La situazione attuale del tasso euribor ci fa capire quanto sia lunga la ripresa economica mondiale. Nonostante la crisi dell Grecia, il tasso interbancario è come intorpidito e fa fatica a rialzarsi. il tasso è diminuito rispetto a settembre 2009, quando la crisi economica era in pieno sviluppo e il il tasso di riferimento euribor a 6 mesi era di circa 1,050%. Adesso che la ripresa tarda ad arrivare l’euribor ha continuato la sua discesa fino al attuale 0,958%. Questo valore è una manna per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, ma non durerà molto, sicuramente verso la fine dell’anno ci sarà uno sviluppo economico graduale che perterà ad un innalzamento dei tassi euribor e successivamente anche del tasso BCE, con conseguente aumento della rata del mutuo prima casa.
Vi allego la situazione euribor dal 23/02/2010 al 02/03/2010:
In questo momento la situazione economica mondiale si sta stabilizzando, wall street non registra più casi eclatanti di perdite e la BCE e la FED hanno comunicato che il peggio è alle spalle, però non dobbiamo abbassare la guardia ma bisogna cercare soluzioni che possano rilanciare l’economia di ogni paese. I cittadini italiani stanno cominciando a spendere soldi per i beni di consumo e l’economia italiana sta cominaciando a rialzare la testa. Intanto il tasso interbancario euribor continua la sua scalata verso il basso e questo ha generato una impennata di richieste di mutui a tasso variabile e parecchi hanno voluto passare dal fisso al variabile. La situazione al 15 settembre 2009 ha fatto registrare un valore pari al 1,040% per i mutui a 6 mesi e 0,452% per quelli a 1 mese, se aggiungiamo lo spread ecco che il valore percentuale risulterebbe molto basso e quindi più conveniente del fisso. Però dobbiamo prendere in considerazione che l’economia si sta risollevando e di conseguenza il tasso tenderà a salire sui valori medi del 3-4%.
L’economia attuale non è ancora stabile, anzi si registrano dei continui cali in merito al PIL, la crisi finanziaria non accenna a terminare il suo corso, c’è chi dice che le cose si metteranno a posto verso la fine del 2009, intanto il tasso di interesse imposto dall BCE si è mantenuto sul 1% e il tasso interbancario euribor scende sempre di più, la situazione al 15 giugno 2009 ci dice che il tasso a 6 mesi è passato al 1,472% mentre il 14 giugno era a 1,478%, il tasso a 3 mesi è passato al 1,260% contro il 1,268% di ieri e infine il tasso a 1 mese è passato al 0,959% rispetto al 0,961% di ieri.
Le previsioni ci dicono che scenderà ancora, quindi possiamo solo dire “evviva il tasso variabile” per ora.
Da quando è iniziata la crisi finanziaria dovuta ai mutui subprime americani, nel 2007, i prezzi delle case italiane e non hanno subito un calo costante del loro valore, questa analisi è stata fatta da Tecnocasa, l’agenzia immobiliare nr. 1 in Italia, dove ha riscontrato che i cali maggiori si trovano nelle metropoli come Roma, Firenze, Bologna, Genova, ma anche nelle piccole città si nota un calo sensibile, questo fatto è dovuto alla poca diponibilità economica per comprare, in sostanza è aumentata l’offerta mentre cala la domanda a tutto vantaggio per chi ha tanta “liquidità” in modo da poter comprare con poco delle belle case.
Purtroppo anche per chi sta cercando casa non è vita facile attualmente le banche chiedono troppo di mutuo e solo per chi è in grado di pagare a discapito di quelli che hanno un lavoro precario.
In ogni modo la tendenza continuerà anche per tutto il 2009, quindi non è il momento di vendere, bisognerebbe aspettare dopo il 2010 per poter ricavare un buon gruzzolo dalla propria casa.
Nel 2008 il mercato immobiliare ha continuato a registrare un calo di prezzi, cominciato nel 2007. A dirlo e’ Tecnocasa. Le citta’ in cui si registrano i cali maggiori sono Bologna e Genova (-7,6% sul 2007) e Palermo (-7,1%).
Via ansa
Adesso siamo in una crisi finanziaria che non agevola la situazione finanziaria delle banche, la BCE taglia i tassi di interesse e l’euribor che continua a scendere fino ad arrivare al 2,199% a 3 mesi e 2,294% a 6 mesi questi valori dovrebbero invogliare il consumatore a contrarre un mutuo, ma c’è il roverscio della medaglia, lo spread praticato dalle banche, ma qual’è il vero significato di spread? rappresenta l’effettivo guadagno per la banca che eroga il mutuo, quindi se vogliamo contrarre un mutuo per comprare la casa, dobbiamo in primis sapere qual’e lo spread che la vostra banca vi offre e in base a questo dovete sommare al tasso di riferimento euribor (esempio se il tasso euribor a 6 mesi è di 2,30% e la banca vi pratica uno spread di 2% la somma percentuale totale è di 4,30%).
Fino a 1 anno fa lo spread medio era sul 1,00% - 1,50% adesso che l’euribor è sceso hanno dovuto, giocoforza, aumentare lo spread per risanare le loro “povere” casse e ci csono casi dove lo spread ha raggiunto anche un 2,50%-3,00% il che rende il mutuo insostenibile per il consumatore che vuole un mutuo a tasso variabile, mentre per il fisso gli aumenti sono più contenuti, si fa per dire.
Quindi occhi aperti e se dovete per forza stipulare un mutuo, guardatevi intorno e cercate di farvi strappare uno spread di almeno 1,00% - 1,50%.
Avete provato a dare un’occhiata agli spread praticato dalle banche su qualsiasi categoria di nuovi mutui in questo primo scorcio del 2009? Scordatevi (o quasi) quei ricarichi inferiori all’1% che fino a qualche mese fa si potevano trovare se non con facilità
Via ilsole24ore
Oggi 14 gennaio 2009 il tasso euribor a 6 mesi che è il valore di riferimento per i mutui a tasso variabile, è passato a 2,631% rispetto al 2,945% del 2 gennaio, il che significa 0,3 punti percentuale in meno in soli 12 giorni.
La situazione che il tasso interbancario euribor si sta presentanto in questi giorni è considerata una vittoria per coloro che hanno mantenuto il tasso variabile a denti stretti, per chi ha stiputato un mutuo ventennale di almeno 100.000 euro significa 150 euro in meno sulla rata mensile il che non è poco, se poi diamo ascolto alle voci che danno per domani giovedì 15 gennaio un ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, pari al 0,25% in meno, potrebbe succedere che il tasso euribor scenda ulteriormente.
Adesso entra in vigore una domanda che si stanno ponendo tutti i mutuatari a tasso variabile: Conviene restare con questa tipologia di mutuo o cambiarlo in fisso in un tasso di interesse molto basso? purtroppo la sfera magica non ce l’ha nessuno, quindi dobbiamo basarci sul nostro istinto o sulla buona fede degli operatori di banca.
Dopo che il presidente della Banca Centrale Europea, Trichet, aveva tagliato i tassi di interesse del 0,75%, portando quindi il tasso di interesse al 2,5% e in più i tassi interbancari, euribor a 1 mese era a circa 3,2%, a 3 mesi era a circa 3,54% e infine il tasso eurobor a 6 mesi, che al 90% è il tasso di riferimento per i mutui a tasso variabile, era a 3,61%, rispetto a qualche mese fa c’è una differenza a quasi 2 punti percentuale in meno, ma le banche stanno facendo troppo le furbette, in quanto preferiscono aspettare che si alzi il tasso euribor, prima di abassare le rate del mutuo.
Dobbiamo tenere conto che il 2,5% della BCE è tutto di guadagnato solo per le banche in quanto riceve denaro al quel tasso e lo passa al cliente aumentato di 1-2 punti percentuale e in più c’è lo spread che varia dal 0,5% al 1,5%, tutto questo deve farci capire quanto guadagnano le banche con i mutui a tasso variabile, purtroppo quello che ci rimette da tutto questo è il cliente, siamo in una situazione economica molto delicata e perdere i clienti non fa bene a loro quindi dovevano agevolare il percorso, invece hanno fatto il contrario pensando solo ai loro interessi.
Vista la situazione bisognerebbe fare una protesta significativa in quanto il governo non fa nulla di concreto per spronare le banche ad accelerare il ribasso delle rate del mutuo, dovrebbero capire che così si innalzerebbe il potere di acquisto, quindi protestiamo, facciamo qualcosa prima che sia troppo tardi!
I mutui variabili continuano a costare cari, nonostante i tassi scendano. Un po’ come la benzina: il costo della materia prima diminuisce, ma il prezzo al distributore viene ritoccato con calma e ponderazione. Nelle banche il meccanismo è più complicato, come tutto quello che succede dietro gli sportelli. Vedi e non vedi, intuisci appena la spiegazione dell’impeccabile bancario in giacca e cravatta, però quando a fine mese arriva la rata del mutuo capisci che qualcosa non torna. norme esistono già, non bisogna toccarle, anzi se possibile rafforzarle».
Via ilgiornale
In USA la crisi economica non conosce pause, aumenta di giorno in giorno il numero delle famiglie che devono lasciare la loro casa pignorata dalle banche e cresce anche il numero dei americani licenziati causando di fatto un aumento dei disoccupati.
Il paradosso è che i prezzi delle casa in USA sono crollati in maniera vertiginosa, che per una villa basta appena 80.000/100.000 dollari, purtroppo il problema principale sono le rate mensili del mutuo che sono diventate troppo pesanti da sopportare e parecchie famiglie non riescono a tirare la cinghia fino a fine mese causando di fatto il pignoramento della casa, ma il governo americano sta studiando un sistema per permettere di aiutare chi è in difficoltà a pagare le rate del mutuo, però devono fare presto.
Intanto già per le strade americane si vedono parecchi “barboni” che dormono in strada, quindi dovrebbero fare delle case prefabbricate per quelle famiglie che hanno subito il pignoramento in modo da rendere il tutto meno traumatico.
Il peggio è che gli stranieri stanno aproffittando di questa situazione per comprare le case a poco prezzo.
Via wallstreetitalia
Ieri l’euro stava perdendo colpi fino a raggiungere 1,28 nei confronti del dollaro, in pratica è il valore minimo dal 2006, il che ci fa capire quanto sia forte la crisi economica in europa, considerato che più l’euro è forte, più l’economia sta bene, e che rispetto a qualche mese fa quando il dollaro valeva 1,60 euro e tutti compravano prodotti provenienti dagli USA, adesso con la recessione in atto è possibile che l’euro possa perdere ulteriori colpi e per ovviare a questo problema la BCE dovrebbe tagliare ancora i tassi di interesse, diffatti girano voci che possa già farlo per fine ottobre, primi di Novembre.
In ogni modo mi viene da pensare che con il prezzo del petrolio che è sui 70 dollari, il dollaro che cresce, la BCE che taglia i tassi, possiamo solo risparmiare sulla benzina e sul mutuo.
La moneta unica europea è scesa sotto quota 1,28 nei confronti del dollaro nella notte, ai minimi da 23 mesi, per poi risalire leggermente a 1,2829 (1,3180 la chiusura di ieri).
Via ilsole24ore
L’attuale situazione economica ha scombussolato parecchi mercati e tra questi c’è anche il mercato immobiliare, visto che negli ultimi anni si era registrato un crescente aumento di compravendita delle case, con il conseguente aumento costante del valore immobiliare, già con il passaggio dalla lira all’euro il prezzi delle case erano schizzati verso l’alto, adesso si compra di meno e si vende di più causando di fatto un ribasso del valore immobiliare.
Questa crisi economica sta mettendo in seria difficoltà parecchie famiglie e quelle che non riescono a rispettare le scandenze mensili del mutuo sono costrette a lasciare la casa che verrà venduta dalla banca ad un prezzo nettamente inferiore, insomma queste sono situazioni che faranno decrescere il prezzo delle case dal 10% al 20% calcolato in base ad un rapporto del FMI.
Quindi chi ha tanti soldi liquidi è il momento buono per comprare, mentre per chi vuole vendere deve resistere per almeno 3/4 anni.
A sostenerlo è il Fondo Monetario Internazionale in un’ analisi ‘ad hoc’ sulla situazione del mercato immobiliare globale. In molte economie avanzate nel giro dei prossimi 2-4 anni, i prezzi potrebbero scendere di circa il 25%.
Via wallstreetitalia