Oltre la Germania e la Francia, anche la Spagna con Zapatero chiede che la Banca Centrale Europea sia più flessibile nei confronti dell’inflazione che sta flagellando l’Europa in quanto la colpa principale di questo aumento dei prezzi è del petrolio e non all’eccesso della domanda interna, e quindi non dovrebbe aumentare i tassi di interesse.
In ogni modo il Premier spagnolo ha evidenziato una politica non corretta della Bce, in quanto non ha senso agitare i mercati dicendo un mese prima che aumenterà i tassi a luglio, il che significa un conseguente crollo delle borse, però sembra che questa politica sia una sorta di "doppia faccia", cioè che Trichet ha ipotizzato l’aumento del tasso di un quarto di punto, ma che sotto sotto potrebbe essere il doppio e quindi arrivare al 4,50%.
Queste ipotesi hanno generato un malumore nei paesi della Ue e per la prima volta hanno cominciato a criticare l’operato di Trichet, tutti sono per il taglio dei tassi o, al massimo, al mantenimento del 4,00% in quanto la crescita economica è molto ristretta e l’aumento dei tassi potrebbe far ricadere l’economia europea ad un crollo verticale, però sembra che la Bce abbia una politica tutta sua e staremo a vedere come andrà a finire.
Gli analisti, però, pensano che il rialzo di giovedì prossimo potrebbe non essere l’unico e si dicono pronti a chiedere alla banca di scoprire le carte, per portare alla luce il "bluff" nascosto dietro le dichiarazioni di facciata secondo le quali per il 2008 i tassi non dovrebbero salire sopra il 4,25%.
Via ilsole24ore
L’Istat ha fornito, stamattina, i dati relativi sull’indice dei prezzi al consumo a maggio, che è salito del 0,5% rispetto ad aprile e +3,6% rispetto a amggio 2007, che rappresenta il massimo record da 12 anni (dal 1996), però se spostiamo l’analisi relativa alla spesa quotidiana vediamo che l’incremento è più elevato: +5,4% su base annua, senza poi considerare i prezzi del carburante che hanno raggiunto livelli altissimi.
Per quanto riguarda il campo alimentare, il prezzo del pane ha raggiunto il 13,3% rispetto ad un anno fa mentre per la pasta l’incremento è del 20,7% su base annua e 1,8% rispetto ad aprile, insomma il cibo costa come l’oro, e preparare la colazione, il pranzo e la cena, sta diventando oneroso e ci sono padri e madri che non mangiano pur di far mangiare i loro figli, roba da dopoguerra.
Poi se la Bce manterrà il proposito di aumentare i tassi di interesse a luglio, per far fronte a queste impennate di prezzi, potrebbe essere una buona soluzione, ma ci sono anche quelle famiglie che hanno contratto un mutuo a tasso variabile e non possono spostarlo a fisso, anche se con il decreto Bersani sulla portabilità dei mutui dice che non dovrebbero esserci spese, però le banche hanno trovato l’inganno e si fanno pagare caro per quelli che vogliono cambiare mutuo e/o banca.
In ogni modo questo 2008 è da considerarsi un "annus horribilis" sotto tutti gli aspetti, e possiamo solo sperare che vada meglio anche se l’ascesa del petrolio non sta facilitando la situazione.
L’ Istat, che ha diffuso oggi i dati sui prezzi, conferma che l’inflazione e’ salita del 3,6% su base annua a maggio, ai massimi dall’agosto 1996. Ad aprile i prezzi al consumo erano al 3,3%. L’inflazione su base mensile è stata invece dello 0,5%. Per la spesa quotidiana però i prezzi a maggio sono cresciuti più in fretta del tasso generale: l’inflazione e’ salita al 5,4%, dal 5,1% di aprile. Questo il dato relativo ai beni ad ‘’alta frequenza d’acquisto’’, che vanno dagli alimentari alle bevande, dall’affitto alle spese al ristorante, dai carburanti ai trasporti, dai giornali ai tabacchi.
Via panorama
Iniziano già le prime polemiche sull’operato del rinnovato Ministro Tremonti, in particolare sul nuovo decreto Mutui, che dovrebbe aiutare le famiglie, piegate dal caro vita e dall’aumento dei tassi d’interesse (vedi euribor).
L’intesa Abi-Governo sulla riduzione della rata non piace alle associazioni dei consumatori che ritengono sia solo uno «slittamento dei pagamenti» e che «ci sia il rischio che il mutuatario paghi interessi aggiuntivi del 10-20%». (via la stampa)
Nell’articolo citato è spiegato bene come il nuovo decreto si offre di migliorare le condizioni di mutuo. In realtà pare che un effettivo miglioramente “economico” a regime non ci sia, anzi. La famosa boccata di ossigeno consisterebbe nella riduzione della rata, che comporta un allungamento e del mutuo e quindi un aumento del totale degli interessi da versare.
Chiaramente nessuno fa nulla gratuitamente, e lo Stato, al più di aggravarsi della riduzione dei mutui (cosa impensabile…, ndr), cerca solo di facilitare quella che può essere una estenuante contrattazione con degli orchi chiamati Banche. La formula dell’allungamento mutuo era stata proposta anche a me dalla banca, per riparare un loro errore contrattuale, ma alla fine siamo riusciti, dopo estenuanti riunioni e grosso impegno del direttore, a raggiungere la scrittura privata per una riduzione dello spread.
L’esempio è su un mutuo da 100.000 €, a un tasso FISSO del 5.70%. Con 300 rate, pari a 25 anni di mutuo, il totale degli interessi è di 87.827 €. Se aumentiamo di un anno il mutuo, quindi 312 rate, il totale degli interessi è di 91.964,24 €. Un anno di mutuo in più costa (ricordiamo che è solo un esempio matematico) di interessi 4.137, 24€. La riduzione della rata è di (627,09 - 615,27 = …) 11,82 €, insomma 2 birre medie!!!
foto di maseguardoilmondoatestaingiu
Dopo l’incauta segnalazione da parte di Wolfang Franz che è il capo del centro di ricerca Zew, che ha gelato il mercato affermando che la BCE potrebbe alzare i tassi a breve, in modo da sopperire il problema dell’inflazione con il conseguente rialzo dei prezzi, anche se in America la FED sta optando per un ulteriore taglio.
Insomma per colpa del Sig. Franz, i mercati si sono "arenati", tutti sappiamo che se la BCE tenderà ad aumentare i tassi di interesse, sarà un colpo per l’economia europea.
Il mio sospetto e’ che la Bce possa alzare presto i tassi". Un rialzo dei tassi "rinviato" - aveva sottolineato Weber - non e’ un rialzo dei tassi "cancellato".
Via milanofinanza
Insomma la Adiconsum ha preso a cuore questo problema che sta generando non poche difficoltà in una famiglia che con un mutuo di 100.000 euro per 20 anni genera una rata mensile di 600/700 euro a seconda dello spread, cosa succederebbe se la BCE aumentasse ancora il tasso? e se la rata arriva a 900/1000 euro al mese? lascio a voi le conclusioni.
Se vi trovate in difficoltà a pagare la rata del mutuo avete tre possibilità per ridare fiato alle vostre finanze, allego le tre ipotesi generate dalla Adiconsum:
1. Chiedere alla propria banca un allungamento della durata del mutuo con una riduzione della rata mensile. In questo caso si ritorna ad un rata compatibile con il reddito familiare, che comporta però un maggior costo di interessi complessivo, anche se diluito in più anni. La richiesta da fare alla banca è che questa operazione sia realizzata senza penali e senza costi di commissione. Inoltre è opportuno chiedere il nuovo piano di ammortamento per rendersi conto del maggior costo del mutuo, pur diluito su una durata maggiore.
Questa ipotesi è buona, ma l’incognita del tasso variabile è in agguato si rischia, a lungo andare, di arrivare a 40 anni di mutuo!! eh difficile se non si ha un buon stipendio!
2. Trovare una nuova banca che abbia un costo di interesse minore rispetto a quello in corso e quindi chiedere la portabilità di questo mutuo presso la nuova banca. La portabilità è resa possibile dalla Bersani 2 (legge 40), ma un’interpretazione del sistema bancario ne rende ancora difficile l’applicazione. Nella Finanziaria sono stati proposti specifici emendamenti che prevedono che la portabilità sia senza alcuna spesa e commissione per il consumatore. Poiché alcune banche non hanno ancora provveduto ad adeguarsi alla Bersani 2, è opportuno attendere l’approvazione degli emendamenti nella Finanziaria.
Qui il rischio che la nuova banca, dove avete trasferito il vostro mutuo dalla vecchia banca, possa farvi pagare delle spese che sono fuori dalla legge bersani, in ogni modo il rischio è minore e questa possibilità non è male se passate alla Inpdap che ha dei tassi di interesse molto bassi, ma è sempre da valutare.
3. Ricercare un istituto di credito che applichi interessi siano più bassi e utilizzare questa informazione come strumento per negoziare una riduzione del tasso di interesse con la propria banca e valutare il da farsi. Ricordiamo che il servizio di consulenza Adiconsum può fornire ai consumatori interessati il calcolo sulla convenienza o meno del passaggio da una banca e l’altra.
Qui è come il punto 2 e non è facile districarsi da una banca e l’altra se non si ha un buon consulente.
Qui manca il punto 4 che, secondo me, la Adiconsum non ha considerato cioè la possibilità di passare dal variabile al fisso, magari cercando di informarsi nelle varie banche e senza ulteriore spese con la portabilità in base alla legge Bersani come da punto 2.
Beh, con queste soluzioni c’è poco da scegliere, ma purtroppo la situazione è questa e c’è poco da ridere e bisogna decidere bene cosa fare e ponderare bene i pro e i contro.
Il successo del post “mutui al livello più alto da cinque anni” ha riscosso un enorme successo su www.trading-italia.biz. La gente è veramente esasperata. Nel giro di 4-5 anni si è vista aumentare la rata anche del 25%.
Una difficoltà notevole, per chi, soprattutto con una famiglia a carico, deve arrivare a fine mese, senza contare le problematiche legate all’inflazione (per dati storici…) e all’aumento continuo dei prezzi dei beni di prima necessità (alimenti, benzina, elettricità, ….).
Banca Intesa qualche anno fa lanciò sul mercato un innovativo prodotto di finanziamento a lungo termine denominato “sonni tranquilli“. Il mutuo consisteva in una rata fissa e nel tempo variabile. Chi stipulava il contratto con la banca a 700€ avrebbe sempre pagato 700€ per tutta la durata del mutuo. Il tempo si sarebbe adattato agli andamenti degli interessi.
Risultato: molte persone si sono trovate la rata aumentata, in quanto il periodo “previsto” da 20-25 anni si era allungato fino a 35 anni (limite massimo per legge) e quindi doveva crescere la rata.
Senza contare poi l’aumento esponenziali degli interessi, per un periodo di 35 anni e il fatto che le rate del mutuo sono composte da 2 quote: quota di capitale e quota di interessi. Nei primi anni del mutuo però il rapporto delle due quote è completamente sbilanciato, e si va a pagare il 70-80% di quota di interessi, sulla restante quota di capitale!
Un debito quindi senza fine!
Vediamo un po’ cosa si dice in giro:
- adusbef
- federico lippi
- mutuiaconfronto
- finanzaonline
Le ultime informazioni davano che Banca Intesa aveva rimosso il prodotto dalla sua offerta. Ricercando però nel sito qualcosa di molto simile c’è ancora: tasso e durata variabili. Almeno non si chiama più sonni tranquilli!!!
Qualche commento in merito: commentate su oknotizie!
Previsioni in rialzo per lo sviluppo europeo, purtroppo però la BCE, con il suo solito bollettino settimanale, ci comunica un nulla di fatto riguardo i tassi d’interesse.
Anocra una volta l’inflazione la fa da padrone, un grosso limite per le previsioni di sviluppo.
I rischi verso l’alto per la stabilità dei prezzi sono confermati tanto dall’analisti economica quanto da quella monetaria, ma dagli ultimi dati macroeconomici è emersa anche la solidità delle variabili economiche dell’area euro, con prospettive di crescita favorevoli nel medio termine per il PIL in termini reali. Nel complesso i fondamentali si confermano solidi e questo dovrebbe favorire anche un riassorbimento delle turbolenze dei mercati. in vista del potenziale impatto complessivo della maggiore volatilità dei mercati finanziari e della rivalutazione dei premi di rischio sull’economia reale, è necessario che l’evoluzione economica sia tenuta sotto adeguata osservazione.
Via Trend Online
Ancora sui mutui subprime, perdite e calo dei prezzi
Nel discorso davanti al Senato, Bernanke ha stimato le perdite associate al problema dei crediti legati al settore subprime tra i 50-100Mld$. Ha però annunciato che fino ad adesso gli indicatori più affidabili non hanno evidenziato un calo dei prezzi delle abitazioni in modo indistinto su scala nazionale, e questo ha evitato una riduzione dei consumi.
Tassi di Interesse: ieri in area Euro i tassi di mercato sono saliti lievemente sul tratto a breve, mentre sono rimasti stabili sul lungo, comportando un lieve appiattimento della pendenza di curva sul tratto 2-10 anni. Le breakeven inflation sono rimaste stabili nonostante il rialzo greggio. Sul decennale oggi i supporti si collocano al 4,52% e 4,49%, mentre la resistenza a 4,58%. Negli Usa i tassi di mercato sono rimasti piuttosto stabili con la pendenza sul tratto 2-10 anni che si è mantenuta prossima ai 18pb. In aumento le aspettative di inflazione implicite nei Tips, probabilmente a causa del rialzo del greggio.
Ieri l’annuncio di Total della sospensione delle consegne dall’Angola a causa di motivi di forza maggiore con conseguente rialzo del greggio che ha toccato i 76 dollari al barile
Ancora il dollaro assestato sul minimo storico! Il range è tra 1,3833 e 1,3850 ancora un cambio troppo basso, ma è una soglia che non deve essere superata, pena l’instabilità dei mercati.
La BCE conferma il minimo rifinanziamento al 4%, restiamo in attesa della conferenza stampa del presidente Jean-Claude Trichet
Il direttivo della Banca centrale europea riunito oggi ha rispettato le attese del mercato, lasciando invariati i tassi di riferimento della zona euro.
Il tasso minimo sul rifinanziamento principale resta al 4%, livello raggiunto il mese scorso con una stretta monetaria di 25 punti base.
Confermati anche rispettivamente a 3% e 5% rispettivamente il tasso dei depositi overnight presso l’istituto centrale di Francoforte e quello sui rifinanziamenti marginali.
Via reuters.it
Inattesa delle della decisione della Banca Centrale Europea sui tassi d’interesse, i nostri cuori palpitano, infatti la BCE porprio oggi prenderà la sua decisione.
La Banca Centrale Europea deciderà oggi se rivedere i tassi di interesse mentre, negli Stati Uniti, attenzione alla diffusione dei dati sulle richieste settimanali di sussidi disoccupazione e l’indice Ism servizi di giugno.
Via Milano Finanza