Adesso il dollaro fa la parte del leone e sta recuperando soll’euro di giorno in giorno, adesso un euro vale 1,36 dollari, rispetto a 13 mesi fa è stato raggiunto il livello più basso, adesso conviene sempre meno comprare e/o andare in America, ma di contro si avrà un maggiore guadagni sui introiti provenienti dagli USA, pubblicità Adsense compresa, ricordiamoci quando a gennaio-febbraio l’euro valeva più di 1,50 dollari perà il petrolio era ai massimi livelli.
In ogni modo questa ascesa del dollaro è dovuta all’approvazione del piano finanziario di Bush che ha permesso di rifiatare aun pò il mercato considerando che per comprare le azioni “bidone” ci vorranno circa 6 settimane, quindi per risvegliare l’euro dal suo “torpore” bisogna attendere la decisione della BCE di tagliare i tassi di interesse, che potrebbe dare un risvolto all’economia europea anche se sarà difficile.
L’euro si indebolisce ancora e tocca il livello più basso degli ultimi 13 mesi sotto 1,36 dollari.
Via ilsole24ore
Dopo dieci anni di presidenza di George W. Bush alla casa bianca, il risultato è davanti ai nostri occhi, non è riuscito a fare qualcosa di utile per gli americani, dalla guerra in Iraq, alla cattiva gestione dell’economia americana il che ha mandato in malora tutto il sistema USA, con le conseguenza nefaste per i cittadini americani e l’Europa che rischia grosso.
Adesso Bush, con la collaborazione di Bernanke della Fed e del ministro del Tesoro, Paulson, ha redatto un piano di salvataggio pari a 700 miliardi di dollari, il che ha fatto venire il mal di pancia a parecchi repubblicani che per salvare la loro reputazione dovevano approvarlo e invece l’hanno rifiutato generando di fatto il crollo dei mercati azionari.
Insomma è ben chiaro che tutto quanto giri a favore di Barack Obama, candidato democratico alla casa bianca, visto che John McCain continua, di giorno in giorno, a perdere consensi proprio per colpa delle nefandezze dei repubblicani, Bush compreso.
Spero solo che quando Obama diventerà presidente degli Stati Uniti d’America, riesca a rialzare l’economia e chiudere con le guerre di Bush.
La crisi finanziaria e’ la miglior campagna elettorale per Barack Obama e potrebbe portare il candidato democratico alla Casa Bianca.
Via wallstreetitalia
Ieri c’è stato il discorso del presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush, nelle quale ha cercato di spiegare che il piano per salvare gli USA dalla recessione economica non riguarda principalmente le grosse aziende, ma anche i piccoli risparmiatori, si capisce che gli americani sono in una situazione molto difficile e che ci vorrà molto tempo per uscirne.
Questo piano di salvataggio consiste di acquistare 700 miliardi di dollari di attivi ollateralizzati, non solo da mutui in modo da ammortizzare questo “terremoto” finanziario, ma che presenta molte incognite in quanto questo piano di tale entità non è ben chiaro come viene spalmato e sicuramente ci saranno parecchi ostacoli da parte delle banche che pur di salvare il salvabile cercheranno di mettere i bastoni tra le ruote.
In ogni modo il crack finanziario è troppo esteso per poter essere risolto in tempi brevi e ci vorranno ancora altri miliardi di dollari per sanare le ferite causate dalla speculazione dei mutui subprime, il rischio è che la maggior parte della capitalizzazione americana venga venduta in mani estere, in particolare modo a quelle del Giappone e della Cina che economicamente sono messi molto meglio.
Insomma se questo piano di salvataggio andrà in malora, di conseguenza anche l’Europa andrà peggio e si preannuncerà uno scenario, a dir poco, catastrofico delle dimensioni di una bomba atomica, e l’unico colpevole è George W. Bush che con le sue politiche ha mandato in malora gli americani, l’unica consolazione è che non verrà rieletto, spero solo che, a questo punto, venga eletto Obama invece di Mc Cain in quanto, quest’ultimo tenderebbe a seguire le orme di Bush il che significhebbe la fine.
In un drammatico discorso alla Nazione che ha pronunciato ieri notte dalla Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha descritto un quadro economico catastrofico per il Paese se il pacchetto di salvataggio da 700 miliardi di dollari non sara’ approvato al piu’ presto dal Congresso. Il discorso aveva un obiettivo preciso. Convincere milioni di americani lontani dalle grandi metropoli, che guardano con sospetto Washington e i politici, che il piano di aiuti per il sistema finanziario in discussione al Congresso non e’ stato ideato per salvare ricchi banchieri e Wall Street, ma l’economia del Paese
Via ilsole24ore
La satira, specie politica, è soggetta spesso e volentieri a subire chiamate a giudizio per offesa / vilipendio. Qualche mese fa qualcuno ha rischiato la testa per una vignetta su Maometto, e anche in Italia si è sentita tremare la terra.
E oltre oceano come vanno le cose? Il mio amico Davide oggi mi ha segnalato una t-shirt a sfondo politico: protagonisti McCain e la sua “socia” Sarah Palin. Ma secondo voi qui si è passato il limite dell’offesa? O siamo ancora in tema di satira politica?
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La AIG è uno dei colossi americani dell’assicurazione con milioni di polizze vendute, si è trovato con più di 1.000 miliardi di dollari in passivo a bilancio e questo è successo in breve tempo, e questa situazione fa pressupporre che la American International Group Inc. abbia fatto delle manovre speculative che le sono ritorte contro, in quanto le assicurazioni, a differenza delle banche, non falliscono quasi mai.
Questa bancarotta ha messo in crisi l’economia americana e il governo USA per evitare il peggio ha dovuto rilevare l’80% dell’AIG e in più la FED ha dovuto mantenere i tassi di interesse al 2%, anche se prima aveva intenzione di aumentarli, però il presidente Bernanke ha voluto sottolineare che non ha alcuna intenzione di salvare tutti e che questo caso è particolare vista la “stazza” di questo colosso assicurativo.
In ogni modo la non passa giorno che ci ritroviamo con una notizia allarmante che riguarda l’economia americana il che viene da pensare che prima o poi verrà fuori una crisi peggiore del 1929 visto che in quell’anno fallirono migliaia di piccole banche mentre nella situazione attuale sono le grosse banche ad essere coinvolte il che è peggio.
Con una mossa senza precedenti la Fed evita in extremis il fallimento di Aig, accordandole un finanziamento da 85 miliardi di dollari. Il piano si salvataggio, orchestrato ancora una volta da banca centrale Tesoro e appoggiato dal presidente George W. Bush, prevede inoltre che il colosso assicurativo passi sotto il controllo del Governo.
Via wallstreetitalia
Che il porno abbracci la politica da tempo, noi italiani possiamo dirlo forte. Forse i primi nella storia politica ad avere deputate pornostar (vedesi Moana e Cicciolina riunite nel partito dell’Amore) e i primi ad avere un deputato drag queen (Vladimir Luxuria) che recentemente ha fatto outing di essersi pure prostituito…
La mossa americana invece è molto più sottile. Parliamo della pornostar Tera Patrick. La splendida attrice porno, protagonista di numerosi video hard, non si è accontentata di diventare la madrina del nuovo videogame per adulti (violentissimo) Saint Row 2, ma ha pensato bene di esprimere pure un meta-consenso politico.
Il prossimo 4 novembre sarà quindi chiamata alle urne. Cosa ne pensa? «Voterò Barack Obama. Non ho una vera opinione di entrambi, solo non voglio un altro governo repubblicano». Non ha neanche un’idea chiara su Sarah Palin, la candidata alla vicepresidenza di McCain, molto chiaccherata e criticata negli States. «Chi? La donna? Non so nulla..», dice Tera che non intraprenderebbe mai un carriera politica: «Troppo lavoro». (via Corriere della Sera)
Interessante il commento finale del Corriere:
Dopo neanche mezz’ora, qualche foto, Tera il suo dovere l’ha fatto
Che volevano dire secondo voi? Banale espressione di una pornostar che sta alla politica come l’acqua nel Sahara, oppure l’ennesima spintina multimediale-comunicativa per affascinare un altro target di persone a favore del bel Obama?
p.s.: il video della presentazione di Tera Patrick a Praga per Saint Row 2 lo trovate su girlpower.
Si allunga la lista delle banche fallite in seguito alla crisi del mercato immobiliare. Le autorità hanno chiuso la First Priority Bank, istituto della Florida. La Federal Deposit Insurance Corp. ha ceduto 227 milioni di dollari di depositi a SunTrust Bank. La First Priority Bank è l’ottavo istituto statunitense a fallire quest’anno.
Al 30 giugno gli asset di First Priority risultavano pari - secondo i dati della Fdic, l’ente che assicura depositi bancari per 13′000 miliardi - a 259 milioni di dollari. Al momento della chiusura, l’istituto conta su 13 milioni di depositi non assicurati.
First Priority è la prima banca a fallire in Florida dal 12 marzo 2004, quando fu costretta a chiudere i battenti la Guaranty National Bank. “E non sarà l’ultima”, sottolineano alcuni operatori. La Florida è, insieme alla California, lo stato più colpito dalla crisi del mercato immobiliare.
Le difficoltà della First Priority risalgono allo scorso anno. Per cercare di salvare e rilanciare la banca venne chiamato Kevin Hale, che cercò in primo luogo di rafforzare il capitale dell’istituto. “Venne messo in una posizione quasi impossibile per salvare la banca e, ovviamente non ha potuto farlo”, sottolinea Ken Thomas, consulente bancario di Miami.
Il 25 giugno, la Fdic aveva lanciato l’allarme, affermando che l’istituto era sotto capitalizzato: l’ente aveva concesso 30 giorni per aumentare il capitale.
Nonostante le assicurazioni del governo americano. Nonostante le rassicurazione della UE e del nostro governatore Draghi, la crisi USA (ex mutui subprime) continua a mietere danni. Un vero virus finanziario (firus: financial virus), che pare non essere marginabile.
Secondo una recente stima del New York Times sarebbero almeno 150 gli istituti a rischio su un totale di 7.500 a livello nazionale. Una lista delle 90 banche più esposte era stata compilata già in primavera dalla Federal Deposit Insurance Corporation, agenzia governativa che fornisce assicurazioni sui depositi bancari. La classifica, che potrebbe essere allungata al prossimo aggiornamento in agosto, non includeva IndyMac tra gli istituti più a rischio. (via la7)
Ma è proprio la stessa banca IndyMac che nei scorsi giorni è stata protagonista di un pesante fallimento. E a seguire altri due istituti minori, che sono state inglobate in questi giorni nella Mutual of Omaha Bank.
Arriverà una ulteriore ondata di crisi anche sul mondo bancario italiano? Cosa possiamo fare affinche i nostri mutui non schiaccino ulteriormente gli stipendi, già tartassati da ogni tipo di tassa?
foto originale by Ice Blade
Ormai il prezzo del petrolio aumenterà sempre di più, adesso è arrivato a 140 dollari a barile, mentre a gennaio era appena poco più di 100 dollari a barile, il che fa pensare che per la fine dell’anno potrebbe benissimo arrivare a 170-180 dollari o addirittura a 200 dollari a barile!
Questa situazione non fa altro che peggiorare il sistema economico mondiale e il tasso interbancario è salito a 5,6, praticamente un record e l’euro sta diventando sempre più forte nei confronti del dollaro, queste condizioni stanno metterndo a dura prova il mercato mondiale in particolare modo gli USA e l’Europa, ma il problema è che nessuno fa qualcosa per sistemare questa "falla", anzi la alimentano (vedi Trichet).
Come ben sappiamo che le ragioni del’aumento del prezzo del greggio è dovuto all’aumento costante della domanda dei grandi paesi, in particolare modo quelli asiatici, mentre l’offerta è notevolmente più rigida il che dipende dalla perdita di valore del dollaro, poiché gran parte delle transazioni sul greggio avvengono in dollari quindi si è instaurato un rapporto tra il tasso di cambio del dollaro americano e il prezzo del petrolio ergo il dollaro cade e il prezzo del greggio aumenta.
Tutto questo, a lungo andare, genererà un aumento della povertà e un aumento del portafoglio di quelli che sono già ricchi, insomma la classe media sparirà e ci sarà un divario netto tra i poveri e ricchi, come 100 anni fa!
Insomma, se non facciamo qualcosa al più presto c’è da avere paura per il futuro, per noi e sopratutto per i nostri figli!
Con il petrolio a 140 dlr, dicono i consumatori, si alza il prezzo della bolletta energetica, con un impatto sull’inflazione del 4,3%.
Via ansa