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Il business del fotovoltaico

Wednesday, September 3rd, 2008

Sempre più si sente il bisogno di sfruttare queste famose fonti rinnovabili per far del bene all’ambiente, ma non solo, anche per il nostro portafoglio.

Soltanto qualche anno fa gli impianti fotovoltaici avevano costi improponibili, oggi invece i costi sono sostenibili e corroborati da un ritorno non indifferente, energia gratuita e rivendibile.
Questo infatti è il punto più interessante, il consumo gratuito è certo un incentivo ma nelle menti degli italiani c’è sempre il pungolo del guadagno ed cecco che da circa 3 anni è diventato possibile guadagnare con la propria energia prodotta infatti il 5 Agosto 2005 è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 181 il programma conto energia, con questo provvedimento è ora possibile vendere l’energia elettrica da impianti fotovoltaici direttamente al gestore GRTN. Ammesso e non concesso che l’impianto sia abbastanza prestante da fornire dei momenti di esubero di produzione. Momenti in cui la produzione di energia è superiore a quella consumata.

Ovviamente i costi di costruzione di un impianto fotovoltaico non sono esigui, per questo famiglie ed imprese chiedono sempre più spesso alle un appoggio finanziario per l’installazione dell’impianto e le hanno fiutato il business promuovendo e publicizzando pacchetti finanziari adatti al prodotto.

È nato perfino un premio per l’ecobanca più brava, il Green Globe Banking Award vinto quest’anno da Intesa Sanpaolo.

Ed ecco che sono nati proprio come i funghi i vari pacchetti e pacchettini o forme di finanziamento agevolato o addirittura impianti consigliati e finanziati dalla stessa banca. Ilsole24ore.com ci elenca una lista ben fornita delle banche che hanno annusato l’affare.

Le Borse scommettono sul taglio dei tassi Fed (4,25%)

Tuesday, December 11th, 2007

La Federal Reserve, preoccupata per le ramificazioni della crisi del credito, dovrebbe accontentare i mercati con un nuovo taglio dei tassi di interesse la prossima settimana. Anche se non tutti gli interrogativi di politica monetaria hanno trovato risposta: alcuni investitori chiedono a gran voce che la Banca centrale intervenga aggressivamente con una riduzione dei tassi d’interesse interbancari di mezzo punto percentuale dall’attuale 4,5 per cento. Ma nuovi dati economici, parsi rassicuranti, hanno rafforzato ieri l’ipotesi che il governatore Ben Bernanke e i suoi colleghi del Federal Open Market Committee, in occasione del vertice dell’11 dicembre, sceglieranno una manovra più prudente, da quarto di punto

Milano inverte la rotta a metà mattina e cede più di mezzo punto percentuale.
Pesa il calo di Fiat, che perde più del 2% dopo l’impennata nel finale della
seduta di ieri. Pesante anche ST che questa mattina ha annunciato l’acquisto di
Genesis microchip per 336 milioni di dollari. L’apertura era stata positiva
sulla scia della chiusura diTokyo, spinta come Wall Street alla vigilia
dall’attesa per un taglio del costo del denaro da parte della Federal Reserve.
Il Nikkei è salito dello 0,76%, tornando al di sopra della soglia dei 16mila
punti, cosa che non accadeva dal 7 novembre scorso. L’indice allargato Topix ha
guadagnato lo 0,55%. Il mercato scommette sulla Fed: chiusura in rialzo anche a
Wall Street in attesa della decisione della Federal Reserve sui tassi di
interesse, prevista per oggi. L’annuncio da parte del Fomc - il braccio di
politica monetaria della Fed - dovrebbe arrivare attorno alle 14.15 (le ore
20.15 in Italia). Il Dow Jones è salito dello 0,74%, il Nasdaq dello 0,47% e
l’S&P500 dello 0,75%.
Gli investitori si aspettano un taglio del costo
del denaro al termine della riunione del Fomc, il Comitato di politica
monetaria, tuttavia, ancora c’è incertezza sull’entità dell’intervento, se sarà
di un quarto di punto percentuale o di 50 punti base, anche se la maggior parte
degli analisti scomette per la prima ipotesi, cioè per una diminuzione dei tassi
di interesse al 4,25% dal 4,50 per cento.

Via IlSole24Ore

Oltre 100mila proposte per rinegoziare il mutuo

Monday, December 10th, 2007

Di fronte allo spettro della surroga, le aprono alle rinegoziazioni. Secono l’Abi nei primi nove mesi dell’anno i rinegoziati sono stati 42mila: un numero destinato a salire, data la crescente disponibilità degli istituti a rivedere le condizioni dei contratti accesi.Se le agevolazioni alla surroga dei – introdotte dalla seconda lenzuolata di liberalizzazioni (il Dl 7/2007) voluta dal ministro per lo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani – faticano a essere applicate, hanno però fatto da volano alle rinegoziazioni, cioè alla modifica delle condizioni stabilite all’origine dei contratti.

La rinegoziazione
Siamo già oltre 100mila proposte di rinegoziazione. Tra i primi a lanciare
una campagna ad ampio raggio c’è IntesaSanPaolo, che ha inviato 80mila mail ai
mutuatari potenzialmente a rischio per proporre la rinegoziazione. Pochi giorni
fa Unicredit e Mps hanno avviato un’analoga operazione. Unicredit ha contattato
15mila clienti in difficoltà con la rata, mentre Mps ha varato una politica per
consentire la rinegoziazione a costo zero: tutti i clienti Mps, e non solo
quelli direttamente contattati, possono chiedere di rinegoziare senza costi il
contratto, a tasso sia fisso sia variabile. A volte sono le piccole a
proporre le soluzioni più concorrenziali: come la lombarda Banca di credito
cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, che da anni rinegozia gratuitamente i
.Il boom delle rinegoziazioni (si veda anche il Sole-24 Ore di sbatao
scorso) è trainato anche dai costi, più contenuti rispetto a quelli che,
nonostante gli sgravi voluti da Bersani, continuano a pesare sulla portabilità
delle ipoteche. Questo perché, a differenza di quel che avviene per la surroga,
per modificare le condizioni del mutuo, in genere, non è necessario rivolgersi a
un notaio.

Via ilSole24Ore

Petrochina vola all’esordio in borsa a Shanghai e supera Exxon: vale mille miliardi di dollari

Monday, November 5th, 2007

Il colosso energetico cinese PetroChina è ufficialmente da oggi l’azienda con maggiore capitalizzazione al mondo. A sancire il sorpasso sulla statunitense Exxon Mobil, il boom registrato all’esordio in sulla piazza di Shanghai, dove le sue azioni, offerte per la prima volta al pubblico, hanno chiuso con un rialzo del 163,23%. PetroChina ha capitalizzato infatti una cifra pari a circa mille miliardi di dollari, distanziando così di parecchio la Exxon che sulla base del prezzo di chiusura del titolo di venerdì scorso a New York vale “appena” 488 miliardi di dollari.

Esordio stellare per la PetroChina alla di Shanghai dove le sue
azioni, offerte per la prima volta al pubblico, hanno chiuso con un rialzo del
163,23 per cento. PetroChina ha quasi triplicato il valore nel primo giono di
contrattazioni e ora ha una capitalizzazione di mille miliardi di Dollari,
superando così Exxon. Anzi il suo valore è maggiore della somma di quello di Ge
e della stessa Exxon insiemeLa PetroChina è la più grande delle compagnie
petrolifere cinesi ed era già quotata alle Borse di New York ed Hong Kong.Gli
analisti, tuttavia, considerano eccessivo l’ entusiasmo degli investitori cinesi
e l’ andamento del titolo nella più «matura» di Hong Kong, dove ha segnato
un ribasso del 6,63 per cento, sembra dar loro ragione. La prima considerazione
che induce gli analisti al pessimismo è che in Cina i prezzi dei prodotti
petroliferi sono controllati dallo Stato. La costante crescita del costo del
greggio - che ha toccato il livello record di 96 dollari al barile - può
tradursi in serie difficoltà per le imprese cinesi del settore, a meno che lo
Stato non decida di aumentare i prezzi al consumo. La scorsa settimana i prezzi
dei prodotti petroliferi sono stati aumentati di una media dell’8% e si ritiene
difficile che si abbiano altri aumenti a breve scadenza. In secondo luogo, molti
temono che la di Shanghai - che non fa che crescere da un anno - sia una
«bolla» destinata a scoppiare con gravi conseguenze sull’ economia
cinese.Proprio oggi il primo ministro Wen Jiabao ha ricordato che il governo di
Pechino «prenderà le misure necessarie a prevenire le bolle finanziarie e per
evitare drammatiche fluttuazioni sul mercato azionario». La PetroChina e altre
due imprese pubbliche, la Sinopec e la Cnooc, detengono insieme il 90 per cento
della produzione di derivati del petrolio della Cina. Inoltre, il 71 per cento
delle riserve di petrolio del paese sono nelle mani della PetroChina.

Via IlSole24Ore

Il boom di PetroChina, quotata anche a New York e Hong Kong, potrebbe
nascondere però alcune insidie. Gli analisti considerano infatti eccessivo
l’entusiasmo degli investitori cinesi e l’andamento del titolo nella più
“matura” di Hong Kong, dove ha segnato un ribasso del 6,63 per cento,
sembra dar loro ragione. La prima considerazione che induce gli analisti al
pessimismo è che in Cina i prezzi dei prodotti petroliferi sono controllati
dallo Stato. La costante crescita del costo del greggio - che ha toccato il
livello record di 96 dollari al barile - può tradursi in serie difficoltà per le
imprese cinesi del settore, a meno che lo Stato non decida di aumentare i prezzi
al consumo. Ma i dubbi degli esperti investono in realtà non solo il valore
reale di PetrolChina, ma più in generale l’attendibilità delle quotazioni
espresse sulla piazza di Shanghai, che da un anno a questa parte non fa che
crescere. Il timore è che si tratti di una “bolla” destinata a scoppiare con
gravi conseguenze sull’economia cinese. Proprio oggi il primo ministro Wen
Jiabao ha ricordato che il governo di Pechino “prenderà le misure necessarie a
prevenire le bolle finanziarie e per evitare drammatiche fluttuazioni sul
mercato azionario”.

Via Repubblica

Easy Jet acquista Gb Airways. Più voli in Europa del Sud

Thursday, October 25th, 2007

La compagnia aerea britannica low cost easyJet ha raggiunto un accordo per rilevare la rivale GB Airways per 103,5 milioni di sterline. L’accordo, ha detto la società, esclude gli slot di decollo e atterraggio all’aeroporto Heathrow di Londra. GB Airways è un vettore con base principale allo scalo londinese di Gatwick, con rotte verso il Sud Europa e il Nord Africa. Allo stesso tempo, British Airways ha annunciato la fine del suo accordo di franchise in Gran Bretagna con GB Airways a partire da marzo 2008

Easy Jet, la seconda compagnia aerea low cost, ha acquistato Gb Airways per
103,5 milioni di sterline. Il gruppo intende aumentare i suoi voli nell’Europa
del sud e nel Nord Africa. L’acquisizione da Bland Group esclude gli slot che Gb
Airways ha all’aeroporto londinese di Heathrow. La compagnia opera per lo più
tra Sud Europa e Nord Africa con voli in 31 destinazioni.

Via ilSole24Ore

La compagnia aerea britannica low cost EasyJet, ha annunciato di aver
raggiunto un accordo per rilevare la rivale GB Airways per un valore di 103,5
mln di sterline.L’accordo, esclude gli slot di decollo e atterraggio
all’aeroporto Heathrow di Londra.Intanto sul listino londinese, le azioni
EasyJet, stanno salendo del 3,52% a 603 pence.

Via Repubblica

Qui la history della Easy Jet
http://www.easyjet.com/IT/Su/Pacchetto/infopack_keyevents.html

L’Antitrust indaga sugli aumenti della pasta

Tuesday, October 23rd, 2007

Dopo il pane (già citato nel nostro blog), anche la pasta entra nel mirino dell’Antitrust, che ha aperto un’istruttoria per possibili violazioni della concorrenza per gli aumenti dei prezzi della pasta. L’Autorità, si legge nel comunicato, indagherà per accertare che ci siano state “possibili intese restrittive della concorrenza nei confronti di Unione industriale pastai italiani e di Unione nazionale della piccola e media industria alimentare”. Le associazioni, infatti, “potrebbero aver dato indicazioni per aumenti dei prezzi omogenei sul territorio nazionale”.

L’Antitrust ha aperto un’istruttoria per possibili violazioni della
concorrenza per gli aumenti dei prezzi della pasta. La pratica riguarda
«possibili intese restrittive della concorrenza nei confronti di Unione
industriale pastai italiani e di Unione nazionale della piccola e media
industria alimentare». Le associazioni, infatti, «potrebbero avere dato
indicazioni per aumenti dei prezzi omogenei sul territorio nazionale».
L’istruttoria dovrà verificare se le indicazioni di aumento del prezzo da
applicare alla pasta, a partire da settembre, fornite dalle due associazioni,
abbiano ristretto la concorrenza. Secondo l’Autorità, infatti, «i dati sugli
incrementi di prezzo da attuare potrebbero aver costituito un punto di
riferimento per l’aumento del prodotto finito, inducendo i singoli produttori ad
adottare una strategia uniforme anzichè concorrere sul prezzo a fronte
dell’aumento del grano e quindi della farina».

Via ilSole24Ore

L’istruttoria, che dovrà concludersi entro il 30 novembre del 2008, è stata
avviata anche a seguito di una denuncia presentata da Federconsumatori Puglia.
Nella segnalazione veniva citato un incontro avvenuto a Roma tra circa 50
imprese sulle 160 aderenti ad Unipi che rappresentano l’85% della produzione
complessiva del settore, dal quale sarebbe emersa la decisione di aumentare il
prezzo della pasta. Nel corso della preistruttoria gli uffici dell’Autorità
hanno individuato indicazioni analoghe da parte di UnionAlimentare sulla base di
dichiarazioni rilasciate dal presidente. I provvedimenti, conclude l’Antitrust,
sono stati notificati alle due associazioni, nel corso di alcune ispezioni
effettuate dai funzionari dell’Autorità, coadiuvati dal Nucleo Speciale Tutela
Mercati della Guardia di Finanza.

Via Corriere

Il G-7 vara il piano Draghi

Monday, October 22nd, 2007

Il G-7 ha approvato ieri il programma di lavoro presentato dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi. Un programma che propone cinque linee d’azione ai 7 grandi per curare le debolezze dei mercati finanziari messe in luce dal “turmoil” della scorsa estate. Il gruppo di lavoro coordinato dal Governatore della banca centrale italiana comincerà a definire raccomandazioni all’inizio dell’anno prossimo mentre il rapporto finale è atteso per il meeting del G-7 del prossimo mese di aprile. Ma intanto, ieri è stato accolto il quadro che dà la direzione di marcia del piano Draghi.

La prima linea riguarda la gestione del rischio e della liquidità da parte
delle , tenendo conto anche delle entità fuori bilancio, come sono ad
esempio i “conduit”, e delle linee di credito erogate a queste entità esterne.
Il secondo campo d’azione riguarda l’esame di come le conducono i loro
stress testing, vale a dire le smulazioni delle modalità di reazione di fronte a
una crisi . Il terzo argomento affrontato dal rapporto Draghi ai
Sette Grandi riguarda le modalità di valutazione dei prodotti finanziari
strutturati, segnalando chiaramente che per la stima del rischio occorre
maggiore trasparenza.La quarta linea di approfondimento consigliata è invece
rivolta all’esame dell’operato delle agenzie di rating. Si tratta di un segno
evidente che la recente, forte caduta di fiducia nella capacità di questi
soggetti privati di essere valutatori unici e sinora insindacabili del merito di
credito sta preoccupando tutti i paesi industrializzati, Stati Uniti
compresi.Anche se finora non è emerso un orientamento univoco rispetto
all’esigenza di adottare per questi soggetti una qualche regolamentazione di
tipo “pubblicistico”, ci si interroga anche sui potenziali conflitti d’interesse
esistenti nelle attività delle agenzie di rating, sul loro ruolo nell’enorme
sviluppo dei prodotti di finanza strutturata e sull’uso che gli investitori
hanno fatto delle pagelle assegnate a questi prodotti.

Via IlSole24Ore

Finanziaria: Salta il tetto all’Ici, ma restano escluse dal beneficio ville e case di lusso

Friday, October 19th, 2007

Negli sconti Ici sulla prima casa spunta in extremis il tetto di reddito. Al taglio dell’imposta, secondo quanto si apprende dalle slide di presentazione della manovra predisposte ieri dal Governo, potranno accedere solo i contribuenti con reddito fino a 50mila euro. Confermati, invece, sia il limite massimo della nuova detrazione (200 euro a contribuente) sia il parametro di calcolo, cioè l’1,33 per mille del valore catastale dell’immobile.

Il piatto forte per il grande pubblico è rappresentato dal colpo di spugna
al tetto di reddito per lo sconto Ici, che il testo del Governo all’esame dalla
commissione Bilancio del Senato aveva fissato a quota 50mila euro. Saranno,
però, escluse, le case di lusso (categoria catastale A1) e le ville (A8). È un
pacchetto nutrito, quello degli emendamenti presentati in commissione Bilancio
al Senato alla per il 2008, quantificato dal relatore Giovanni
Legnini (Ulivo) in circa 1.700, di cui 800 dell’opposizione. La maggioranza,
dunque, ha presentato più emendamenti dell’opposizione, tanto che nel pomeriggio
è convocata una riunione per una drastica riduzione degli emendamenti presentati
dall’Unione. «Si tratta - dice Legnini, che ha sottolineato di apprezzare lo
sforzo dell’opposizione - di un numero molto inferiore rispetto agli anni
scorsi, un terzo degli anni passati».L’Esecutivo, in particolare, un circa 40
emendamenti, rimette mano al forfettone per i contribuenti minimi, all’Ires, ai
fondi per il ministero dell’Università e a quelli per non autosufficienti.
Ulteriori fondi arrivano anche per la razionalizzazione della rete consolare.
Altri emendamenti del Governo incidono sulla fatturazione elettronica,
sull’aggiornamento del catasto dei terreni, sul programma straordinario di
ammodernamento tecnologico dell’assistenza sanitaria, che riceve nuovi fondi.
Ulteriori risorse sono, inoltre, proposte per la metropolitana di Milano, e per
l’ammodernamento tecnologico dell’assistenza sanitaria. Si riduce il taglio sui
Comuni montani.

Via IlSole24Ore

Alleanza di banche Usa contro la crisi del credito

Monday, October 15th, 2007

Grandi alleate per un piano d’emergenza. Obiettivo: garantire collettivamente con una super società veicolo obbligazioni legate a immobiliari subprime e altri titoli di scarsa qualità fino a un controvalore complessivo di 100 miliardi di dollari. Una mossa concordata con il governo evitare un’ondata di svalutazioni da parte degli istituti di credito e, di riflesso, il rischio d’innescare una nuova grave crisi creditizia.

Il piano è stato elaborato da Citigroup e altri grandi istituti di credito
statunitensi, tra i quali Bank of America e JP Morgan Chase, in una riunione
riservata svoltasi tre settimane fa al Dipartimento del Tesoro di Washington. Lo
hanno rivelato fonti vicine alle trattative al Wall Street Journal, che ha
pubblicato la notizia in prima pagina, specificando che la riunione è stata
coordinata dal sottosegretario per le finanze interne Robert Steel, ex dirigente
di Goldman Sachs e braccio destro del segretario al Tesoro Henry Paulson, che a
sua volta prima dell’attuale incarico aveva guidato la prima banca
d’investimenti del mondo. Il nuovo fondo è studiato proprio per cercare di
disinnescare quello che Citi e le altre grandi considerano come una
minaccia velenosa al mercato mondiale: il pericolo che decine di fondi detenuti
da siano obbligati a scaricare sul mercato miliardi di dollari di titoli
garantiti da immobiliari facendo crollare i prezzi. Un crollo che, a sua
volta, provocherebbe forti svalutazioni da parte di , intermediari ed
hedge fund che detengono tali titoli in portafoglio. L’effetto domino potrebbe
andare anche oltre: se le , a loro volta, avessero la necessità di
svalutare ulteriori attività in portafoglio, questo potrebbe innescare una
restrizione più ampia dei finanziamenti con contraccolpi per le famiglie e per
l’intera economia.

Via ilSole24Ore

L’Abc della manovra finanziaria spiegata singole voci

Saturday, October 13th, 2007

Il Sole 24 ore propone un articolo che spiega in singoli punti la manovra del 2008.
Un ABC utile e dettagliato per singoli punti in cui è facilitata la ricerca per parole chiave, è comodo da leggere e facile da utilizzare.

Una più snella quella per il 2008, costituita da 97 articoli,
con una serie di misure che vanno dal riutilizzo delle risorse derivanti dalla
lotta all’evasione fiscale per gli sconti Ici e gli interventi in favore delle
fasce deboli del Paese, alla semplificazione e alla riduzione dei costi fiscali
per le imprese. Un forte impulso arriva anche sul fronte delle infrastrutture e
della ricerca. Prevista, poi, una riqualificazione della spesa pubblica che
continua a cavalcare e la riduzione dei costi della politica. Nelle pieghe della
, ci sono anche nuove regole per la maternità e i congedi parentali
di chi accoglie un bimbo in affido o in adozione.

Ecco, articolo per articolo, il contenuto della per il 2008,
varata dal Consiglio dei ministri il 28 settembre e attualmente all’esame del
Senato.
Accise …
Acquisti di beni e servizi nella Pubblica amministrazione …
Adozioni e affidamenti …
etc etc ..

Via IlSole24Ore