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Archive for November, 2007

La BCE non può alzare i tassi e neanche abbassarli!

Friday, November 30th, 2007
I tassi di interesse resteranno fermi a lungo, la BCE non puùo alzarli e neanche abbassarli, perchè se aumenta i tassi l’economia europea (sopratutto quella italiana) ne risentirebbe e l’inflazione aumenterebbe ancora di più con il conseguente aumento del carovita, e se li abassa ci rimettono loro (ovvio) comunque il mercato, in base alle loro previsioni, tenderà ad essere stazionario. Forse nel 2009 abasseranno i tassi di un quarto di punto e questo sarebbe una bella vittoria per chi ha il mutuo a tasso variabile.

L’inflazione verso il 3%, ma la Bce non può alzare i tassi

L’inflazione di Eurolandia punta dritto verso il 3\%. Complici l’impennata del petrolio e dei generi alimentari, i prezzi viaggiano ai massimi degli ultimi sei anni. Anche il 2007, quindi, si chiuderà con un’inflazione decisamente sopra al 2\%, obiettivo della Bce . Una volata che aumenta la pressioni sull’Eurotower, alle prese con un ‘rompicapo’ che si complica di giorno in giorno: da una parte i prezzi che aumentano e per il controllo dei quali servirebbe una stretta. Dall’altra parte, invece, la crescita rallenta e un aumento dei tassi di interesse non gioverebbe.

Nonostante le iniezioni di liquidità, sia da parte dell’istituto centrale europeo sia da parte della Fed, la crisi sui mercati, legata ai mutui subprime statunitensi, non sembra placarsi e continuerà a essere una delle variabili più importanti che le due banche centrali dovranno terranno in considerazione nel decidere sui tassi, visti e considerati gli impatti che questa sta avendo sull’economia.

Vai gazzettino

La Bce valuti il taglio dei tassi
La rigida politica monetaria della Bce diventa oggetto di critica aperta da parte delle grandi banche internazionali proprio quando il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, in un discorso tenuto nel North Carolina, ha definitivamente accreditato l’ipotesi di un ulteriore taglio dei tassi d’interesse già nel prossimo mese (secondo alcune fonti l’11 dicembre). Bernanke ha ammmonito che la Fed «dovrà essere assolutamente vigile e flessibile» considerando che l’economia è stata «significativamente colpita» dalle recenti turbolenze finanziarie.
Ma da Oltre Atlatico ieri è partito un attacco diretto all’opposta visione della Bce. «Le preoccupazioni per il rafforzamento dell’euro mal si conciliano con i timori di un rischio di crescita dell’inflazione», e ora a Francoforte «dovrebbero essere aperti a valutare la possibilità di tagliare i tassi». L’invito è giunto a Jean Claude Trichet in un’originale lettera aperta inviata da Erik F. Nielsen, capo economista europeo della Goldman Sachs, alla Bce. In una seduta leggermente positiva per i mercati azionari mondiali, con Wall Street stabile (S&P500 +0,05%, Nasdaq +0,20%) e l’Europa in rialzo (Dj Euro Stoxx 50 +0,58%), l’analisi macroeconomica sottostante la lettera è chiara e articolata (si veda il testo integrale della lettera pubblicata a fianco). Ma ancor più chiaro è il messaggio che Goldman Sachs invia alla Bce: i tassi d’interesse vanno abbassati anche in Europa. Invertendo così le attese in materia di tassi che hanno risentito di «una comunicazione al mercato da parte della Bce meno efficace di quanto sarebbe stato auspicabile». Il riferimento è alle «attese di una nuova stretta monetaria», generata dagli incrementi del prezzo del greggio e di altre materie prime con evidenti ripercussioni «sulle aspettative di inflazione futura».
A giudizio del capo-economista di Goldman Sachs, invece, «l’euro si è già apprezzato al di sopra el suo valore di equilibrio e ogni ragionevole analisi suggerisce che l’inflazione dovrebbe scendere al di sotto del 2% nei prossimi dodici mesi». L’analisi si chiude con una richiesta di ribasso dei tassi, quasi esplicita anche nell’orizzonte temporale. «La pubblicazione delle nuove previsioni della Bce per il 2009, il prossimo 6 dicembre, potrebbe essere per la Bce un’eccellente opportunità per riguadagnare coerenza».

Vai ilsole24ore

L’INPDAP e il mutuo agevolato, conviene?

Thursday, November 29th, 2007
Voglio fare una bella precisazione a quanti dicono che l’INPDAP conviene di più rispetto alle banche.
Dal 1 novembre 2007 tutti i dipendenti pubblici avranno una trattenuta “facoltativa” dello 0,35% sullo stipendio lordo, con la formula del silenzio/assenso. Lo stesso vale per i pensionati dell’impiego pubblico o enti collegati che subiranno una trattenuta dello 0,15% sulle pensioni ( oltre i 600 € mensili ). Per chi verserà la trattenuta sarà così possibile accedere ai Mutui e ai finanziamenti “agevolati” dell’INPDAP.
I dipendenti pubblici sono circa 3.213.000 per un costo complessivo in stipendi di circa 140 MLD di euro (dati Ragioneria di Stato, 2003).
Il che vuol dire che la trattenuta del 0,35% su uno stipendio lordo medio statale sarà di poco più di 12,50€ al mese all’incirca 150 euro l’anno. L’introito per lo stato si aggirerà sui 480 ML di euro l’anno oltre a quelli che deriveranno dalle pensioni statali superiori ai 600 euro. Secondo l’INPDAP le pensioni in pagamento: sono 2.366.211. Quante sono le effettive sopra i 600 euro non è dato sapere, ma presumibilmente la quasi totalità.
Fin qui nulla da eccepire perché quei soldi dovrebbero aiutare coloro che hanno più bisogno perchè potranno accedere a finanziamenti e mutui agevolati. Ma sapete quanti sono i mutui edilizi erogati ad oggi a partire dal 1994 anno in cui è stato introdotto l’istituto? 2.061, (dati sito INPDAP) diciamo una media di 170 mutui l’anno, su oltre 5,5 milioni di aventi diritto (cioè lo 0,037%) .
I tassi INPDAP sono stabiliti così:I mutui a tasso variabile di durata di 10/15/20/25/30 anni: tasso del 3,50% per il primo anno e, con decorrenza dalla terza rata, tasso variabile pari all’“Euribor” a 6 mesi, calcolato su 360 giorni, maggiorato di 100 punti base. Il 28 NOVEMBRE l’Euribor a 6 mesi era il 4,78%. Quindi, maggiorato di 100 punti base abbiamo un tasso sul mutuo di: 5,78% più i costi di perizia (circa 300€), istruttoria (0,50% sul mutuo) ecc.
Verificando su più banche online abbiamo tassi sul mutuo variabile che variano dal 5,93% al 6,28% di Banca per la Casa col prodotto BasicWeb Variabile (al 28 novembre 2007) che ha il vantaggio di avere zero costi istruttoria e zero spese perizia e incasso rata!
Sul sito INPDAP si può simulare una richiesta di mutuo all’INPDAP ed è possibile verificare l’ammortamento vai qui inpdap
Da questo ne abbiamo fatto un confronto con i tassi fissi attualizzatialtre al 27 agosto 2007 con altre banche.
Con un mutuo a tasso fisso di 100.000€ per 30 anni: la rata trimestrale prevista per il “mutuo agevolato” INPDAP è di 1776,73€ per una rata mensile quindi di euro 592,24.
Inoltre è previsto uno 0,50% in più di spese amministrative, nel nostro caso pari a euro 500, più spese di perizia, circa altre 300€.
Molte banche che operano online, offrono per mutui eguali nell’importo e nella durata una rata mensile dai 10 ai 30 euro meno, senza spese di istruttoria, perizia o spese di incasso rata.
Facciamo un confronto con il prodotto BasicWeb di Banca per la Casa – Unicredit, al tasso dello stesso giorno, propone una rata mensile di euro 583,58 perizia, istruttoria e incasso rata gratuite.
Considerando l’intero ammortamento su 30 anni (escludendo i costi assicurativi per entrambi che sono a parte), il “mutuo agevolato” INPDAP costa, secondo i dati ufficiali del sito Inpdap, complessivamente circa 3.970 euro in più rispetto al solo Mutuo preso ad esempio (ma il confronto vale per molti altri prodotti).
A questo “Vantaggio” di 3.970 euro di maggiori costi si deve aggiungere il costo certo della trattenuta dello 0,35% obbligatoria da pagare se si vuole ottenere un “mutuo agevolato inpdap”.
Secondo voi conviene il mutuo INPDAP? io non credo!
Vai inpdap

SANDISK U3 CRUZER 4GB a soli…

Wednesday, November 28th, 2007

Ragazzi c’è poco da dire. E’ una delle migliori penne USB esistenti sul mercato, e 4GB non sono proprio pochi!

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Google investe miloni per l’energia rinnovabile

Wednesday, November 28th, 2007
Google è sempre un passo avanti a tutti, dovrebbero prendere esempio da questo gruppo che cerca sempre di migliorarsi e quindi risparmiare sui costi sull’elettricità prodotta dal carbone, puntando sull’energia rinnovabile.
Certo che questo investimento richiede milioni di dollari, ma sono recuperabili a lungo termine. Chissà se le altre aziende, americane e non, saranno in grado di seguire l’esempio di Google ma non credo in quanto siamo in una società dove conta il profitto.

Google annuncia una nuova iniziativa volta a creare elettricità da fonti energetiche rinnovabili, ad un costo inferiore rispetto all’elettricità prodotta dal carbone. Questa nuova iniziativa, conosciuta anche come Progetto RE C (renewable energy cheaper than coal), si focalizzerà inizialmente sullo sviluppo di tecnologie per la produzione e l’utilizzo di energia termo-solare, eolica e per la realizzazione di sistemi geotermici ed altre tecnologie competitive. “Vogliamo applicare la stessa creatività ed innovazione alla sfida per la produzione di elettricità rinnovabile a livello globale e a costi inferiori rispetto a quella generata dal carbone” aggiunge Page. “E’ in atto un incredibile sforzo nei riguardi dell’energia rinnovabile. Le tecnologie sono state sviluppate in modo da evolversi in attività in grado di fornire elettricità più economica di quella prodotta dal carbone. Siamo interessati a sviluppare nuove tecnologie competitive a livello di costi e rispettose dell’ambiente. Pur essendo consapevoli dell’esistenza di alcune tecnologie molto promettenti, crediamo che ce ne siano molte altre da scoprire e realizzare”.

Vai lastampa
Google ha annunciato oggi il lancio di un’iniziativa strategica nel campo delle fonti rinnovabili, che punta a creare elettricità ad un costo inferiore rispetto all’elettricità prodotta dal carbone.Nel 2008 Google prevede di investire parecchi milioni di dollari in ricerca e sviluppo e in progetti connessi all’utilizzo di energia rinnovabile. Come parte del processo di pianificazione in atto, la società sta anticipando inoltre l’investimento di centinaia di milioni di dollari in progetti innovativi per lo sviluppo di energia rinnovabile che portino ad un ritorno positivo per la stessa.
Vai borsaitaliana.reuters.it

Mutui: Il tasso "fisso" resta la soluzione più tranquilla?

Tuesday, November 27th, 2007
Passare al tasso fisso o restare al variabile aspettando la discesa dell’interesse? Dipende, la risposta è nelle capacità di spesa di chi paga le rate del mutuo, risponde Giuseppe Romano, direttore dell’Ufficio Studi di Consultique, la prima rete di consulenti finanziari “fee only” in Italia, nessuno può prevedere l’andamento dei tassi d’interesse nei prossimi 20 o 30 anni, cioè la durata di un mutuo, quindi se la capacità di spesa della famiglia va oltre la rata del mutuo, e può comprendere anche eventuali nuovi aumenti dei tassi d’interesse, si può ragionare sulla scelta del tasso fisso o variabile. Altrimenti, ogni mutuatario deve farsi i conti in tasca e stabilire con il tasso fisso la somma del bilancio familiare mensile da poter destinare alla rata del mutuo, tarando il mutuo sulla famiglia e non il contrario.Oggi conviene ancora il tasso fisso perché i tassi Euribor potrebbero salire di poco. Con l’inflazione al 2,6 per cento è impensabile che il trend dei tassi possa cambiare rotta a breve e iniziare a scendere, piuttosto sui tassi variabili possono pesare fattori di congiuntura (con effetti da prevedere) come la crisi subprime. E poi se i tassi fissi restano tali, i variabili possono scendere a zero, ma nessuno può dire fino a dove possono salire.
I tassi d’interesse dei mutui-casa hanno raggiunto i massimi da cinque anni: in ottobre hanno toccato in Italia quota 5,71 per cento, contro la media europea intorno al 5,02. E le conseguenze non sono solo nelle tasche dei consumatori, ma anche nei trend del mercato immobiliare e nell’erogazione dei mutui. Ci sono famiglie che hanno optato per il tasso variabile senza valutare i rischi, assecondate dalle banche, che il mercato dei tassi poteva cambiare e che una casa da investimento poteva diventare un debito ed eventualmente oggetto di recupero coatto cioè finire all’asta. Poi ci sono i casi da finanziamenti che raggiungono il 100 per cento del valore dell’immobile, se il finanziamento supera il valore dell’immobile, cè chi si trova in difficoltà a saldare le rate, e ha come garanzia un immobile che vale meno del debito. Con la conseguenza che se decide di vendere la casa ipotecata e tornare in affitto, non riesce a recuperare il debito come avrebbe potuto se il mutuo avesse coperto il 70-80 per cento del valore. Per contenere l’investimento e il peso sul bilancio familiare, in agenzia immobiliare il cliente medio adesso chiede meno metri quadri, meno spese condominiali e per la casa. E sceglie immobili nuovi, senza bisogno di manutenzioni.

Nel tasso variabile, a eccezione della durata più breve (dieci anni), Banca Woolwich offre un tasso del 4,75%. Un mese fa, su tutte le scadenze, l’offerta migliore era il 4,93% di Ing Direct. Sul tasso fisso il calo è più modesto. Ma oggi ci si può finanziare per dieci anni al 5,21%, contro il 5,25% di un mese fa (in entrambi i casi con Ing Direct). E, per fare solo un altro esempio, sui 15 anni la migliore offerta un mese fa era il 5,52% di Ing Direct. Oggi il 5,4% di Banca per la Casa. In lieve aumento, invece, il tasso per la durata massima, 40 anni: dal 5,99% che l’Agricola mantovana offriva lo
scorso mese, al 6,05% attuale di Bnl.
Vai lamiafinanza
La prima cosa che si chiede a chi accende un mutuo per comprare casa è se vuole quello a tasso fisso o quello a tasso variabile. Per saperlo ci vorrebbe la sfera di cristallo. Il primo non ha bisogno di spiegazioni, si paga sempre la stessa rata, il secondo dipende dal costo del denaro sul mercato finanziario, che è fluttuante: se aumenta, la rata diventa più alta, se diminuisce diventa più bassa. Esistono anche mutui a tasso misto, oppure a tasso variabile ma con rata fissa, in cui gli eventuali aumenti o diminuzioni si riflettono sulla durata del contratto allungandola o abbreviandola. Conviene sentire un consulente di fiducia, considerando che negli USA molti si sono rovinati con l’aumento delle rate dei mutui, mettendo in crisi il sistema bancario. E’ anche necessario informarsi se il mutuo proposto dalla banca abbia un tasso iniziale (di ingresso) più basso per le prime rate rispetto al tasso che verrà applicato successivamente per le restanti rate (cosiddetto tasso a regime, il quale è, ovviamente, quello più importante). Al fine di avere una chiara rappresentazione degli obblighi cui occorrerà fare fronte, è senz’altro opportuno richiedere alla banca il “piano di ammortamento”.

Vai agoramagazine

Online Banking: l’Italia si evolve

Tuesday, November 27th, 2007

Ebbene si, anche l’Italia si sta adeguando, e lo sta facendo alla velocità della luce. Nonostante la nostra nazione continui ad avere grossi problemi infrastrutturali, nonchè nascano numerose barzellette tecniche, l’approccio alle banche online sta notevolemente aumentando.

“Nel 2006 sono, infatti, oltre 11,5 milioni i conti correnti abilitati per internet, phone e mobile banking, pari al 37% del totale, con un incremento del 25% rispetto al 2005. In pratica, un conto su tre ‘corre’ on line o su telefono e nel 58% dei casi (circa 6,7 milioni, con un aumento del 19% rispetto al 2005) sono conti correnti effettivamente attivi e utilizzati più di una volta alla settimana. Internet si conferma, anche per il 2006, il canale alternativo al tradizionale sportello preferito dai clienti della banche italiane.”
via Il Sole 24 ORE


Lo attesta una ricerca fatta dall’Osservatorio e-Committee dell’Abi, su 271 banche: 10.5 milioni di conti sono stati abilitati per operare online. Più fatica invece la crescita del phone banking: gli italiani usano il telefono solo 16 volte l’anno. Piccolo appunto: il gruppo San Paolo ha la mobile banking, ma non è attiva con Wind, nemmeno la notifica dei pagamenti con carta…

Questa la dichiarazione di Giuseppe Zadra, direttore dell’ABI:

“Internet, Mobile Banking e carte di pagamento hanno un denominatore comune importante, che è quello della modernità. Utilizzare strumenti di pagamento moderni, dal bonifico online alla carta PagoBancomat significa non solo più efficienza, velocità e sicurezza per le famiglie e le imprese, ma anche contribuire in modo significativo all’opera più generale di ammodernamento del Paese, soprattutto alla vigilia di un appuntamento importante come quello con la Sepa”
via tomshw.it


Per sottolineare l’importanza e la sicurezza delle nuove tecnologie bancarie e interbancarie.

Pirelli inaugura in Cina nuova fabbrica pneumatici

Tuesday, November 27th, 2007
Il gruppo Pirelli prosegue la propria espansione in Cina, ha inagurato una nuova fabbrica per la produzione di pneumatici ad alte prestazioni. Il nuovo impianto, che sorge nel distretto industriale di Yanzhou si affianca a quello di pneumatici per autocarro, attivo dal 2005, e ha una capacita’ produttiva di 3 milioni di pezzi all’anno, destinati alla Cina e ai mercati dell’Asia-Pacifico. L’investimento e’ stato di circa 100 milioni di dollari.
Questa operazione permetterà alla Pirelli di crescere economicamente, l’Asia sta diventando una zona di profitto per gli investitori occidentali.

Pirelli ha avviato oggi la produzione di pneumatici vetture ad alte prestazione in Cina, nel secondo stabilimento del gruppo nella provincia di Shandong. La fabbrica occupa una superficie coperta di 70.000 metri quadri con una capacità produttiva di 3 milioni di pezzi l’anno circa con 1.000 dipendenti e aree sufficienti a contenere un’espansione fino a 10 milioni di pezzi, spiega una nota. L’investimento ammonta a quasi 100 milioni di dollari.

Vai wallstreetitalia
Il gruppo Pirelli vuole arrivare ad avere entro 2010 il 10% della propria capacità produttiva nei pneumatici in Cina. I pezzi prodotti nel nuovo impianto cinese saranno destinati al mercato locale e al Far East. Lo ha detto il presidente del gruppo, Marco Tronchetti Provera, a margine dell’inaugurazione del nuovo impianto di pneumatici per auto di Yangzhou. Ha aggiunto che il 10% rappresenta l’obiettivo minimo ed è destinato ad aumentare. La Cina è un’area in forte ed impetuosa crescita e questo permetterà di avere una forte redditività. Puntando sulla fascia alta di gamma, vogliamo arrivare con il nuovo impianto ad un ebit margin a due cifre vendendo sul mercato locale e esportando nell’area.

Vai notizie.alice

Philips acquisisce società Usa Genlyte per 1,8 mld euro

Monday, November 26th, 2007
Royal Philips Electronics, il più grande produttore al mondo di lampadine, ha raggiunto un accordo per acquisire Genlyte, gruppo attivo nella produzione di installazioni e impianti di illuminazione, per 2,7 mld di dollari in cash.
Certamente questa operazione permetterà alla Philips di guadagnare parecchio in azioni, 95.50 dollari ad azione non sono pochi e parecchi consigliano di comprare le azioni in quanto è come un assegno circolare, ci puoi solo guadagnare!

Philips Electronics acquisterà il produttore statunitense di luci Genlyte per 2,7 miliardi di dollari (1,8 miliardi di euro), creando così la prima società del settore in Nord America.
La società lancerà un’offerta a 95,50 dollari per ogni azione Genlyte nei prossimi cinque giorni lavorativi. Il cda di Genlyte sostiene l’offerta.

Vai reuters

Royal Philips Electronics ha raggiunto un accordo per l’acquisizione di Genlyte Group per 2,7 mld di dollari. L’offerta di Philips per il gruppo attivo nella produzione di impianti di illuminazione, e’ pari a 95,50 dollari per azione, con un premio del 52% rispetto alla chiusura in Borsa di Genlyte venerdi’. Il board dell’azienda raccomandera’ agli azionisti di aderire all’offerta.Genlyte nei 12 mesi che si sono chiusi a settembre ha registrato vendite per 1,6 mld.

Vai wallstreetitalia

Mutui: Summers rilancia l’allarme crisi

Monday, November 26th, 2007

Summers, ex segretario del tesoro americano lancia l’allarme, legato alla crisi dei mutui (mutui subprime) che ha sconvolto il mercato americano:

“A lanciare l’allarme dalle colonne del Financial Times e’ l’ex segretario al Tesoro Usa, Larry Summers, che ha richiamato le autorita’ ad un intervento urgente per fronteggiare i danni della crisi del credito globale. ‘Senza risposte politiche piu’ forti di quelle che abbiamo visto - scrive Summers - c’e’ il rischio che le conseguenze siano sentite per il resto del decennio e oltre’.”
via Repubblica.it | Finanza


E ancora aggiunge:

Sulla base dei dati delle ultime 6 settimane, credo che la probabilita’ sia aumentata e sarei sorpreso se non vedessimo un significativo rallentamento il prossimo anno
via Borsa Italiana


A quanto pare gli annunci fatti dal FED sono in pieno contrasto con quanto dichiara l’ex segretario. Una situazione atipica per l’America, in grado di rialzarsi sempre in tempi brevi dalla crisi economiche. Anzi, la sua repentinità nel cambiare le situazioni ha sempre creato gap nei confronti del vecchio continente, sempre meno reattivo alle problematiche.

Galatieri e Barnabè ai vertici di Telecom Italia

Monday, November 26th, 2007

Questa mattina ai vertici di Telecom Italia finalemnte dovrebbe insediarsi Galatieri affiancato dall’amministratore delegato Barnabè.
La situazione del titolo di Telecom Italia venerdì non era delle più rosee, scambiato a 2.14, grazie a questa notizia oggi sembra ringiovanire.

A 200 giorni di distanza dalla firma dell’accordo con la spagnola Telefonica, la priorità per il nuovo ticket di vertice resterà quella di predisporre un piano industriale capace sia di dare stabilità a una infrastruttura strategica per il Paese sia di convincere il mercato. Così da permettere ai soci di Telco, la cassaforte subentrata a Olimpia nella catena di controllo, di colmare parte della minusvalenza accumulata tra il prezzo di carico (2,67 euro per gli italiani, per gli spagnoli 2,85 euro) e i 2,16 euro segnati venerdì in Piazza Affari.

Via ilGiornale

Ma non è l’unica news che riguarda il colosso Telecom infatti Forbes ci annuncia che Telecom Italia SpA e Fiat SpA uniscono le forze per creare una centralina che unirà le vetture ed i cellulari per fornire servizi di informazione mobile.
Una grande iniziativa che porta benefici in borsa ad entrambe le aziende.

Telecom Italia SpA and Fiat SpA’s components unit Magneti Marelli said they have joined forces to connect vehicles to mobile phone networks and provide infomobility services.

Via Forbes