Questo post nasce da una riflessione in merito ai recenti fallimenti negli USA di alcune delle più famose Banche d’Affari, la princiapale delle quali è la Lehman Brothers.
La riflessione mi porta a riflettere su due concetti principali: creazione di ricchezza e speculazione.
Nel primo caso abbiamo una società o un privato che investe un capitale in un progetto concreto e reale, porta a compimento il progetto e realizza un utile. In parole poverissime, prendiamo ad esempio la costruzione di una casa: il costruttore investe una somma x con la quale compra il terreno, compra i materiali edili, paga le maestranze. Dopo un numero variabile di giorni/mesi la costruzione della casa è terminata e il costruttore può rivenderla ricavandoci un utile.
Nel secondo caso, invece, abbiamo un operatore che entra sul mercato nel momento presente, assumendo posizioni il cui esito, positivo o negativo, dipenderà dal verificarsi o meno di eventi aleatori su cui egli ha formulato delle aspettative. Se l’evento aleatorio si manifesterà in linea con le aspettative, l’operazione speculativa avrà esito positivo, cioè produrrà un profitto, nel caso contrario si avrà una perdita. Esempio facile facile, io ho un capitale, ritengo che fra 5 giorni il petrolio valga x+1 investo oggi in petrolio al valore x sperando di rivenderlo fra 5 giorni a x+1.
Ora, dopo questa brevissima dissertazione, arriviamo al nocciolo del discorso. Chi, stando all’esempio, costruisce una casa produce ricchezza per se e per altri (ovverosia i fornitori di materie prime, i lavoratori e via dicendo), chi specula produce ricchezza solo per se.
Io ho mie particolari conclusioni in merito, ma mi piacerebbe piucchealtro ascoltare pareri!
Fatevi avanti!
Immagine di Mak su Macchianera
E’ incredibile ragazzi. Ormai la notizia della denuncia Mediaset contro Youtube (by Google) ha fatto il giro del mondo. Il risarcimento di 500 milioni di €, pari a circa 780 milioni di $ è di dimensioni colossali.
Tutti erano in attesa di contromosse da parte di Youtube, o meglio di Google, ma nessuno si aspettava la mossa che è successa in questi minuti e che si sta diffondendo via web tramite Instant Messaging.
Ebbene si, il gruppo tecnologico ormai più grande e potente al mondo, risponde alla denuncia Mediaset (Berluscolandia) con una mossa assolutamente di forza. Pare che i fondatori si siano sentiti talmente offesi dai fatti che subito si sono messi all’opera per l’acquisizione della maggioranza delle quote.
Cosa succederà al gruppo Mediaset ora? Quali i risvolti sull’economia italiana e sulla politica? Staremo a vedere attendendo i comunicati ufficiali.
…
p.s.: Questa è chiaramente una bufala. Ogni fatto citato, oltre all’effettiva denuncia in corso, è puramente frutto di fantasia e non è minimamente collegato alla realtà dei fatti. La notizia seria la trovate qui.
L’inflazione galoppante colpisce questa estate italiana, come la cinese ci aveva colpiti durante l’inverno qualche anno fa. La crisi ormai è sensibile. Il dollaro vale sempre meno, il petrolio di contropartita costa sempre di più. L’Italia purtroppo vive di trasporti via ruota, dove l’incidenza del carburante è massima. E tutto si riversa nell’economia familiare, colpendo direttamente i generi di prima necessità.
L’Istat conferma: inflazione a giugno ai massimi da 12 anni, con l’indice che sale al 3,8%, in accelerata rispetto al 3,6% di maggio. A correre di più sono soprattutto i prezzi di alimentari (+6,1%), acqua, elettricità e combustibili (+7,2%), trasporti (+6,9%). All’origine dei maxi-rincari c’è ancora una volta la corsa delle quotazioni del petrolio, che da mesi continua ad aggiornare i suoi massimi. (via tgcom)
Sul sito Rivaluta potete analizzare per conto vostro i dati storici relativi all’inflazione. Noi vi abbiamo semplicemente mostrato il grafico degli ultimi 2 anni, pensiamo possa bastare per scuotervi un attimino…
Tutto aumenta. Dagli stabilimenti balneari al pane, per arrivare alle bollette acqua, luce, gas. Vere e proprie stangate. E la rata del mutuo, che si impenna a sua volta, diventa sempre di più un cappio al collo!
In America non si trova più un Apple Iphone, il cellulare del momento, in nessun negozio e anche le vendite online sul sito della Apple sono state sospese, il motivo ufficiale di questa operazione di mercato è che attualmente non hanno più disponibilità a magazzino, però l’azienda californinana non ha specificato se intende continuare la produzione del Iphone in modo da soddisfare la richiesta.
Questa situazione fa pensare che l’amministratore delegato della Apple, Steve Jobs, abbia in mente di lanciare un nuovo prodotto del Iphone, più peformante del attuale. In ogni modo sapremo le intenzioni della società alla prossima conferenza che si terrà il 9 giugno e in quel momento si saprà tutto.
Il motivo principale di questa operazione di mercato è quello di aumentare le quotazioni in borsa della Apple e molti analisti consigliano di comprare azioni in questo momento perchè dopo il 9 giugno ci sarà una impennata!
Il telefono cellulare lanciato da Apple, l’iPhone, e’ praticamente introvabile negli Stati Uniti. Non e’ disponibile nemmeno online, sul sito della societa’. Si tratta, evidentemente, di segni premonitori del lancio di un nuovo modello che potrebbe presto irrompere nel mercato.
Vai wallstreetitalia
Incredibile passo indietro da parte del gruppo Microsoft, stavolta ha abbandonato i propositi di crescita che doveva fare insieme a Yahoo! in modo da poter contrastare la leadership di Google nel settore pubblicitario.
Il motivo di questo ritiro sono i costi, diffatti erano troppi, a loro dire, 53 miliardi di dollari per acquistare Yahoo!, in ogni modo questo ritiro dall’offerta ha il sapore di una manovra che ha lo scopo finale di calmierare le acque oppure intende aspettare che Yahoo! faccia il suo passo e cerchi Microsoft per allearsi, però entrambi hanno il tempo come nemico in quanto più si aspetta più il potere di Google cresce.
Potrebbe anche succedere che Yahoo! preferisca l’alleanza con Google anche se sotto il profilo economico non è molto alettante, in quanto ci rimetterà in borsa.
Staremo a vedere come si metteranno i mercati attuali, ma sicuramente il gruppo Microsoft ha perso terreno e se Yahoo! non decide al più presto cosa vuole fare, rischia grosso!
Microsoft ha ritirato l’offerta di acquisto per il portale internet Yahoo, presentata in febbraio. Il passo indietro del colosso del software è dovuto alla mancanza di un accordo sul costo dell’operazione: troppi 53 miliardi di dollari per sfidare Google sulla pubblicità online. Ad annunciare la decisione è stato un portavoce della società di Redmond, che ha presentato i contenuti di una lettera inviata ieri dall’amministratore delegato Steve Ballmer ai vertici di Yahoo!. Microsoft - ha scritto l’ad - non è disposta a pagare 47,5 miliardi di dollari, vale a dire 33 dollari per azione.
Vai lastampa
«La nostra strategia è chiara, precisa e lineare: consolidare la leadership nella televisione generalista, sviluppare un’offerta multicanale tramite una struttura multipiattaforma e potenziare le posizioni di forza conquistate sul mercato dei contenuti»
Fedele Confalonieri
Mediaset ad oggi appare una delle aziende più solide e con maggiore prospettiva di sviluppo per il futuro. Le implicazioni politiche delle elezioni del 2008 lasciano intravedere ulteriori sviluppi in crescita nei prossimi cinque anni.
Nell’ultimo periodo Mediaset ha acquistato Endemol, Medusa Film e Taodue diventando uno dei principali produttori di contenuti al mondo. Una realtà attiva in oltre 25 Paesi (fra cui Spagna, Germania, Regno Unito, Austria, Paesi Bassi, Belgio, Norvegia, Svezia, Danimarca, Ungheria e Romania) e destinata a registrare sviluppi significativi come si evidenzia anche dai risultati attesi per questo 2008, che per Endemol si dovrebbe chiudere con ricavi a 1,3 miliardi e un Ebitda in crescita a due cifre a circa 230 milioni.
Risultati di grande soddisfazione, realizzati con il contributo di pressoché tutte le aree operative, a partire da quella raccolta pubblicitaria che ha evidenze importanti anche in questo primo scorcio del 2008. L’esercizio in corso, puntualizza Giuliano Adreani, amministratore delegato di Mediaset dal 1996 e capo di Publitalia, la concessionaria del gruppo, «è iniziato bene e nel primo bimestre abbiamo conseguito un progresso del 5 per cento; performance poi scesa a circa il 3% a fine marzo poiché il primo trimestre è stato influenzato dalle festività di Pasqua». Flessione recuperata ad aprile, anche per i motivi opposti.
Da segnalare i recenti investimenti in Cina, dove ha aperto una Joint Venture con una società cinese per la trasmissione di eventi sportivi, e l’acquisto da parte della controllata Telecinco di una partecipazione azionaria (del 28%) di un’emittente caraibica.
Gli investimenti suddetti non sono troppo rilevanti, ma rendono comunque l’idea di una società in sviluppo e che mira a crearsi una crescita strutturale rilevante.
La corsa dell’inflazione L’inflazione nella zona euro non ferma la sua corsa e a marzo, secondo Eurostat, ha toccato un nuovo record, attestandosi al 3,6%. In aumento anche rispetto al 3,5% della stima flash.Si tratta del 3/o rialzo consecutivo nel 2008. A trascinare in alto i prezzi il caro-petrolio e gli alimentari soprattutto latte,uova e formaggi. Nel marzo 2007, l’indice dei prezzi al consumo nella zona euro era all’1,9%. Nell’intera Ue l’inflazione si è attestata al 3,8%. I prodotti alimentari a marzo hanno fatto registrare su base annua un incremento dei prezzi del 6,2% (+0,5% rispetto a febbraio). Gli aumenti nel settore dei trasporti, invece, sono stati su base annua del 5,6% (+1,3% rispetto allo scorso febbraio), dovuti essenzialmente al rincaro del carburante e dei combustibili. Questi ultimi sono alla base anche dell’aumento dell’inflazione nel settore energia, che ha fatto registrare rispetto al marzo 2007 un balzo dell’11,2% (+2,3% su febbraio).
Non sempre chi scommette quando le borse sono in calo perde tutti i soldi investiti, anzi scommettere sui ribassi con gli Etf, Exchange Traded Funds, (fondi indicizzati quotati) che rappresentano una particolare categoria di fondi, le cui quote sono negoziate in Borsa in tempo reale come semplici azioni, attraverso una banca o un qualsiasi intermediario autorizzato, può essere una ottima soluzione e chi investe può incassare performance inverse a quelle dell’indice long sullo stesso paniere di titoli.
Il mercato degli Etf a Piazza Affari, la Borsa italiana, si sta caratterizzando come un particolare settore di Borsa alternativo a quello delle azioni, diffatti a marzo il mercato Etfplus (un mercato dedicato alla negoziazione di quote o azioni di OICR “fondi comuni e SICAV” aperti nonché Exchange Traded Commodities “ETC”) ha segnato il nuovo record per controvaloremedio giornaliero degli scambi pari a 199,4 milioni di euro e in più sono stati generati ben 974 contratti medi giornalieri.
In ogni modo bisogna stare attenti in quanto il il tasso di volatilità nelle nuove proposte è ormai quasi sempre a livelli estremi, praticamente una manna per gli speculatori.
Insomma per investire bisogna puntare sui fondi a livello Short (corto) che si riferisce agli indici che fanno guadagnare coloro che investono quando scendono i titoli;
Ci analisi ben strutturate a questo livello e c’è chi dice che
Gli indici short replicati dai 5 nuovi Etf settoriali strutturati della Deutsche Bank consentono di scommettere sul ribasso dei risultati di cinque settori del DJ Stoxx 600: DJ Stoxx 600 Banks Short Index, DJ Stoxx 600 Health Care Short Index, DJ Stoxx 600 Oil & Gas Short Index, DJ Stoxx 600 Technology Short Index e DJ Stoxx 600 Telecommunications Short Index. Le scommesse a perdere su indici azionari sono di natura speculativa.
Per esempio, l’indice settoriale delle banche dallo scoppio della crisi dei subprime nell’estate del 2007 è in rosso; quanto al Nasdaq, chi l’avesse comprato short quando era al suo massimo di oltre 5mila punti, nel marzo 2000, e avesse ancora oggi un Etf short sul Nasdaq, avrebbe guadagnato oltre il 50%, perché di tanto è sceso l’indice da allora (ora è attorno ai 2350-2400 punti).
Vai: WallStreetItalia
Si può quantificare il valore di due figli, meglio di due gemelli? Beh sicuramente, mercato nerissimo escluso, come persone no, ma la loro immagine, si.
Se escono poi dal pancione della splendida Jennifer Lopez aka JLo valgono 6 milioni di dollari, pari a circa poco più di 4 milioni di €!!! Il padre, dimenticavo, è Marc Anthony. Ricordiamo che lei è una famosa cantante, attrice, e più volte eletta Miss “Bottom”.
WOW. Per ora comunque non s’ha da sapere chi è la fortunata rivista, arrivata a cotanto premio e disposta a sborsare così tanti soldi.
Insomma, se il mondo fosse tondo, quei due bambini li con una foto potrebbero essere apposto per tutta la vita senza far nulla… una bella fortuna però!
Consioliamoci con la foto della mamma intanto, quando non era ancora in stato interessante!
Ma siccome qui parliamo di trading vediamo ad oggi cosa possiamo comprare con 4 milioni di euro. Scegliete quello che vi va meglio
alleanza | 8,39 | 476.758 |
banco popolare | 12,41 | 322.321 |
edison | 1,806 | 2.214.839 |
enel | 7,355 | 543.848 |
eni | 22,78 | 175.593 |
finmeccanica | 20,46 | 195.503 |
generali | 28,09 | 142.399 |
intesa sanpaolo | 4,49 | 890.869 |
lottomatica | 23,78 | 168.209 |
telecom italia | 1,744 | 2.293.578 |
tenaris | 12,89 | 310.318 |
unicredit | 4,89 | 817.996 |
fonte borse.it (ore 17.00 20/02/2008)
Forse non tutti sanno che Google cela uno strumento utilissimo: un convertitore euro dollaro, ma non solo. Un convertitore di valuta eccezionale.
Eccovi una scorciatoria per usarlo.
L’utilizzo diretto comune è semplicissimo: vi basta effettuare una ricerca normale di google scrivendo “valore” “valutaOriginale” to “valutaInCuiTrasformare”. Es.:
100 $ to €
Se invece volete sapere proprio tutto sui convertitori di valura, leggetevi direttamente l’help di Google e della sua “calcolatrice”.
Lo stesso google però evita di prendersi responsabilità sul cambio applicato, rimandando a siti economici con valute aggiornate in tempo reale. Noi vi suggeriamo borse.it.
*** Nota bene ***
I prodotti in valuta dollaro, spesso quando arrivano in Italia li trovate in € allo stesso costo. E’ oramai una moda dilagante e immotivata. Esempio una fotocamera da 300$ in Italia costerà esattamente 300 €… e noi rincoglioniti ce ne rimettiamo 96 di Euro!