Le quotazioni odierne del prezzo del petrolio a barile si sono assestate sui 92 dollari, la causa di questo ulteriore ribasso è dovuto alla notizia della bancarotta della Lehman Brothers il che ha messo in crisi l’economia americana.
Nonostante la Ocse avesse deciso di tagliare la produzione del greggio, sperano che il petrolio rialzasse la testa, invece sembra che si stia “rilassando” e questo potrà solo portare benefici alle imprese e anche per i consumatori (anche se il prezzo della materia prima tende a scendere molto lentamente).
Però a prescindere dai svantaggi e vantaggi che il petrolio implica, dobbiamo considerare che il greggio non è eterno e che prima o poi si esaurirà e a quel punto il prezzo aumenterà parecchio fino a che i governi mondiali non decidano al più presto possibile, una politica che permetta l’uso delle energie alternative, ma sappiamo che in mezzo ci sono troppi interessi economici che il greggio comporta il che significherà che passeremo a queste energie solo quando il petrolio si esaurirà completamente.
Il petrolio cede ancora e scende sotto i 92 dollari al barile, al minimo degli ultimi sette mesi. Le quotazioni sul mercato after hours di New York si sono portate a 91,70 dollari.
Via wallstreetitalia
Dopo che il prezzo del petrolio si era assestato sui 100 dollari a barile ecco la decisione a sorpresa da parte della OPEC, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, che ha deciso di tagliare la produzione del greggio di ben 520.000 barili al giorno.
Questa notizia ha sconcertato un pò tutti, quando il prezzo superava i 150 dollari a barile tutti esortavano la Opec di aumentare la produzione in modo che scendesse il prezzo ma non l’ hanno fatto in quanto imputavano la colpa alla speculazione, adesso che la situazione si è normalizzata ecco che arriva la mossa inaspettata, la Opec taglia la produzione del greggio il che significherà solo una cosa: il prezzo del petrolio tornerà ad aumentare!
A questo punto chi specula? il mercato? la Opec? Capisco che le Borse mondiali abbiano risentito del calo del prezzo, ma alla fine ci rimettiamo solo noi!
Con una decisione a sorpresa, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio riunita a Vienna ha tagliato la produzione di greggio di 520.000 barili al giorno, invitando i membri del «cartello» a rispettare le quote. Alla notizia il prezzo del petrolio ha guadagnato subito un dollaro.
Via corriere
Tutti noi abbiamo notato che quando il prezzo del greggio aumenta, automaticamente aumenta anche il prezzo del carburante, mentre quando scende il prezzo del greggio, il prezzo carburante rimane come prima all’inizio per poi scendere con molta lentezza con le conseguenti proteste da parte del consumatore.
La situazione attuale è di gran lunga migliore di qualche mese fa dove ipotizzavano il prezzo del petrolio a 200 dollari a barile quindi le compagnie petrolifere dovrebbero già ridurre il prezzo della benzina e del diesel di qualche centesimo considerando anche il fatto che questi prezzi in Italia sono tra i più alti in europa.
I motivi del perchè il prezzo del carburante non scende di pari passo al prezzo del greggio è dovuto al fatto che il governo Berlusconi ha messo in vigore una nuova tassa la Robin Tax che incide sul guadagno delle compagnie petrolifere e per ammortizzare i costi tendono a rallentare il più possibile la riduzione del prezzo della benzina e diesel.
«Nei primi otto mesi del 2008 i margini lordi di distribuzione per benzina e gasolio sono aumenti, nella media, del 7,4%, rispetto all’intero 2007 e ciò è dovuto alla lentezza con cui il prezzo finale si adegua alla diminuzione delle quotazioni del petrolio».
Attualmente possiamo solo affidarci alle cosidette pompe bianche che costano meno.
Via ilsole24ore
L’uragano Gustav sta per arrivare in America con la sua forza distruttice, passata da forza 4 a forza 3, che sicuramente causerà parecchi danni all’America, in particolare modo alla loro economia.
Dopo la chiusura di alcuni impianti per la produzione del petrolio nel Golfo del Messico il che aveva fatto aumentare il prezzo del greggio e adesso che questo uragano sta per passare nelle città costiere americana con l’intento di fare parecchi danni, tutto questo ha contribuito ad aumentare in maniere considerevole il prezzo del greggio.
La nostra speranza è che la forza distruttrice di Gustav non sia così devastante come dicono e che faccia meno danni, in modo che il prezzo del petrolio non salga ulteriormente per poi ritornare ai problemi di 2/3 mesi fa.
Quelle poche volte che il prezzo del petrolio tende a scendere, vediamo che il prezzo del carburante alla pompa non segue la stessa strada anzi scende dopo 2-3 giorni , mentre se il prezzo del greggio aumenta, in un attimo salgono i prezzi del carburante, insomma è una manovra che le società petrolifere hanno sempre seguito.
E’ da anni che va in questo modo, ma le società petrolifere dovevano capire che l’Italia è in una situazione economica critica quindi se avessero abbassato i prezzi nella stessa velocità di quando li devono aumentare sarebbe stata una buona cosa e in vece hanno pensato ai loro interessi diffatti c’è in atto un continuo scaricabarile tra gestori e società petrolifere.
Tutte le associacioni a tutela del consumatore fanno appello al governo purchè faccia qualcosa per fermare questa speculazione vera e propria, ma si sa che Berlusconi & company non possono fare nulla in quanto hanno già redatto la Robin Tax e i risultati si vedono, in negativo ovviamente.
Agosto si sta avvicinando e inizieranno gli esodi estivi, il che causerà un aumento incontrollato del prezzo del carburante come negli anni passati e la soluzione quale sarà? mah.
La storia si ripete e la gente (giustamente) s’infuria o taglia i consumi: il prezzo del petrolio sale e quello alla pompa viene adeguato subito; il prezzo scende - come in questi ultimi giorni - e il riallineamento, se c’è, è molto, ma molto più lento.
Via gazzettino
La causa principale che ha generato il continuo crescendo del prezzo del petrolio arrivando anche a 150 dollari a barile è da imputarsi esclusivamente alla speculazione incontrollata, se non ci fosse stata o se l’avessero fermata in tempo, il prezzo del greggio sarebbe stato sui 80 dollari a barile, questa analisi è stata fatta da Jesus Reyes Heroles, amministratore delegato di Petroleos Mexicanos, però la colpa è anche di chi non ha saputo fermare i speculatori in primis gli americani che dovevano vigilare al meglio le contrattazioni dei derivati petroliferi.
L’aumento percentuale è stato di circa 70 punti in più del previsto e sta a significare come la speculazione abbia raggiunto dei livelli massimi come a sottolineare che il mondo è in mano ai paesi produttori di petrolio e che sono loro a fare la voce grossa.
In ogni modo per arginare, almeno in parte, il problema bisogna limitare il numero di contratti per singolo investitore in modo da contenere la domanda speculativa rispetto alla domanda effettiva.
Il prezzo del greggio sarebbe di circa 80 dollari al barile se non ci fosse la speculazione a spingere le quotazioni dell’oro nero.Un 38% in meno rispetto all’attuale prezzo che ridarebbe fiato alle economie dei paesi consumatori.
Via ilsole24ore
L’inflazione galoppante colpisce questa estate italiana, come la cinese ci aveva colpiti durante l’inverno qualche anno fa. La crisi ormai è sensibile. Il dollaro vale sempre meno, il petrolio di contropartita costa sempre di più. L’Italia purtroppo vive di trasporti via ruota, dove l’incidenza del carburante è massima. E tutto si riversa nell’economia familiare, colpendo direttamente i generi di prima necessità.
L’Istat conferma: inflazione a giugno ai massimi da 12 anni, con l’indice che sale al 3,8%, in accelerata rispetto al 3,6% di maggio. A correre di più sono soprattutto i prezzi di alimentari (+6,1%), acqua, elettricità e combustibili (+7,2%), trasporti (+6,9%). All’origine dei maxi-rincari c’è ancora una volta la corsa delle quotazioni del petrolio, che da mesi continua ad aggiornare i suoi massimi. (via tgcom)
Sul sito Rivaluta potete analizzare per conto vostro i dati storici relativi all’inflazione. Noi vi abbiamo semplicemente mostrato il grafico degli ultimi 2 anni, pensiamo possa bastare per scuotervi un attimino…
Tutto aumenta. Dagli stabilimenti balneari al pane, per arrivare alle bollette acqua, luce, gas. Vere e proprie stangate. E la rata del mutuo, che si impenna a sua volta, diventa sempre di più un cappio al collo!
Passerò per rifondarolo ma la dichiarazione del Premier Berlusconi a margine dell’Unione per il Meditteraneo è davvero splendida.
Il nostro si è detto soddisfatto per aver proposto un vertice internazionale dei paesi occidentali “per fissare un prezzo massimo del petrolio”.
Immagino lo sbigottimento ed il terrore dei paesi produttori che, di fronte ad una proposta siffatta, sicuramente caleranno le braghe e abbasseranno il prezzo del greggio per venire incontro ai consumatori occidentali, per non parlare degli speculatori, quegli esseri con le teste grandi, i denti aguzzi che sono la vera causa dell’aumento delle materie prime.
In seguito si vedrà se applicare lo stesso principio alle auto: i consumatori decideranno il prezzo massimo delle utilitarie e delle berline. Poi sarà la volta dei cellulari e dei computer per i quali non si potrà pagare più di quanto deciso dagli acquirenti.
Insomma: vivremo in un mondo bellissimo dove tutto sarà deciso da chi compra senza badare alle leggi del mercato che, del resto essendo un’invenzione umana, non vedo perché non potrebbero essere ribaltate.
Il prezzo della benzina è cresciuto, mediamente in un anno, dell’11% mentre il diesel, nello stesso arco di tempo è cresciuto del 27%, (fonte radio24).
Ora, pur non essendo un tecnico, credo che il diesel sia sempre un derivato del petrolio ed allora mi domando: come mai una tale disparità?
Il prezzo del barile è aumentato notevolmente nell’ultimo anno ma non credo esista il barile del petrolio/benzina ed il barile del petrolio/diesel.
Forse che abbia inciso l’aumento delle vendite di automobili con motore diesel?
Sarà un caso oppure il fatto che le auto diesel abbiano superato in numero quelle a benzina oltre ad essere state, in assoluto, le più vendute negli ultimi due anni ha avuto una forte influenza in chi decide i prezzi alla pompa i quali, giusto per non guadagnare troppo hanno stabilito, zitti zitti, di incidere sul “prezzo giusto”.
La cosa magnifica, è che hanno avuto anche il coraggio di propinarci il decalogo del risparmio energetico con il quale i poveri cittadini, vessati da aumenti legati al prezzo del greggio e COMPLETAMENTE INDIPENDENTI dalla loro volontà, potranno spendere qualche soldo in meno. Ma come sono buoni questi petrolieri di casa nostra.
P.s. Nel frattempo, anche oggi Alitalia ha perso i soli 2,36 milioni di €…
Ho scelto questo titolo “non ci resta che piangere” con Benigni e Troisi per sottolineare la nostra situazione che sta divantando, di giorno in giorno, sempre più insostenibile tra l’inflazione che è arrivata al 4,00% generando aumenti sulle materie prime, il prezzo petrolio che non smette di crescere e infine la Bce, ieri, ha aumentato di un quarto di punto i tassi di interesse europei portandoli al 4,25% in modo da contrastare l’inflazione.
Capisco i timori di Trichet, ma dico che questo aumento servirà a poco, per non dire nulla, anzi metterà in crisi parecchie famiglie che hanno contratto un mutuo a tasso variabile, bisognerebbe riversare gli sforzi per contrastare l’aumento dei prezzi sul controllo di chi specula sul petrolio e sui mutui e sopratutto cominciare ad investire per poter crescere economicamente. Il problema è che tutti parlano ma nessuno va ai fatti e di conseguenza si arriverà ad una stagnazione.
Purtroppo le banche fanno la parte del padrone ed sono evidenti le loro gravissime responsabilità, che invece di consigliare tassi fissi a partire dal 2005, quando il costo del denaro si era ridotto attorno al 3,5%, al minimo storico con tutte le previsioni che propendevano per una imminente stagione di aumenti, le banche hanno consigliato, a tutti, tassi variabili.
In ogni modo la situazione attuale sta prosciugando sia i stipendi dei lavoratori sia i loro risparmi di una vita e per quanto si possa risparmiare non si riesce a pagare tutto, bisognerebbe aumentare le buste paga dei lavoratori, ma il problema è che nessuno vuole farlo perchè hanno paura della spirale prezzi/salario che porterebbe ad una inflazione ancora più elevata, quindi l’unica soluzione è quella di abbassare le tasse sugli stipendi in maniera considerevole e diminuire la spesa pubblica, ma il governo italiano ha ben altre cose su cui pensare come il decreto anti itercettazioni.
Alla fine non ci resta che piangere!
Il problema per i risparmiatori, se mai, è capire se la mossa della Bce sia isolata o sia invece il preludio a una nuova serie di rialzi. E soprattutto, quanto a lungo possa continuare l’anomalia che vede i tassi interbancari sensibilmente al di sopra dei saggi ufficiali a causa della crisi di fiducia provocata dall’ondata subprime sui mercati del credito. Le previsioni degli operatori, per il momento, scontano un altro aumento di 25 punti base dei tassi entro dicembre.
Via ilsole24ore