Tutti noi abbiamo notato che quando il prezzo del greggio aumenta, automaticamente aumenta anche il prezzo del carburante, mentre quando scende il prezzo del greggio, il prezzo carburante rimane come prima all’inizio per poi scendere con molta lentezza con le conseguenti proteste da parte del consumatore.
La situazione attuale è di gran lunga migliore di qualche mese fa dove ipotizzavano il prezzo del petrolio a 200 dollari a barile quindi le compagnie petrolifere dovrebbero già ridurre il prezzo della benzina e del diesel di qualche centesimo considerando anche il fatto che questi prezzi in Italia sono tra i più alti in europa.
I motivi del perchè il prezzo del carburante non scende di pari passo al prezzo del greggio è dovuto al fatto che il governo Berlusconi ha messo in vigore una nuova tassa la Robin Tax che incide sul guadagno delle compagnie petrolifere e per ammortizzare i costi tendono a rallentare il più possibile la riduzione del prezzo della benzina e diesel.
«Nei primi otto mesi del 2008 i margini lordi di distribuzione per benzina e gasolio sono aumenti, nella media, del 7,4%, rispetto all’intero 2007 e ciò è dovuto alla lentezza con cui il prezzo finale si adegua alla diminuzione delle quotazioni del petrolio».
Attualmente possiamo solo affidarci alle cosidette pompe bianche che costano meno.
Via ilsole24ore
Quelle poche volte che il prezzo del petrolio tende a scendere, vediamo che il prezzo del carburante alla pompa non segue la stessa strada anzi scende dopo 2-3 giorni , mentre se il prezzo del greggio aumenta, in un attimo salgono i prezzi del carburante, insomma è una manovra che le società petrolifere hanno sempre seguito.
E’ da anni che va in questo modo, ma le società petrolifere dovevano capire che l’Italia è in una situazione economica critica quindi se avessero abbassato i prezzi nella stessa velocità di quando li devono aumentare sarebbe stata una buona cosa e in vece hanno pensato ai loro interessi diffatti c’è in atto un continuo scaricabarile tra gestori e società petrolifere.
Tutte le associacioni a tutela del consumatore fanno appello al governo purchè faccia qualcosa per fermare questa speculazione vera e propria, ma si sa che Berlusconi & company non possono fare nulla in quanto hanno già redatto la Robin Tax e i risultati si vedono, in negativo ovviamente.
Agosto si sta avvicinando e inizieranno gli esodi estivi, il che causerà un aumento incontrollato del prezzo del carburante come negli anni passati e la soluzione quale sarà? mah.
La storia si ripete e la gente (giustamente) s’infuria o taglia i consumi: il prezzo del petrolio sale e quello alla pompa viene adeguato subito; il prezzo scende - come in questi ultimi giorni - e il riallineamento, se c’è, è molto, ma molto più lento.
Via gazzettino
Con il petrolio che non smette di crescere come prezzo, e il conseguente aumento delle bollette del gas, della luce, del prezzo del carburante, degli alimenti, lo stipendio che non cresce anzi diminuisce, è palesemente comprensibile che a nessuno piaccia pagare i balzelli, sopratutto se alla fine del mese non ti resta niente.
Con l’inflazione che va a mille, c’è la Bce che per risolvere il problema tende ad essere vaga, spesso ci sentiamo dire che aumenterà i tassi, li taglierà, e alla fine li mantiene, però la possibilità che Trichet tenderà ad aumentare i tassi di interesse di un quarto di punto è molto fattibile, per non dire quasi certa e in quasto caso quelli che hanno contratto il mutuo a tasso variabile sarà una ulteriore spesa.
A parte tutto potremmo essere felici per aver pagato le tasse? perchè no? possiamo comportarci come Primo Rovis, che nel 1980 pagava tasse per un totale di quasi 700 milioni di vecchie lire, pari a quasi 340 mila euro, però era felice di averle pagate, perchè questi soldi hanno contribuito a migliorare il sistema Italia, ecco quello che aveva detto:
«Ho pagato le tasse che dovevo pagare e ne sono felice. Esistono strade, scuole, luce nelle case, assistenza sanitaria, ordine pubblico, tanti servizi a carico dello Stato, che li può garantire e migliorare solo se i cittadini contribuiscono in proporzione al loro reddito».
Insomma se tutti paghiamo le tasse abbiamo solo da guadagnarci!
E’comprensibile che pagare le tasse, specie se sono elevate, non sia piacevole per nessuno e che dunque il 20 giugno non sia un giorno di festa. Al malumore di chi pensa, peraltro comprensibilmente e legittimamente, solo al suo particulare ovvero alla sua tasca, si mescolano considerazioni di ben altra natura. Considerazioni sulle conseguenze generali che la pressione fiscale del momento può provocare sulle condizioni complessive del Paese, sugli investimenti, sull’occupazione, sulla produttività delle imprese e così via.
Via corriere
L’Istat ha fornito, stamattina, i dati relativi sull’indice dei prezzi al consumo a maggio, che è salito del 0,5% rispetto ad aprile e +3,6% rispetto a amggio 2007, che rappresenta il massimo record da 12 anni (dal 1996), però se spostiamo l’analisi relativa alla spesa quotidiana vediamo che l’incremento è più elevato: +5,4% su base annua, senza poi considerare i prezzi del carburante che hanno raggiunto livelli altissimi.
Per quanto riguarda il campo alimentare, il prezzo del pane ha raggiunto il 13,3% rispetto ad un anno fa mentre per la pasta l’incremento è del 20,7% su base annua e 1,8% rispetto ad aprile, insomma il cibo costa come l’oro, e preparare la colazione, il pranzo e la cena, sta diventando oneroso e ci sono padri e madri che non mangiano pur di far mangiare i loro figli, roba da dopoguerra.
Poi se la Bce manterrà il proposito di aumentare i tassi di interesse a luglio, per far fronte a queste impennate di prezzi, potrebbe essere una buona soluzione, ma ci sono anche quelle famiglie che hanno contratto un mutuo a tasso variabile e non possono spostarlo a fisso, anche se con il decreto Bersani sulla portabilità dei mutui dice che non dovrebbero esserci spese, però le banche hanno trovato l’inganno e si fanno pagare caro per quelli che vogliono cambiare mutuo e/o banca.
In ogni modo questo 2008 è da considerarsi un "annus horribilis" sotto tutti gli aspetti, e possiamo solo sperare che vada meglio anche se l’ascesa del petrolio non sta facilitando la situazione.
L’ Istat, che ha diffuso oggi i dati sui prezzi, conferma che l’inflazione e’ salita del 3,6% su base annua a maggio, ai massimi dall’agosto 1996. Ad aprile i prezzi al consumo erano al 3,3%. L’inflazione su base mensile è stata invece dello 0,5%. Per la spesa quotidiana però i prezzi a maggio sono cresciuti più in fretta del tasso generale: l’inflazione e’ salita al 5,4%, dal 5,1% di aprile. Questo il dato relativo ai beni ad ‘’alta frequenza d’acquisto’’, che vanno dagli alimentari alle bevande, dall’affitto alle spese al ristorante, dai carburanti ai trasporti, dai giornali ai tabacchi.
Via panorama
Visto il crescente aumento dei prezzi del carburante per autotrazione, causato dal costo del petrolio che viaggia a quasi 130 dollari a barile, il ministro dello sviluppo economico, Scajola, vuole preparare un decreto che permetta di liberalizzare le aperture di nuovi distributori di carburante, attualmente ci sono delle situazioni a livello regionale e comunale che impediscono la creazione di questi distributori, in questo modo vi saranno più promozioni e quindi avere la possibilità di trovare un qualche distributore che offre prezzi promozionali "onesti".
Questo possibile decreto, sicuramente non piacerà a nessuno, a prescindere che si potrà risparmiare sulla benzina e diesel, ma dove mettiamo l’ecologia? il verde? sarà più bello vedere più distributori che alberi per la strada? No, potevano optare per un decreto che puntasse sulle energie alternative!
Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, sta lavorando ad un decreto legge per eliminare le strozzature che impediscono l’apertura di nuovi distributori di carburante.
Via wallstreetitalia
Con il petrolio che sta sfracellando l’economia mondiale, con i suoi continui aumenti che sta mettendo in ginocchio i consumatori italiani e non è facile riuscire a risparmiare sul pieno di benzina o diesel.
Adesso la benzina è a 1,483 euro al litro, mentre il diesel è a 1,479 euro al litro, la possibilità che entrambi superino quota 2 euro al litro non è così tanto remota, questa quota potrebbe essere realtà già verso la fine dell’anno o primi 2009, e noi italiani ci chiediamo: qual’è l’alternativa? attualmente ci sono 2 carburanti che costano meno, il Gas e il Metano, potrebbero essere una valida alternativa, ma hanno i loro contro e sono:
Gas: Essendo un derivato del petrolio, anche questo risente della quotazione del petrolio e conviene solo per macchine che consumano almeno 13/15 km/l.
Metano: costa meno di tutti, ma ha due difetti e sono la bassissima distribuizione in Italia di distribuitori a Metano, e per installare la bombola a metano abbisogna di almeno 2/3 di bagagliaio, quindi poco spazio per i bagagli, alla fine conviene solo per quelli che usano la macchina per andare a lavorare e fanno almeno 100 km al giorno.
Ergo, di alternative veramente valide non ce ne sono finchè le case automobilistiche non avranno creato una macchina elettrica che vada come a benzina e che consumi come una lampadina da 40 watt! Ma è pura fantasia!
Ancora rincari record per i carburanti. La benzina e’ salita a 1,483 euro al litro e il diesel a 1,479 euro al litro.
Vai agi
Il governo Berlusconi ha già cominciato a lavorare sulla condizione economica che l’Italia sta riversando in questo momento, e in primis c’è il problema del caro petrolio che sta sconvolgendo il mercato mondiale e in particolare il nostro paese, il principale problema è il carburante che costa troppo e sempre più gente fa rifornimento con 10-20 euro perchè fare il pieno vuol dire svenarsi.
Per alleviare questo problema, il governo Berlusconi nelle mani del ministro dell’economia, Claudio Scajola, dovrebbe tagliare qualche accise che grava sul prezzo della benzina e del diesel, ma purtroppo gli italiani che speravano hanno incassato un bel NO, il motivo di questo rifiuto è che, secondo Scajola, non serve a nulla e non fa risparmiare anzi grava di più alle casse dello stato.
Quindi possiamo solo appoggiarci alla "clemenza" delle compagnie petrolifere, infatti l’Agip riproporrà l’iniziativa "Fai il pieno per la settimana" con un taglio domenicale aggiuntivo di 5,6 centesimi da applicare su tutta l’autostrada italiana.
Si allontana il nuovo sconto fiscale per mitigare il caro-carburanti. Il bonus di 2 centesimi al litro sulle accise, scaduto il 30 aprile ma lasciato in consegna al nuovo esecutivo, «è costato molto» allo Stato (l’erario perde circa 500 milioni di euro su base annua ogni centesimo) e «ha avuto uno scarso risultato sulle tasche dei cittadini», avverte Claudio Scajola, di nuovo ministro dello Sviluppo economico (ma anche delle Comunicazioni e del Commercio internazionale, ora unificati) .
Vai Sole24Ore
Con questa tautologia l’attuale premier Prodi, partecipa a uno dei suoi ultimi eventi ufficiali, lo IEF (International Energy Forum):
“E’ necessario che i prezzi petroliferi siano relativamente stabili a livelli accettabili sia per i consumatori che per i produttori. - ha detto Prodi - Prezzi del petrolio troppo alti pesano sull’economia mondiale, specie sui paesi più poveri, con un costo, diretto e indiretto, per l’economia mondiale stimabile in 500 miliardi di dollari ogni 10 dollari di aumento del prezzo al barile” (la repubblica)
Il problema petrolio è molto delicato. Nonostante il continuo calo di valore del dollaro americano, il prezzo al barile del petrolio continua la sua impennata, forse proprio per contrastare l’effetto down del dollaro stesso.
L’Opec (organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) non vede però i margini per gestire un’innalzamento della produzione, anzi segnala che il mercato è in perfetto equilibrio e che la colpa e solo dell’America e dell’attuale situazione di crisi in cui si trova.
Prodi ipotizza soluzioni tramite il dialogo:
la necessita’ di un dialogo strutturato tra consumatori e produttori di energia per una strategia condivisa sui temi della sicurezza energetica (agi)
Anche se a nostro avviso serve veramente un giro di vite forte. Almeno in Italia sarebbero necessari forti tagli alle obsolete accise che uccidono il prezzo dei carburanti, che poi si trasferisce direttamente sul costo dei prodotti, alimentari compresi.
La corsa della benzina e del petrolio non si ferma. Ora la lancetta del contaEuroPerLitro si alza sempre più per avvicinarsi all’euroequaranta al litro.
Il nuovo aumento pare essere causato da:
Il contratto di riferimento sul Nymex, il light sweet crude con consegna a maggio, è salito a 111,8 dollari al barile con un balzo di 3,26 dollari al barile rispetto alla chiusura di ieri (Repubblica)
Insomma una spada di Damocle che pende sulla testa di tutti gli italiani e a farne le spese in modo più grave chi è costretto a fare il pendolare con la propria auto. Tra aumento del tasso dei mutui che pare non arrestarsi e carburante sempre più esoso il rischio di mancare la fine del mese sta ormai diventando realtà, e la piramide del sacrificio giornaliero si espande.
I carburanti non accennano a diminuire, benzina e gasolioaumentano ancora toccando quota 1,398 per la verde e 1,367 per il diesel.
Dopo i rialzi decisi ieri dall’Agip, anche le altre compagnie hanno rivisto al rialzo i listini dei prezzi consigliati ai gestori. La verde si porta così, per tutti i marchi, a ridosso di 1,40 euro al litro, mentre il diesel sfiora quota 1,37 euro, a tre centesimi dalla benzina.
Tutto ciò nonostante il taglio di 2 centesimi al litro effettuato dal governo sulle accise che al momento gravano sul prezzo della benzina e del gasolio.
La notizia passata relativamente in sordina, crea però disappunto in particolare fra le associazioni dei consumatori, riporto integralmente quanto detto a tale proposito da Carlo Rienzi (presidente di Codacons):
“Con la benzina e il gasolio a questi livelli si profila una stangata di circa 510 euro annui a famiglia: 150 euro annui in più solo per il pieno alla propria auto, a cui si aggiungono, sempre su base annua, 140 per il riscaldamento domestico, 80 per il gas, 40 per la luce, e 100 per rincari generalizzati nel settore alimentare”.
Rienzi fa riferimento anche ad altri aumenti, molti dei quali derivano direttamente dall’aumento dei prezzi dei carburanti, ricordiamo infatti che il sistema Italia è quasi totalmente basato sul petrolio. Sarebbe ora di cambiare no?