La crisi dei Mutui Subprime, la cosiddetta bolla immobiliare, si manifesta nei diversi paesi con un’intensità differente e con problematiche differenti.
Qualche dato indicativo:
Negli USA i prezzi delle case scendono del 10% all’anno. In Spagna le compravendite crollano di circa il 30%. In Italia i listini segnalano un contenuto rallentamento della crescita delle quotazioni immobiliari - dal +6% del 2006 al +5% del 2007 - ma le compravendite scendono del 10% e i tempi medi di vendita di un immobile salgono intorno ai 5 mesi.
Im ercato immobiliare, quindi, dopo anni di continua crescita tende a decrescere, anche lentamente, l’Italia rimane uno dei pochi casi di crescita (ma in calo). Se ricordate ne avevamo parlato tempo addietro, rigurado all’andamento dei prezzi delle case nel 2007, in quel caso dicemmo che la situazione era in decrescita in tutta Italia tranne che a Roma e Milano. I dati odierni confermano la tendenza del 2007, Roma e Milano trainano il mercato immobiliare italiano, ma si prevede, a breve, una brusca frenata anche in queste due città.
Per chi ha investito sulle case non dovrebbero esserci grosse problematiche, anche perchè era prevedibile che la crescita non sarebbe potuta essere continua e infinita, il mercato attuale in stallo comporterà una flessione nel breve medio termine dei ricavi, ma è prevedibile una ripartenza del mercato nel lungo periodo.
Questo fatto ha generato una inversione di marcia per quanto concerne la compravendita di immobili, diffatti se un proprietario di un immobile decidesse di vendere, dovrà abbassare il prezzo altrimenti dovrà aspettare parecchio!
Si capisce benissimo che questo non è il momento di vendere e neanche comprare, bisognerebbe avere pazienza finchè la situazione economica si stabilizzi e che, sopratutto, la BCE abbassi i tassi di interesse!
Scende la «febbre del mattone»: per vedere un immobile sono ora necessari 135 giorni - circa 4,5 mesi - contro i 118 giorni che bastavano solo fino a sei mesi fa. In pratica per trovare un acquirente, è necessario pazientare circa 15 giorni in più rispetto allo scorso agosto.
Purtroppo, come sappiamo, gli stipendi non hanno avuto la stessa sorte del mattone e quindi l’aumento è stato pressochè nullo generando, di fatto, la differenza tra il valore della casa e la retribuzione del lavoratore dipendente e di mezzo c’è anche l’inflazione che ha fatto lievitare i prezzi della materia prima (pane, carne, verdura, etc.) rendendo più difficile mantenere le rate mensili del mutuo.
Insomma se 10 anni fa ci volevano 7 anni di stipendio per avere una casa, oggi ce ne vogliono 12 e ci rendiamo conto che se le cose non tenderanno a cambiare al meglio, sarà sempre più difficile comprare una casa generando, prossimamente, un boom degli affitti!
La domanda che ci poniamo tutti è la seguente:
Per quanto tempo dovremmo ancora soffrire?
“Per comprare una casa, di circa 100 metri quadri, in Italia sono necessari tutti gli stipendi di dodici anni di lavoro. Questo è il quadro che fa Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie, calcolando il rapporto tra il valore delle case di residenza e la retribuzione dei lavoratori dipendenti. E’ cresciuta sempre più, stando ai dati, la distanza tra salario e valore della casa: nel lasso di tempo tra il 1995 e il 2006 sono aumentate del 43% le annualità di una retribuzione media netta di un lavoratore necessarie all’acquiisto di un immobile.”
Se vi rendete conto che ci sono agenzie immobiliari che chiedono una percentuale molto altra sulla vendita dell’immobile con il rischio che il guadagno diventi risicato tra noatio e, appunto, gli agenti immobiliari.
Provate a pensare che a New York c’è una agenzia immobiliare per persone facoltose che cercano casa dai 3 ai 15 milioni di dollari e gli agenti ne prendono il 1,5% / 2%, mentre in Italia gli agenti ne prendono il 5% / 6% di provvigione, basta qualche buon affare e sono economicamente a posto.
Purtroppo parecchi italiani si fanno affidamento a queste persone anche perchè non riescono a vendere la loro casa utilizzando il passaparola e sfruttando gli annunci giornali e considerato che la concorrenza è pressochè nulla ecco che l’esborso per il proprietario e acquirente diventano considerevoli.
“Secondo un rapporto indipendente della Commissione Ue gli agenti immobiliari italiani sono i più costosi d’Europa dopo i francesi. Su una casa dal valore di 250 mila euro, i nostri baldi ne incassano in media 15 mila.”
Vai lastampa
Rispetto ai paesi anglosassoni, gli italiani sono più “affezionati” alla moneta sonante. Il dileguarsi di moltissime banche nelle città, soprattutto nelle zone meno sviluppate, è un fenomeno di sviluppo degli ultimi anni. L’italiano medio fino a 50 anni fa preferiva i soldi “sotto il materasso”, come molte nonne ancora raccontano e come molti film cult testimoniano.
Ancora oggi per l’italiano il denaro contante è importante: la sicurezza di averlo in mano / casa, di poter pagare contante, da ancora oggi un senso di sicurezza. Lo stesso commercio elettronico, nonostante gli incrementi degli ultimi anni, subisce da questa mentalità danni notevoli, rispetto ai paesi anglosassoni.
Lo scorso anno in Italia solo il 20% degli individui adulti ha fatto acquisti sul Web, nonostante il dato sia in crescita. Entro il 2011 l’Italia dovrebbe generare 14 miliardi di euro in e-commerce, il 6% dell’intero ammontare europeo.
via businessonline
Anche rispetto all’indebitamento l’Italia è diversa, con percentuali inferiori rispetto al resto d’Europa e agli USA. La tendenza però si sta adattando alle altre medie:
sono stati elaborati nel rapporto Assofin-Crif-Prometeia dall’Osservatorio sul credito al dettaglio. Uno scenario che per Enrico Finzi, presidente di Astra Demoskopea, vede l’Italia “correre veloce e avvicinarsi, dal gruppo di coda in cui si trovava, al gruppo di testa” dei paesi più indebitati come il Regno Unito (120,2%) la Germania (111,8%), la Spagna (83%). Per proseguire sul filo della metafora ciclistica, l’Italia che indossava “la maglia nera nell’uso di carte di credito e nel ricorso ad altre forme di indebitamento” adesso “accelera in volata verso la testa della corsa”. Nel 2002 l’indebitamento pro-capite degli italiani è stato di 5.340 euro: una strada ancora in salita, ma che inizia a seguire quella percorsa dalla Spagna, che ha un indebitamento pro-capite di 9.174 euro e della Francia, a 10.057 euro.
via Corriere
Un Italia che cambia, un’Italia che si sta abituando alle transazioni online e all’indebitamente, pagando il dazio di essere una tra le nazioni con l’età media più alta. Un’Italia che vive costantemente problemi finanziari ma soprattutto enormi differenze tra abbienti e ceto povero e un 7% di famiglie a rischio di insolvenza mutuo: più di 500.000!
Dal punto di vista immobiliare lo stato pare preveda incentivi anche sul piano immobiliare, con progetti di edilizia sociale, che si scontra però con il problema dell’immigrazione: nelle liste di attesa gli italiani ormai sono costantemente fanalino di coda. Costante è la presenza di immigrati senza reddito e con numerosi figli a carico, che primeggiano in lista.
Pistoia, “Mutui facili” 114 indagati dalle Fiamme Gialle
Lo sappiamo tutti che ottenere un mutuo non è sempre così facile, così a Pistoia 114 persone hanno ben deciso di mettere in piedi un’organizzazione che permetteva di avere perizie sovrastimate sugli immobili e dichiarazioni dei redditi truccate.