, dirigendosi verso Cina o Polonia?

Non sono cose inventate. Da anni anche la stessa Istat riscontra cali nei consumi, parliamo di beni primari:

Per la prima volta, in sostanza, l’Istat riscontra nell’andamento delle spese delle famiglie italiane un calo nei consumi che, negli anni precedenti, erano invece risultati fermi. Secondo i tecnici dell’Istituto di Statistica «le famiglie si sono attrezzate con una strategia generalizzata di contenimento della spesa attraverso diminuzioni nelle quantità e razionalizzazione negli acquisti»: in sostanza là dove si assiste ad una stabilità degli acquisti corrisponde un calo della qualità, con un aumento, ad esempio delle spese realizzate negli hard discount o comunque di prodotti di qualità inferiore. (via corriere della sera)

Scusate ma a me fa schifo! Fa schifo che la TV pubblica proponga servizi simili: una indecenza! Non sono bigotto, non sono contro la moda. Che li mettano pure a 100.000 € quei vestiti, qualcuno sicuramente li compra. E se hanno la palanca per prenderseli per me fa benissimo. Ma non venite a prendereperilculo (scusate la licenza poetica) chi deve sopravvivere e comprare gli abiti per necessità, rincorrendo discount, outlet e soprattutto le svendite. E perchè no, ricorrere a abiti smessi dal cugino o dallo zio!

foto di figurale

Soddisfazione professionale? Un miraggio…

Tuesday, July 8th, 2008

Solo un italiano su due è soddisfatto del proprio impiego, gli altri sono «decisamente insoddisfatti» o «indifferenti».
Questo disagio non deriva dallo percepito ma dal fatto di essere occupati in un ruolo o in un settore non gradito, differente rispetto a quello per il quale abbiamo studiato e ci siamo preparati.
Risulta dall’indagine svolta on line su un campione di lavoratori tra i 27 e 45 anni nel periodo 1 ottobre 2007 - 1 febbraio da Intermedia Selection e da Talent Manager, società che si occupano di ricerca di middle management e di selezione on line, e resa nota da Panorama.
L’indagine rivela quello che sapevamo no? Quanti di noi provano infatti questo disagio professionale? Il “buco” tra le nostre aspettative e la realtà del ruolo in azienda si dilata.
Nel 75 per cento dei casi gli intervitati lascerebbero al volo l’azienda per cercare opportunità più in linea con la loro formazione, anche accettando compromessi su sede di (50%), incentivi e benefit (17%) e (15%).
Si parla di “deragliamento professionale”, un costo in termini di appesantimento nella valorizzazione delle risorse umane
A quale occupazione ambivano i connazionali intervistati?
Marketing e la comunicazione (21%), finanza (14%), ingegneria e project management (12%) e ricerca (9%), commerciale (7%). Al contrario ecco dove sono finiti costoro: 17% nell’area commerciale e vendite, in quella amministrativa (15%), nel marketing, nelle pr e nella comunicazione solo l’11% del campione, solo il 3% nella ricerca.

E in termini di carriera?

La delusione è forte anche se si considera la carriera. Oltre il 56% è inquadrato come impiegato e appena il 5% ha ottenuto la dirigenza, mentre considerando l’anzianità di attuale il 46 per cento si sarebbe aspettato di essere almeno quadro e il 18 per cento dirigente. Insomma, l’immagine che appare è quella di un paese ingessato, dove seguire il proprio talento e scalare i gradini del successo è particolarmente difficile. Così molti vorrebbero dare una svolta alla propria vita lavorativa, ma sono convinti di essersi infilati in una «trappola» da cui è difficile uscire: il 53 per cento ritiene infatti «possibile ma molto complesso cambiare settore» e il 6 addirittura impossibile. (via Panorama)

Quindi, in tempi di crisi si prende quel che c’è e ricollocarsi è dura, soprattutto se si resta troppo a lungo nel posto sbagliato. Infatti, demotivazione a parte, si corre il rischio di non acquisire gli skills necessari, sia quelli specialistici, sia quelli relativi alla conoscenza trasversale in più materie e alla capacità di interpretare più ruoli, come è ad esempio per gli ex consulente, che sono considerati proprio per la loro elasticità mentale grazie alla quale si ritiene che possa portare idee nuove.

Un’ultima considerazione. Il settore commerciale, svilito dalla concezione di mera vendita, in realtà può dettare la via per arrivarea cariche dirigenziali strategiche proprio per la conoscenza del mercato che può dare. Il marketing, invece, funzione di cui si dotano solo aziende di medio grandi dimensioni in genere, specie nelle multinazionali estere che tengono la funzione strategica nella casa madre all’. Salvo che non si riesca ad entrare nelle rare multinazionali italiane come Barilla, Luxottica, Fiat, Pirelli.
Ma quanti posti ci sono qui?

I neolaureati non trovano lavoro in Italia così vanno all’estero

Monday, July 7th, 2008

Dopo la laurea, se non ha raggiunto un punteggio di almeno 100 su 110 e sopratutto se non si hanno nuone conoscenze, difficilmente si riuscirà a trovare un buon e con un buon , peggio ancora troviamo anche degli operai laureati!

Se si vuole fare carriera e prendere un buon bisogna, per forza, andare all’ solo così si riuscirà a trovare subito un buon , ovvio che bisogna conoscere bene la lingua del posto, ma se si ha costanza e forza di volontà si sopperisca anche questa lacuna.

Questa situazione ci fa capire come sia difficile trovare un in e sopratutto fare carriera è molto difficile, purtroppo la mentalità attuale predilige i raccomandati e la retribuizione non è il massimo, tenendo condo che quelli che lavorano all’ prendono circa 1.700-2.000 all’inizio, rispetto ad un laureato in che prende circa 1.100-1.400 e dopo pochi mesi di , sempre all’, raggiungono già la posizione di quadro, impensabile in che per diventare quadro ci vogliono almeno 3-5 anni!

Riassumendo la situazione, dopo la laurea se si vuole raggiungere dei risultati importanti bisogna andare all’ e basta, altrimenti si dovrà accontentarsi di una posizione di basso ruolo e mangiare tanti rospi.

Trovano con canali più trasparenti, fanno carriera con maggiore rapidità, guadagnano di più. Sempre più giovani italiani - dopo gli studi - scelgono di lasciare il nostro Paese e di tentare la fortuna all’.

Via wallstreetitalia

Oggi parte la detassazione del lavoro straordinario

Tuesday, July 1st, 2008

Da oggi 1° Luglio entra in vigore la norma sulla detassazione degli straordinari e per i premi di produttività per i dipendenti privati, ma sarà in via sperimentale per 6 mesi in modo da valutare la produttività sul .

Il beneficio di questa detassazione consiste nell’applicazione di un’imposta sostitutiva di Irpef e addizionali regionali e comunali pari al 10%, entro il limite complessivo di 3.000 euro lordi, sulle somme erogate a titolo di straordinari e premio di produzione e riguarda solamente i dipendenti del settore privato e che abbiano percepito un reddito annuale fino a 30.000 euro lordi.

Questa operazione ha i suoi vantaggi per chi fa tanti straordinari e permetterà di avre qualche soldino in più in busta il che è molto utile sopratutto in questo momento di crisi economica.

Oggi parte la detassazione degli straordinari per i dipendenti privati. Chi lavora di più potrà avere un bonus in busta paga. Ma a quanto ammonta? Chi ne ha diritto? E che cosa deve fare il lavoratore per ottenerlo? Ecco tutte le istruzioni per capire come cambierà lo che potrà aumentare fino a 725 euro nei prossimi sei mesi.

Via ilgiornale