Adesso il dollaro fa la parte del leone e sta recuperando soll’euro di giorno in giorno, adesso un euro vale 1,36 dollari, rispetto a 13 mesi fa è stato raggiunto il livello più basso, adesso conviene sempre meno comprare e/o andare in America, ma di contro si avrà un maggiore guadagni sui introiti provenienti dagli USA, pubblicità Adsense compresa, ricordiamoci quando a gennaio-febbraio l’euro valeva più di 1,50 dollari perà il petrolio era ai massimi livelli.
In ogni modo questa ascesa del dollaro è dovuta all’approvazione del piano finanziario di Bush che ha permesso di rifiatare aun pò il mercato considerando che per comprare le azioni “bidone” ci vorranno circa 6 settimane, quindi per risvegliare l’euro dal suo “torpore” bisogna attendere la decisione della BCE di tagliare i tassi di interesse, che potrebbe dare un risvolto all’economia europea anche se sarà difficile.
L’euro si indebolisce ancora e tocca il livello più basso degli ultimi 13 mesi sotto 1,36 dollari.
Via ilsole24ore
La causa principale che ha generato il continuo crescendo del prezzo del petrolio arrivando anche a 150 dollari a barile è da imputarsi esclusivamente alla speculazione incontrollata, se non ci fosse stata o se l’avessero fermata in tempo, il prezzo del greggio sarebbe stato sui 80 dollari a barile, questa analisi è stata fatta da Jesus Reyes Heroles, amministratore delegato di Petroleos Mexicanos, però la colpa è anche di chi non ha saputo fermare i speculatori in primis gli americani che dovevano vigilare al meglio le contrattazioni dei derivati petroliferi.
L’aumento percentuale è stato di circa 70 punti in più del previsto e sta a significare come la speculazione abbia raggiunto dei livelli massimi come a sottolineare che il mondo è in mano ai paesi produttori di petrolio e che sono loro a fare la voce grossa.
In ogni modo per arginare, almeno in parte, il problema bisogna limitare il numero di contratti per singolo investitore in modo da contenere la domanda speculativa rispetto alla domanda effettiva.
Il prezzo del greggio sarebbe di circa 80 dollari al barile se non ci fosse la speculazione a spingere le quotazioni dell’oro nero.Un 38% in meno rispetto all’attuale prezzo che ridarebbe fiato alle economie dei paesi consumatori.
Via ilsole24ore
Continua l’epopea italiana del costo benzina. Il prezzo benzina schizza sempre più in alto, il dollaro più in basso. In un’altalena anti-conformista che sta tirando la catena al collo di tutti coloro costretti ad usare un proprio mezzo a benzina / diesel. Distributori di benzina “discount” presi d’assalto, anche se magari si risparmiano solo pochi centesimi al litro… ma evidentemente oramai si sta proprio toccando il fondo.
Parliamo però sempre di costi di diesel e benzina verde al litro. Ma proviamo ad analizzare dei casi reali, su un chilometraggio e prendendo come esempio un’auto normale, popolare.
Prendiamo una FIAT Punto 1.3 Diesel (multijet) 5 porte. Macchina turbodiesel di media-bassa cilindrata. Poco meno di 70 cavalli. Trazione anteriore, e un consumo ridottissimo che la porta sul misto ad usare 4,5 litri di gasolio per 100 km (circa 22 kilometri con un litro) e ha un serbatoio di 49 litri (fonte quattroruote).
Il diesel oggi, quello normale non quello da ricchi, ha un costo medio di 1,525 € per litro (fonte prezzibenzina). Andiamo con la nostra Punto dal distributore, a secco, e facciamo il pieno: 74 € (settantaquattroeuro…) e facciamo così fumare una giornata di lavoro abbondante. Teoricamente (se non esageriamo con il pedale) con 74 € percorreremo più di 1.000 kilometri, ma secondo me è un mero sogno! Consiglio quindi di leggere la tabella del costo dieselometrico sottostante con un velo di pessimismo e di non considerare che la vostra macchina difficilmente supererà i 16-18 con un litro…
Kilometri | Prezzo (22 km/l) |
1 | € 0,069 |
10 | € 0,693 |
22 | € 1,525 |
50 | € 3,466 |
100 | € 6,932 |
150 | € 10,398 |
200 | € 13,864 |
250 | € 17,330 |
500 | € 34,659 |
1.000 | € 69,318 |
5.000 | € 346,591 |
10.000 | € 693,182 |
15.000 | € 1.039,773 |
30.000 | € 2.079,545 |
Foto di nerovivo
Dopo le dichiarazioni del presidente della FED, Bernanke, che aveva detto che per far fronte all’inflazione che ha raggiunto livelli altissimi, a maggio sono sui 5,5%, devono aumentare i tassi di interesse, e aveva anche sottolineato che l’economia americana non è a rischio, così il dollaro ha ripreso fiducia e ha cominciato a rialzare la testa nei confronti della moneta europea.
L’euro passa 1,5597 dollari rispetto a i 1,5711 di ieri, bisogna vedere come reagirà il mercato americano, se reagirà bene allora potrebbe succedere che il dollaro recuperi bene e in questo modo ci guadagneremo tutti e il prezzo del petrolio tenderà a scendere.
Dollaro sempre piu’ forte nei confronti dell’euro dopo le dichiarazioni del presidente della Fed, Ben Bernanke. Il dollaro quota a 1,5597 contro euro rispetto alla chiusura dei mercati europei a 1,5711
Via ilsole24ore
Ormai il prezzo del petrolio aumenterà sempre di più, adesso è arrivato a 140 dollari a barile, mentre a gennaio era appena poco più di 100 dollari a barile, il che fa pensare che per la fine dell’anno potrebbe benissimo arrivare a 170-180 dollari o addirittura a 200 dollari a barile!
Questa situazione non fa altro che peggiorare il sistema economico mondiale e il tasso interbancario è salito a 5,6, praticamente un record e l’euro sta diventando sempre più forte nei confronti del dollaro, queste condizioni stanno metterndo a dura prova il mercato mondiale in particolare modo gli USA e l’Europa, ma il problema è che nessuno fa qualcosa per sistemare questa "falla", anzi la alimentano (vedi Trichet).
Come ben sappiamo che le ragioni del’aumento del prezzo del greggio è dovuto all’aumento costante della domanda dei grandi paesi, in particolare modo quelli asiatici, mentre l’offerta è notevolmente più rigida il che dipende dalla perdita di valore del dollaro, poiché gran parte delle transazioni sul greggio avvengono in dollari quindi si è instaurato un rapporto tra il tasso di cambio del dollaro americano e il prezzo del petrolio ergo il dollaro cade e il prezzo del greggio aumenta.
Tutto questo, a lungo andare, genererà un aumento della povertà e un aumento del portafoglio di quelli che sono già ricchi, insomma la classe media sparirà e ci sarà un divario netto tra i poveri e ricchi, come 100 anni fa!
Insomma, se non facciamo qualcosa al più presto c’è da avere paura per il futuro, per noi e sopratutto per i nostri figli!
Con il petrolio a 140 dlr, dicono i consumatori, si alza il prezzo della bolletta energetica, con un impatto sull’inflazione del 4,3%.
Via ansa
L’Euro ormai si sta comportando come un rullo compressore, adesso il dollaro vale 1,58 €, il cammino trionfale della moneta europea è dovuto al caro petrolio e alla recessione americana, nonostante la FED continui a tagliare i tassi di interesse in modo da risollevare l’economia e quindi sostenere la crescita economica.
Con questi valori l’Europa farà ancora più fatica a esportare i prodotti, il che significa che l’export sarà molto basso, e quindi la crescita dell’economia Europea sarà molto risicata, senza considerare quelli che guadagnano con internet a livello pubblicitario, per esempio Adsense paga solo in dollari il che significa meno soldi in euro.
Però c’è l’altro verso della medaglia, cioè maggiore import a prezzi molto convenienti sia a livello industriale sia a livello privato, i viaggi in America, i prodotti tecnologici, e tanto altro costeranno ancora meno.
Nelle prime contrattazioni sulla piazza europea la moneta unica si spinge sui massimi di un mese contro il dollaro, superando la soglia di 1,58 dollari già testata ieri
Via wallstreetitalia
”Dopo quasi un biennio di allentamento, emerge per la prima volta un irrigidimento delle politiche di offerta per l’erogazione dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni”.
E’ quanto rileva la Banca d’Italia a commento dell’indagine sul credito bancario effettuata in Italia. Non solo famiglie, pero’, ma anche le aziende. Infatti, nei primi tre mesi dell’anno in Italia i criteri per l`erogazione di prestiti alle imprese hanno registrato una ulteriore restrizione.
Questa dimunuzione dell’erogazione dei mutui è probabilmente legata alla costante decrescita degli acquisti nel mercato immobiliare, di cui abbiamo parlato qualche tempo addietro.
Il segnale non è positivo, soprattutto se letto nell’ottica della decisione della BCE di lasciare invariati i tassi:
In linea con le attese la Bce ha lasciato invariato il livello dei tassi di interesse al 4%.
La decisione è stata unanime, ha detto il presidente della Bce, Jean Claude Trichet.
L’elevata inflazione è un fatto temporaneo causato dagli alti prezzi alimentari ed energetici, ha poi aggiunto. Tuttavia nel medio termine permangono rischi al rialzo sul fronte della stabilità dei prezzi. Prezzi al consumo il cui indice si manterrà nei prossimi mesi al di sopra del 2%. Il termine “vigilanza” non scompare dal nostro vocabolario, ha ricordato Trichet, le cui parole hanno provocato un forte rimbalzo dell’euro che da 1,5317 scambia alle 15,17 a 1,5393 nei confronti del dollaro.
Quando il petrolio aveva sforato la quota di 100 dollari a barile, gridavamo allo scandalo e molti auspicavano ad un imminente ribasso, invece la tendenza ad aumentare si è sempre fatta più insistente, oggi il petrolio è quotato a 121 dollari a barile.
Il problema principale di questi continui aumenti è dovuto al fatto che l’inflazione la fa da padrone nel mondo e la recessione americana non favorisce la situazione nonostante il taglio dei tassi da parte della FED, e in più l’Europa non è messa meglio.
Per calmierare questa impennata dei prezzi la OPEC dovrebbe aumentare la produzione del greggio, ma non ha alcuna intenzione di farlo e la possibilità che il prezzo del petrolio passi a 200 dollari a barile, diventa alquanto fattibile entro nel 2009 in base alla previsione di Arjun N. Murti, analista di Goldman Sachs.
Se questa previsione si avvererà, sarà l’inizio di un cataclisma che farà parecchie vittime, e ci troveremo parecchie famiglie in strada.
I prezzi del petrolio potrebbero salire tra i 150 e i 200 dollari al barile nell’arco dei prossimi due anni. È quanto prevede Arjun N. Murti, analista di Goldman Sachs. Stando all’esperto, che nel marzo 2005 aveva previsto una «super impennata» delle valutazioni tra i 50 e i 105 dollari al barile, i colli di bottiglia dal lato dell’offerta non permetteranno di soddisfare la crescente domanda dai paesi in via di sviluppo. Le previsioni di Goldman Sachs giungono in concomitanza con il raggiungimento degli ennesimi record. Il petrolio, infatti, non arresta la corsa salendo a New York fino a 120,93 dollari ed a Londra a 119,07.
Vai sole24ore
Tutta l’europa vuole che la Banca Centrale Europea tagli i tassi di interesse in virtù del fatto che siamo vicini ad una probabile recessione, grazie al prezzo del petrolio che aumenta di giorno in giorno e al dollaro che perde continuamente colpi.
Questo insieme di fattori ha generato una inflazione insostenibile per il mercato europeo, per contrastare e quindi limitare i danni chiedono a Trichet di tagliare i tassi di un quarto di punto, invece ecco che avviene la mossa a sorpresa:
la BCE vuole fare l’opposto, cioè aumentare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione e quindi rimettere i prezzi al giusto livello.
Trichet ha sottolineato che le imprese dovrebbero moderare i salari affinchè l’inflazione resti al suo posto altrimenti attueranno la proposta di alzare, subito, i tassi in modo che l’inflazione vada al limite fissato pari al 2%, il che sarà una guerra al sangue visto che l’inflazione attuale è del 3,5%!
Riassumendo, se va come sta andando, a giugno aspettiamoci un rialzo pari al 4,25% il che significherà un ulteriore aumento della rata del mutuo e il conseguente aumento di famigle insolventi impossibilitate a rispettare la scadenza!
Non solo per l’area dell’euro non si profilano tagli sul costo del danaro, ma anzi, «se sarà necessario» a imbrigliare l’inflazione, che galoppa ben oltre il limite fissato del 2% a causa dei prezzi del greggio e dei cereali, la Banca centrale europea è disposta ad aumentare i tassi di interesse, fermi al 4 per cento mentre la Federal Reserve americana li ha portati al 2,25 per cento.
Vai Sole24Ore
Con la crisi subprime che ha travolto gli Stati Uniti d’America, mettendo sul lastrico parecchie famiglie, ormai in parecchie città si trovano delle tendopoli dove le famiglie che non state in grado di rispettare la scadenza mensile del mutuo sono state costrette ad lasciare la casa alle banche perdendo tutto quello che hanno construito in una vita e si ritrovano a dormire in tenda nelle zone create apposta per loro.
Se ci facciamo un giro nelle zone limitrofe delle grandi città troveremo parecchie casa in vendita e con la crisi del dollaro comprare una villetta con 3 bagni, 3 camere da letto, giardino, garage etc, costerà "solo" 80.000/100.000 euro, praticamente un affare per chi vuole farsi una casa per le vacanze a Miami, Los Angeles, San Francisco etc..
Mentre a New York, comprare un appartamento in uno dei grattacieli residenziali lo trovi a 150.000-180.000 euro.
Questo giro di affari fa gola alle agenzie immobiliari Americane che, pur di accaparrarsi nuovi clienti, organizzano visite ad hoc con rimborso del viaggio aereo e dell’hotel, insomma gli stranieri stanno fiutando l’affare.
Quindi consiglio, a chi ha soldi e ama girare in America, di comprare anche solo per puro investimento!
Investitori non-americani, soprattutto europei, sono a caccia di occasioni immobiliari "a sconto" in America, complici i mutui subprime e l’euro forte. I prezzi in alcune citta’ sono calati fino al 19,3% (Miami e Las Vegas). A New York -5,8%.
Vai wallstreetitalia