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Archive for February, 2008

Avere un telefono è impossibile

Friday, February 29th, 2008

Voglio portare anche alla vostra attenzione questa serie di post inerenti un grosso problema: impossibilità di avere un telefono nel 2008. Gente che chiede un telefono in una nuova zona residenziale in centro a Rovigo da oltre un anno, senza risultati!
Telecom non dà risposte: dice che mancano i fondi.

Una saga che continua da mesi, completamente riportata pubblicamente, per vedere si qualcosa si smuove. Ma ormai si appresta a crescere la rassegnazione. Se potete riproponete questa notizia.

Ecco i link della storia:

Cambiar mutuo da tasso variabile a fisso, non c’è fretta

Friday, February 29th, 2008


Si consolida l’impennata registrata ultimamente dall’Euribor, il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie tra le principali banche europee usato come indicatore per il costo del denaro a breve termine, quindi tasso base per i mutui.
Possibili spiegazioni? Dietro un simile movimento, ha spiegato a Il Sole 24 Ore Radiocor un operatore di una primaria banca italiana, «c’è chiaramente la particolare stagione che stiamo vivendo e, soprattutto, il fatto che le banche stanno intensificando gli sforzi per assicurarsi la liquidità per chiudere il 2007 con i conti in ordine». Insomma, banali, e in qualche modo attese, scadenze tecniche di fine anno che hanno spostato le tensioni sull’Euribor a un mese, rimasto finora parzialmente immune.

La recente impennata del tasso Euribor (a cui sono indicizzati la gran parte dei finanziamenti bancari) è stata una sgradita sorpresa per molti sottoscrittori di mutui fondiari, che si sono visti aumentare la rata di importi assai significativi.
L’ovvia reazione di molti è stata quella di verificare l’opportunità di cambiare la tipologia di mutuo, passando da una a tasso variabile ad una a tasso fisso.
Dal punto di vista concettuale il ragionamento non fa una piega; con il tasso fisso si ha la certezza di pagare sempre la stessa cifra, indipendentemente dalle fluttuazioni dei tassi di interesse. Ci si mette quindi al riparo dal rischio (come negli ultimi mesi) di vedersi aumentare la rata.
Dal punto di vista della tempistica tuttavia, la modifica da tasso variabile a tasso fisso potrebbe attualmente non essere delle più azzeccate. Analizziamo in dettaglio i motivi di questa nostra convinzione.
Innanzitutto, come mostra il grafico, i tassi Euribor sono scesi in modo significativo rispetto anche a solo poche settimane fa, e questo significa che le prossime rate saranno sensibilmente inferiori a quelle degli ultimi mesi.

Oltre a questa evoluzione positiva (per i sottoscrittori di mutui a tasso variabile), c’è inoltre da considerare le crescenti aspettative di discesa dei tassi di interesse soprattutto sulle scadenze brevi.
Questo è confermato dalla forma della curva dei tassi, con i livelli delle scadenze a 2-3 anni sensibilmente inferiori sia al tasso Euribor a 3 o 6 mesi, sia ai rendimenti delle scadenze superiori ai 5 anni.
Un’ulteriore conferma (ma è ovvio dato che esiste una relazione matematica) ci arriva dall’analisi dei tassi a termine.
Utilizzando come sempre i contratti “Future” sull’Euribor, che indicano le aspettative del mercato su dove saranno i tassi trimestrali ad una certa data futura, si può notare come ci si attenda un netto calo (di quasi un punto percentuale) nel corso dei prossimi 12 mesi .

Fonte

Oggi torniamo alle Lire per un giorno…

Thursday, February 28th, 2008

Proviamo per un attimo a immaginare di tornare tutti alla lira, la nostra cara vecchia moneta. Ma torniamoci matematicamente, convertendo esattamente il costo attuale delle cose in Lire!

L’avete mai fatto: forse è da troppo tempo che ragioniamo in Euro e si è perso il senso della ragione, passando a una conversione 1000:1!

Non so voi ma io sono sbalordito. Soprattutto per quel che riguarda abbigliamento e ristorazione. Voi cosa ne pensate? Intanto il dollaro diventa piccolo, l’Euro diventa “grosso” e il petrolio continua irrimediabilmente a salire.

Petrolio e Euro alle stelle, le famiglie non riescono a risparmiare!

Thursday, February 28th, 2008
Con il petrolio che ha superato il record precedente, arrivando a 102 dollari a barile e l’euro sta diventando sempre più forte sul dollaro, adesso ci vogliono 1,51 dollari per 1 euro.
Le famiglie dovranno pagare di più tra luce, benzina e gas e in più con l’euro che va a mille l’economia europea farà più fatica a vendere fuori UE.

Uno degli effetti negativi del caro greggio è l’inflazione che sta facendo aumentare i prezzi della materia prima causando, qundi, l’aumento incontrollato dei prezzi dei generi a largo consumo, ma c’è l’euro forte che ci ha limitato i danni, altrimenti il prezzo del greggio sarebbe aumentato di almeno 10 dollari in più, ma c’è il roverscio della medaglia: la crescita economica che è ai livelli minimi.

In ogni modo questo insieme di situazioni negative sta danneggiando le famiglie, in fatti è stato calcolato che dovremmo pagare 920 euro in più all’anno!
Purtroppo la UE non sta facendo niente per mitigare questo problema, dovrebbero prendere delle decisioni molto forti tipo austerity per 10/20 giorni senza macchina e usare solo i mezzi pubblici e le bici oppure provvedere, subito, alla costruzione di centrali nucleari anche perchè il petrolio non è inesauribile!

Insomma bisogna prendere delle decisioni al più presto e che siano efficaci in modo da contrastare al meglio questa situazione che sta mettendo in ginocchio l’economia!

“Mai così caro nella storia: i prezzi dell’oro nero continuano a schizzare verso l’alto e mettono a segno un nuovo record, sopra quota 102 dollari al barile. Un livello mai toccato prima nella storia, neanche ai tempi dei grandi shock petroliferi degli anni 70-80 che costrinsero gli italiani alla bicicletta. E scatta l’allarme rosso sul fronte dei prezzi. Con i consumatori che iniziano a fare le prime stime sull’impatto delle nuove fiammate petrolifere, stimando una stangata da 920 euro all’anno per ogni famiglia, già alle prese con i recenti aumenti della luce e del gas e con il costo della benzina e del gasolio ai massimi storici. Federconsumatori e Adusbef profilano un impatto di quasi 500 euro a famiglia per le ricadute dirette dal caro-barile. E altri 420 per gli effetti indiretti, legati cioé alle conseguenze delle impennate dei prezzi del petrolio su tutti gli altri beni: l’aumento dell’oro nero rischia infatti di innescare un effetto volano che dai prezzi alla produzione, passando per i trasporti, arriva fino a quelli dei generi di largo consumo. Causando una rincorsa del caro vita che già il mese scorso si è attestato ai massimi dal 2001, al 2,9%.”

Vai: wallstreetitalia

Formazione in azienda: arriveremo mai a livelli decenti?

Wednesday, February 27th, 2008


La formazione e la ricerca e sviluppo sono, o quantomeno dovrebbero essere, i pilastri di un’azienda che intenda mirare allo sviluppo sul medio lungo termine.

Le aziende italiane si stanno muovendo in questa ottica, sopratutto negli ultimi anni, ma non ancora abbastanza, purtroppo in media la capacità di investimento risulta ancora troppo bassa.

Da un recente studio realizzato proprio su questa tematica da Adecco e dall’Istituo Iard, vediamo che una bassa percentuale delle aziende interpellate (circa il 26%) ha realizzato corsi di formazione negli ultimi 12 mesi, di queste poi circa il 70% ha investito solo il 5% del fatturato. Questi numeri sono bassi, e dimostrano una problematica forte a livello italiano sulla tematica della formazione, aziende che non formano i propri dipendenti sono aziende che rischiano in un futuro anche troppo prossimo di restare indietro rispetto ai competitor stranieri.

La problematica principale che le aziende riferiscono è, però, la poca formazione esterna della forza lavoro, i neo laureati ad esempio risultano quasi inidonei al lavoro, una volta terminata l’Univarsità, per non parlare dei diplomati.

La via maestra da percorre è quella di un mix di formazione esterna (cosiddetta pubblica) e formazione interna alle aziende. Ingenti investimenti devono necessariamente essere fatti se si vuole un’Italia competitiva a livello europeo e mondiale, altrimenti si rischia di essere surclassati dai paesi dell’Est Europa e dell’Asia che sotto questo profilo risultano essere molto combattivi e preparati.

Mutui, boom di pignoramenti in USA +90%, in Italia non succederà!

Wednesday, February 27th, 2008
In America ci sono troppe famiglie che non sono in grado di rispettare la rata mensile dopo il brusco innalzamento dei tassi di interesse e di conseguenza le banche sono state costrette al pignoramento dei loro beni.

Rispetto al 2007 c’è stato un incremento del 90% di pignoramenti, questa situazione problematica è da imputarsi ai clienti subprime cioè quelli inaffidabili in materia creditizia.

Purtroppo, in USA, ci sono stati troppi operatori del credito al consumo che hanno approfittato della buona fede dei cittadini americani, proponendo condizioni, al momento vantaggiose, ma che a lungo termine risultavano troppo onerose causando di fatto l’impossibilità di pagare la rata mensile e quindi il pignoramento finale.

Non credo che succederà in Italia, in quanto la situazione economica attuale non ci permette di stipulare dei mutui in quanto non sarebbe vantaggioso anzi si pagherebbe troppo di interessi!

“Drammatico rialzo per il calo dei prezzi immobiliari. Molti mutuatari non riescono piu’ a far fronte al pagamento delle rate di mutuo, dopo il brusco innalzamento dei tassi d’interesse. Ai massimi i casi di insolvenza fra la clientela subprime. Boom dei pignoramenti immobiliari negli Usa a gennaio. Hanno segnato un balzo del 90% a quota 45.327 rispetto allo stesso periodo del 2007.”

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Costo benzina nell’anno

Wednesday, February 27th, 2008

Analizziamo insieme un anno di costo di benzina alla luce del nuovo mega prezzo raggiunto ai distributori:

Nuovo record storico della benzina che lunedì mattina ha toccato 1,413 euro al litro (pari a 2.736 lire). via Corriere.it

Cifre folli, parliamo di quasi 3.000 Lire al litro!
Appoggiandoci al sito prezzibenzina.it abbiamo prodotto un grafichetto che illustra ancora meglio il trand del costo del carburante. Ma ad un certo punto ci sarà una tregua?

Una linea in costante crescita. Mette veramente timore. Una linea che in Italia viene sospinta dalle eterne accise, che coprono il 58% del costo!

Speriamo che il nuovo governo che arriverà si preoccupi anche di questo, nonostante sia solo uno dei problemi che inondando l’Italia del 2008!

Ecco il contratto dei Call Center: finalmente!

Tuesday, February 26th, 2008


Ieri a Torino è stata aperta la prima conferenza nazionale dei lavoratori dei call center in outsourcing, organizzato dalla Cgil (nello specifico dal sindacato dei lavoratori della Comunicazione).

Ecco le principali richieste:

- Al Governo si chiede di considerare il lavoro outbound (esterno/in outsourcing) come lavoro subordinato e che quindi si costituisca un tavolo interministeriale aperto alle amministrazioni locali per la definizione del contratto.

- Alle imprese committenti si chiede di sottoscrivere una “Carta della Responsabilità” per evitare in maniera decisa le cosiddette gare al ribasso che penalizzano e sfruttano i lavoratori.

- Alle imprese che gestiscono i Call Center si chiede di stabilizzare il nuovo modello organizzativo basato sui contratti di lavoro subordinato (non più i famigerati”a progetto”) e di ovviare alla precarietà salariale aumentando da 4 a 6 le ore di part time.

Da aprile 2008 il lavoro dovrebbe essere considerato come subordinato, avere diritto ad un contratto nazionale e quindi uscire dalla situazione assurda fino ad ora perpetrata.

Il peso delle accise sulla benzina è del 58%, una enormità!

Tuesday, February 26th, 2008
E’ stato rilevato, in maniera percentuale, il peso delle tasse che gravano sulla benzina che è pari al 58%, in sostanza con 1,4 euro attuali sarebbero 0,59 euro al litro senza le accise.

Il ministero ha anche puntualizzato che questo 58% è inferiore alla media europea e che in Francia e in Inghilterra si è oltre il 63%, ma dico che è facile guardare gli altri che sono messo peggio, ma non guardano mai quelli che sono meglio di noi come la Spagna che ha il 50% di peso fiscale sulla benzina.

In ogni modo il prezzo attuale della Benzina e e del Diesel è molto elevato e quindi insostenibile per la maggior parte dei consumatori come i pensionati e i giovani precari.

Bisognerebbe togliere almeno l’8% del peso fiscale che sarebbero 0,11 euro in meno con un risparmio di almeno 10 euro a pieno, solo così si riesce, almeno in parte, ad recuperare una piccola fetta del potere di acquisto.

Ma sappiamo benissimo che il governo non ha alcuna intenzione di togliere le accise in quanto è una rendita continua che ingrassa parecchio le casse dello stato e che poi verranno destinati in contributi statali che non servono a nulla o che verranno persi in opere inesistenti.

“In Italia, il peso percentuale della componente fiscale sul prezzo della benzina verde è pari al 57,9% sul prezzo finale. Una quota inferiore alla media europea e a quella registrata in Gran Bretagna, Francia e Germania, mentre più “virtuosi”, da questo punto di vista, sono gli spagnoli.”

Vai: wallstreetitalia

Crisi italiana galoppante in crescita

Monday, February 25th, 2008

La crisi italiana ha raggiunto livelli tali che se ne parla in modo pseudo-serio persino a Buona Domenica. Incuriosito dalla discussione ho guardato tutto il dibattito, fra 2 rappresentanti degli esercenti, un rappresentante dei consumatori e un po’ di macellai pescivendoli e panettieri.

Purtroppo la discussione è degratata ai livelli più bassi, anche quando a parlare era il direttore delle Eurispes, che dichiarava che dal 2002 loro annunciano tale crisi.

Problemi fondamentali? Con l’avvento dell’€uro il cambio Lire-Euro, dopo pochi mesi, è diventato 1 : 1000 = 1 € : 1000 Lire… facendo perdere alla moneta quasi metà del proprio valore. Gli stipendi contrariamente sono rimasti pressochè inviariati, al più di piccoli adeguamenti all’inflazione, comunque inferiori all’inflazione stessa.

Una situazione terrificante, assolutamente sfuggita al controllo delle autorità politiche e alle autorità economiche del paese. Don’t cry for me Argentina? Sarà quella la nostra fine?
Le famiglie piangono perchè non si arriva a fine mese. Con i 1000 € al mese di un operaio (quando va bene) la famiglia non è mantenibile, nemmeno con rinunce.

Fortunatamente a placare gli animi ci ha pensato la Gregoraci con una frase mitica, degna di essere scritta nella nuova Costituzione Italiana:

Ogni persona ha il diritto di mangiare filetto [...] Ogni persona ha il diritto di mangiare quello che vuole.

Detta in risposta alla proposta dei macellai di contrastare la crisi vendendo anche parti più economiche della “bestia”. Ma che abbia capito bene di che filetto si trattava?

A voi i commenti. Scherzi a parte la situazione è veramente tragica e i livelli salariali italiano sono nettamente inferiori a quelli esteri. In Germania un’operaio metalmeccanico arriva a 1.900 € al mese, parliamo quasi del doppio rispetto ad un italiano!

p.s.: stasera a casa mia si mangiano Aragoste e Astice, Fiorentina come bis e Risotto al tartufo bianco come primo! Ne ho il diritto… l’ha detto lei.