Banca d’Italia ci annuncia in modo molto preccupante alcune percentuali sulle sofferenze in aumento nelle banche italiane. Abbiamo avuto un aumento del 40% delle sofferenze bancarie, soprattutto per le aziende ma anche in buona parte per le famiglie.
Questa percentuale è una riprova di una lunga crisi che gravita proprio sopra l’Italia e gli italiani.
Sembra dai dati di Banca d’Italia che in un anno i prestiti la cui riscossione non è certa sarebbero saliti del 39,9%, con quasi 30 miliardi di euro in più. La cifra è passata dai 72,9 miliardi di settembre 2010 ai 102 miliardi di settembre 2011. Il peso più consistente risulta a carico delle imprese, ma sono in evidente difficoltà anche le famiglie.
Si teme purtroppo però che la mancata riscossione riguardi anche qualche “allegra” erogazione del credito da parte di alcuni istituti, la qual cosa ci ricorda molto da vicino la recente crisi americana dei mutui subprime. Sarebbe uno scenario davvero terribile per l’italia in questo preciso momento dove è sottoposta a uno stretto controllo da parte dell’Unione Europea.
Si tratta di “prestiti che devono essere iscritti quasi totalmente a perdite nei bilanci delle banche”, aggiunge l’Adusbef che chiede un monitoraggio (e sanzioni) sulle “sofferenze bancarie derivanti da erogazioni ed affidamenti deliberati fuori dai criteri prudenziali sulle meritorietà del credito ad alcuni grandi gruppi industriali, da tempo decotti ma tenuti in vita da robuste iniezioni di denaro, mediante fidi incautamente rinnovati, se non aumentati”.
Via TGCOM
Il quotidiano britannico The Daily Telegraph, forte di un documento di sei pagine scritto dal ministero degli Esteri tedesco, fa breccia nei nostri pensieri supponendo una sorta di cospirazione della Germania nei confronti dei paesi in crisi o in grave difficoltà.
Il piano segreto sarebbe quello di creare un Fondo monetario europeo che fosse in grado di aiutare gli stati in sofferenza in questo preciso momento storico, questo aiuto ridurrebbe la sovranità economica e di bilancio.
Un fondo monetario creato dalla Germania permetterebbe a quest’ultima di avere il controllo dell’economia dei paesi che hanno avuto accesso al fondo, una sorta di gestione controllata della loro economia.
Il domento che cita The Daily Telegraph s’intitola “Il futuro dell’Unione europea: i necessari miglioramenti di integrazione politica per la creazione di un’unione di stabilità”
“Il dibattito sulle modalità di un’unione politica europea deve iniziare non appena si è tracciata la strada per procedere verso un’unione
della stabilità”, afferma il paper secondo il quotidiano britannico. Il quale sottolinea il timore, specie di Londra, che la posizione tedesca apra la strada sia a una possibilità di default dei paesi in crisi di debito sovrano, sia - con le proposte modifiche ai trattati e la devoluzione di sovranità nazionale all’Europa - alla creazione di un superStato europeo.
Fonte Repubblica
Le notizie molto preoccupanti del quotidiano britannico, che gridano “al complotto”, arrivano proprio in un momento così delicato per l’europa e non solo, lo stesso regno unito è impegnato in germania con la cancelliera Merkel in una discussione sul futuro monetario e politico dell’Europa. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble dichiara addirittura che presto il Regno Unito abbandonerà la sterlina e si unirà all’euro.
Aggiornamento:
Piccolo estratto del post del quotidiano britannico
The Prime Minister is increasingly exasperated that Germany refuses to provide more financial help for Italy and other struggling countries amid concerns that the crisis is having a “chilling effect” on the British economy. Mrs Merkel yesterday said she expected Mr Cameron to “examine a stronger involvement with other countries” once the eurozone crisis had been resolved.
Fonte Telegraph
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Il professor Monti - illustrissimo accademico già direttore dell’Università Bocconi di Milano - scioglie ogni riserva e dichiara lo staff di ministri che comporrà il nuovo governo. Nonostante voci sulla possibilità di qualche ministro politico, è chiaro che le convocazioni sono meramente tecniche. Uguale governo tecnico: un team con lo scopo di portare quest’Italia fuori dalla crisi più nera mai vista prima. Importanti i ruoli delle donne e - i più attenti - si denota uno sbilanciamento dei ministri verso il settentrione.
Ecco chi comanderà in Italia per il prossimo periodo:
L’incomprensibile e inimmaginabile situazione politica di questi ultimi mesi grava pesantemente sulle spalle della Borsa italiana. Lo spread, già nettamente influenzato dalla crisi d’occidente, subisce nuovamente un rialzo che mette pesantemente in crisi Piazza Affari.
A poco pare essere servito l’annuncio delle dimissioni imminenti di Berlusconi: i mercati restano dubbiosi sulla stabilità del nostro paese e - a questo punto - sulla sua capacità di riorganizzazione e recupero, nonostante Mario Draghi alla guida della BCE.
Leggiamo cosa titolano le principali testate in merito allo spread e al crollo della Borsa:
Il rendimento dei Btp a 10 anni ha sfondato la soglia fatidica del 7%, lo spread è ora a 561,8 punti dopo aver superato quota 574 punti. La situazione politica preoccupa insomma gli investitori: le borse europee, aperte in rialzo (Milano +1,12%), sono ben presto virate in negativo. A fine mattinata, Piazza Affari si è confermata la peggiore piazza d’Europa con perdite attorno al 3,6%.
E ora cosa diranno i vari politicanti di destra e di sinistra? I mercati parlano chiaro. Non è servito a niente che il premier Silvio Berlusconi annunciasse ieri le proprie dimissioni dopo il via libera alla legge di stabilità.
I rendimenti sui Btp a dieci anni ha superato il 7% per la prima volta dal 1997. Questa percentuale è consideta da molti “il punto di non ritorno”, al di là del quale un paese è “costretto” a chiedere aiuto, come accaduto in precedenza per Grecia, Irlanda e Portogallo, per l’insostenibilità del rifinanziamento di quei livelli.
E i mutui? Secondo help consumatori chi ha già stipulato un mutuo non deve preoccuparsi: quelli a tasso fisso non sono modificali, mentre quelli a tasso variabili - solitamente legati all’Euribor - non riscontrano cambiamenti. Pare invece che possano esserci forti aumenti per quanto riguarda chi dovrà sottoscrivere i nuovi mutui, in quanto le banche pare stiano coprendosi le spalle ritoccano quell’altro spread - da NON confondere - che rappresenta il loro margine di guadagno nella compravendita monetaria: da una media attorno al 1,2-1,9% si parla già di 3%!
A questo punto che ci resta da fare? Emigriamo tutti oltralpe alla ricerca della più classica gelateria in Germania o di una bella pizzeria al taglio?
Conosciamo ormai tutti l’Islanda, questo mini paese molto attivo geologicamente e finanziariamente, tristemente noto negli ultimi anni per il crack finanziario del 2008 e per l’eruzione del vulcano dal nome inpronunciabile (Eyjafjallajokul) del 2010.
300.000 abitanti hanno deciso di far dimettere il governo, di arrestare i responsabili del crack finanziario e di eleggere una donna che si prefigge di chiedere al popolo se vuole o meno pagare 100 euro al mese per 15 anni in modo da poter rientrare dal debito contratto fino al 2008 con Olanda ed Inghilterra. Questa piccola isola/nazione ha avuto il coraggio di rischiare di diventare la Cuba del nord!
Certo loro sono poche centinaia di migliaia, ma stanno riscrivendo la loro costituzione nella loro difficilissima lingua e la stanno riscrivendo le persone normali, non ammanicati politici/finanzieri/tramacioni.
Volete davvero sapere se è possibile avere una democrazia popolare?
Se è possibile che un popolo non paghi i debiti fatti da altri?
Se fosse davvero possibile… riuscirà l’Italia a fare quello che deve?
Cercate Rivoluzione Islandese su Google i media non se ne occupano ma internet è sempre molto più aggiornato di TV e Giornali.
Sarà mai possibile per noi italiani mangia pizza pasta mandolino uscire da questa crisi?
Riteniamo non ci sia molto da aggiungere a questo breve incipit tratto dal Corriere:
In Italia circolano 72 mila auto blu: il dato ufficiale basta consultarlo sul sito del Formez che ha compiuto il monitoraggio per conto del ministero della pubblica amministrazione.
Qualsiasi critica, polemica e discussione è veramente superflua oramai. Siamo tempestati di informazioni riguardanti la crisi: default, spread, rating… e nei vari colli romani (e non solo) si parla di macchinine da svariate decine di migliaia di euro l’una. Tutte senza costi. Tutte costosissime.
L’Italia va sempre più a rotoli e la casta si arrichisce sempre più. Aggiungiamo solo un altro piccolo tratto riguardante la Gran Bretagna:
Ecco i numeri ufficiali (anche in questo caso consultabili facilmente sul sito della “GCDA” oltre che del governo): al 31 marzo 2010 le auto blu in dotazione ai ministeri erano 78, il parco auto era complessivamente di 261 nel 2010, sceso a 195 nel 2011.
Che male siamo messi!