Adesso il dollaro fa la parte del leone e sta recuperando soll’euro di giorno in giorno, adesso un euro vale 1,36 dollari, rispetto a 13 mesi fa è stato raggiunto il livello più basso, adesso conviene sempre meno comprare e/o andare in America, ma di contro si avrà un maggiore guadagni sui introiti provenienti dagli USA, pubblicità Adsense compresa, ricordiamoci quando a gennaio-febbraio l’euro valeva più di 1,50 dollari perà il petrolio era ai massimi livelli.
In ogni modo questa ascesa del dollaro è dovuta all’approvazione del piano finanziario di Bush che ha permesso di rifiatare aun pò il mercato considerando che per comprare le azioni “bidone” ci vorranno circa 6 settimane, quindi per risvegliare l’euro dal suo “torpore” bisogna attendere la decisione della BCE di tagliare i tassi di interesse, che potrebbe dare un risvolto all’economia europea anche se sarà difficile.
L’euro si indebolisce ancora e tocca il livello più basso degli ultimi 13 mesi sotto 1,36 dollari.
Via ilsole24ore
Dopo che il prezzo del petrolio si era assestato sui 100 dollari a barile ecco la decisione a sorpresa da parte della OPEC, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, che ha deciso di tagliare la produzione del greggio di ben 520.000 barili al giorno.
Questa notizia ha sconcertato un pò tutti, quando il prezzo superava i 150 dollari a barile tutti esortavano la Opec di aumentare la produzione in modo che scendesse il prezzo ma non l’ hanno fatto in quanto imputavano la colpa alla speculazione, adesso che la situazione si è normalizzata ecco che arriva la mossa inaspettata, la Opec taglia la produzione del greggio il che significherà solo una cosa: il prezzo del petrolio tornerà ad aumentare!
A questo punto chi specula? il mercato? la Opec? Capisco che le Borse mondiali abbiano risentito del calo del prezzo, ma alla fine ci rimettiamo solo noi!
Con una decisione a sorpresa, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio riunita a Vienna ha tagliato la produzione di greggio di 520.000 barili al giorno, invitando i membri del «cartello» a rispettare le quote. Alla notizia il prezzo del petrolio ha guadagnato subito un dollaro.
Via corriere
Periodo favorevole per la Porsche. La casa delle sportivissime tedesca, che riscuote sempre più successo nel mondo e soprattutto in Italia, è incontenibile. A poche ore dall’annuncio della nuova Porsche Cayman S Sport, il nuovo bolide della casa di Stoccarda da 300 cavalli, arrivano dalla UE grosse novità.
Il piccolo coupè di Stoccarda ha appena svelato i suoi dettagli (solo alcuni, per la verità) al pubblico: il prezzo, per quanto riguarda la Gran Bretagna, sarà di 49.890 sterline, un po’ più alto rispetto al previsto, ma ciò che si ottiene in cambio non farà certo venire voglia di lamentarsi. (via autoblog)
Ed ecco la novità di oggi. La UE ha dato il via all’acqusizione da parte di Porsche della Volkswagen:
La Commissione Europea ha autorizzato la proposta di acquisizione del colosso dell’auto tedesco Volkswagen da parte di Porsche. Lo rende noto un comunicato diffuso a Bruxelles. (via il tempo)
Il controllo che la Porsche aveva sulla casa popolare tedesca diventarà totale? Riuscirà la casa di Stoccarda a risollevare le sorti del marchio VW, ultimamente in ombra nel mercato?
Passerò per rifondarolo ma la dichiarazione del Premier Berlusconi a margine dell’Unione per il Meditteraneo è davvero splendida.
Il nostro si è detto soddisfatto per aver proposto un vertice internazionale dei paesi occidentali “per fissare un prezzo massimo del petrolio”.
Immagino lo sbigottimento ed il terrore dei paesi produttori che, di fronte ad una proposta siffatta, sicuramente caleranno le braghe e abbasseranno il prezzo del greggio per venire incontro ai consumatori occidentali, per non parlare degli speculatori, quegli esseri con le teste grandi, i denti aguzzi che sono la vera causa dell’aumento delle materie prime.
In seguito si vedrà se applicare lo stesso principio alle auto: i consumatori decideranno il prezzo massimo delle utilitarie e delle berline. Poi sarà la volta dei cellulari e dei computer per i quali non si potrà pagare più di quanto deciso dagli acquirenti.
Insomma: vivremo in un mondo bellissimo dove tutto sarà deciso da chi compra senza badare alle leggi del mercato che, del resto essendo un’invenzione umana, non vedo perché non potrebbero essere ribaltate.
Sdegno è la seconda emozione che si prova di fronte a queste notizie,.
Molise, alla fine del 2002 un terremoto colpisce e devasta popolazione, territorio e, cosa ancora più grave, mette in ginocchio un’economia. Lo stato subito si allerta per stanziare fondi per la ricostruzione, ricostruzione generica perchè in questi casi non si tratta soltanto di ricostruire case e strade, ma di ricostruire anche un economia, un mercato.
In circa 6 anni sono stati stanziati 550 milioni di euro dallo stato per il sisma. Solo 248 sono stati effettivamente investiti per la ricostruzione.
Come sono stati utilizzati questi soldi, in cosa si è investito? Nelle cose più disparate compreso le selezioni di Miss Italia, sdegno ma non basta:
Un calderone nel quale sono finiti anche finanziamenti alle attività più stravaganti: dalle selezioni per Miss Italia, passando per il progetto di ricerca sulla patata turchesca, agli impianti sciistici di Capracotta, al monitoraggio delle api, agli esperimenti per il ripopolamento delle seppie, al museo del profumo, fino alla sponsorizzazione di un reality show estivo di Mediaset. Una serie di investimenti discutibili, ora al vaglio del procuratore capo della Repubblica di Larino, Nicola Magrone, che ha aperto un’inchiesta. Fonte PrimaPaginaMolise
Secondo il commissariato straordinario per il terremoto in Molise la somma richiesta per la ricostruzione di San Giuliano di Puglia (1000 abitanti) è di 450 milioni di euro per le case private e un miliardo di euro per opere pubbliche “di interesse strategico”.
Il comune di Termoli, poi, appena sfiorato dalla scossa, alla fine del 2004 ha presentato un conto di 70 milioni di euro per la “ricostruzione”. Ed ecco così spuntare dal calderone degli investimenti per la “ripresa produttiva” il finanziamento per “far uscire i residenti dell’area del terremoto dall’isolamento tecnologico”: 880 mila euro, presi dal “fondo straordinario ministeriale per il sisma” ed il resto, sovvenzionato dai privati e dai quattro comuni interessati. Tutto attraverso un semplice decreto firmato dal commissario Iorio, che oltre a ricoprire anche la carica di presidente della Regione, è il leader regionale di Forza Italia.
In pratica, niente case, ma la connessione ad internet non vi verrà negata! Sembra però che non sia un progetto veloce e che le connessioni vengano date col contagocce, infatti ancora 600 famiglie sono ancora in lista d’attesa e, come da progetto, a partire dal Gennaio 2009 le connessioni saranno a pagamento.
Sarà possibile utilizzare questi soldi in maniera decente? Potranno vivere in una casa Normale? Magari soffrendo del classico Digital Divide all’italiana a almeno non soffrendo la mancanza di una casa.
Dopo la dichiarazione del presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, dove dice che per fronteggiare l’inflazione che ha rialzato il capo dopo il calo del mese scorso, a luglio vuole alzare i tassi di interessa di un quarto di punto, quindi dai 4,00% attuali si passerà al 4,25%, e questo ha causato una crisi nel mercato finanziario.
La decisione di Trichet è stata condivisa da parecchi membri della BCE che hanno votato a favore di un rialzo imminente dei tassi di interesse in modo che l’inflazione possa scendere almeno al 3%, ma c’è anche il roverscio della medaglia diffatti potrebbe succedere che il prezzo del petrolio possa aumentare ancora causando di fatto una azzeramento della crescita economica europea.
Questa decisione potrebbe scontentare parecchi consumatori e mettere in crisi parecchie famiglie e aziende, già provate dal crescente aumento dei prezzi della materia prima, ma al 80% la decisione è già stata presa, e qualche operatore prevede anche un ulteriore aumento ad ottobre.
La Bce sta considerando la possibilita’ di aumentare i tassi di interesse di un quarto di punto, di fronte a pressioni sui prezzi sempre piu’ evidenti, e lo potrebbe decidere gia’ alla prossima riunione del Consiglio direttivo, in programma il 3 luglio a Francoforte.
Via ilsole24ore
«La nostra strategia è chiara, precisa e lineare: consolidare la leadership nella televisione generalista, sviluppare un’offerta multicanale tramite una struttura multipiattaforma e potenziare le posizioni di forza conquistate sul mercato dei contenuti»
Fedele Confalonieri
Mediaset ad oggi appare una delle aziende più solide e con maggiore prospettiva di sviluppo per il futuro. Le implicazioni politiche delle elezioni del 2008 lasciano intravedere ulteriori sviluppi in crescita nei prossimi cinque anni.
Nell’ultimo periodo Mediaset ha acquistato Endemol, Medusa Film e Taodue diventando uno dei principali produttori di contenuti al mondo. Una realtà attiva in oltre 25 Paesi (fra cui Spagna, Germania, Regno Unito, Austria, Paesi Bassi, Belgio, Norvegia, Svezia, Danimarca, Ungheria e Romania) e destinata a registrare sviluppi significativi come si evidenzia anche dai risultati attesi per questo 2008, che per Endemol si dovrebbe chiudere con ricavi a 1,3 miliardi e un Ebitda in crescita a due cifre a circa 230 milioni.
Risultati di grande soddisfazione, realizzati con il contributo di pressoché tutte le aree operative, a partire da quella raccolta pubblicitaria che ha evidenze importanti anche in questo primo scorcio del 2008. L’esercizio in corso, puntualizza Giuliano Adreani, amministratore delegato di Mediaset dal 1996 e capo di Publitalia, la concessionaria del gruppo, «è iniziato bene e nel primo bimestre abbiamo conseguito un progresso del 5 per cento; performance poi scesa a circa il 3% a fine marzo poiché il primo trimestre è stato influenzato dalle festività di Pasqua». Flessione recuperata ad aprile, anche per i motivi opposti.
Da segnalare i recenti investimenti in Cina, dove ha aperto una Joint Venture con una società cinese per la trasmissione di eventi sportivi, e l’acquisto da parte della controllata Telecinco di una partecipazione azionaria (del 28%) di un’emittente caraibica.
Gli investimenti suddetti non sono troppo rilevanti, ma rendono comunque l’idea di una società in sviluppo e che mira a crearsi una crescita strutturale rilevante.
Prendiamo spunto da questo articolo apparso ieri su blogonjob, si parla sempre di pensioni soprattuto quando si è vicini alle elezioni politiche che staimo seguendo con tanta ansia.
L’italiano inteso come lavoratore, sia esso precario o a tempo indeterminato o magari padre di 4 figli oppure felicemente single, è ormai disilluso sulla propria pensione, si trova di fronte a pensioni sempre più lontane nel tempo e difficilmente sono pensioni che riportano una cifra decente.
Una delle soluzioni migliori, e di immediata realizzazione per chi può permetterselo ovviamente, è la stipula di una pensione integrativa sotto forma di assicurazione sulla vita.
Questo tipo di accumulo di denaro permette di versare mensilmente una piccola quota di denaro in modo da aumentare, negli anni, il capitale di investimento. Alla fine del contratto, ci verrà corrisposto l’intero capitale versato più la percentuale di guadagno accumulata nell’intero periodo.
L’assicurazione sulla vita si distingue in tre diverse polizze:
• assicurazione per il caso di morte
• assicurazione per il caso di vita
• assicurazione mista tra le prime due
I contratti sulle pensioni vita sono molto simili tra loro ma comunque mai uguali e sul mercato è possibile trovarne davvero tanti.
Le differenze possono interessare: i rendimenti, i periodi dell’anno in cui versare la quota (mensilmente, trimestralmente, annualmente), il denaro trattenuto in caso di recesso anticipato del contratto, clausole particolari riguardo il caso di morte (molte polizze trattengono una grande fetta del capitale) , ecc.
Il Centro Tutela Consumatori Utenti Alto Adige ha pubblicato un’ottima guida scaricabile qui consigliamo a tutti di leggere attentamente, putroppo questo argomento è sempre molto delicato e muoversi nella bolgia delle agenzie assicurative è veramente difficile.
L’automobile come bene di lusso o come bene di prima necessità? Personalmente non credo che riuscirei a farne a meno, ma con un affitto da pagare a Milano, quando per la mia Ford Fiesta del 2000 giungerà il momento di partire verso il paradiso delle utilitarie, potrei essere costretto a cambiare idea!
Insomma, di aggiungere un’ulteriore rata per l’acquisto di un auto, ai quasi 450 euro che pago ogni mese per una stanza in cui dormire, proprio non me la sentirei. Una soluzione potrebbe essere ripiegare su di un auto usata (ma molto usata!). Soluzione, questa, a cui hanno fatto ricorso parecchi Italiani, a quanto pare.
Infatti, stando ai dati forniti da una news di BorsaItaliana.it, nel mese di febbraio 2008 la vendita di auto usate è crescita del 10,07%, rispetto allo stesso mese del 2007.
Nonostante gli eco incentivi, calano invece le vendite delle automobili nuove… dite che è strano?
Ma la causa, forse, non è da ricercare solo nel quadro economico del nostro paese. Secondo CarNext una delle principali motivazioni è riconducibile ad un’offerta molto migliorata nel mercato delle auto usate. Sarà… A voi trarre le conclusioni
E vuoi come la pensate? La vostra prossima auto sarà nuova oppure usata?
Tutto il mercato è debole in questo momento fatto di mutui incerti, tassi che si alzano, titoli che scendono a picco e stipendi che non son da meno.
Un paio di dati dalla borsa di oggi:
Tensione sugli assicurativi, che risalgono sopra ai minimi della mattinata con Generali (-2,04% a 30,74 euro), Fondiaria-Sai (-2,51% a 28,72 euro) e Unipol (-2,46% a 2,3 euro). Non si allenta la tensione invece sulle banche, con Italease (-4,98% a 9,59 euro), scambiata ormai sotto i livelli del collocamento, i cui diritti per l’aumento di capitale cedono il 45%. Più cauto il Banco Popolare (-1,19% a 14,05 euro), mentre Bpm lascia sul campo il 3,94% a 9,29 euro. In calo anche Unicredit (-1,11% a 5,36 euro) con Intesa Sanpaolo (-1,7% a 5,09 euro) ed Mps (-1,79% a 3,62 euro), che ha ceduto la propria partecipazione nella Borsa di Londra, ricevuta in dote dopo lo scambio azionario per la fusione con Piazza Affari. Debole Mediobanca (-2,02% a 15,02 euro), che però risale sopra i 15 euro. Peggiora Telecom (-2,75% a 2,14 euro), in attesa delle nomine al vertice, mentre Tiscali lascia sul campo il 2,51% a 2,23 euro). Debole Pirelli (-1,81% a 0,77 euro), pesante Tod’s (-3,01% a 47,64 euro), in calo Alitalia (-1,67% a 0,83 euro) con Autogrill (-2,67% a 11,25 euro). In controtendenza Eni (+0,33% a 24,15 euro), tra i pochi titoli positivi, favorita dal nuovo record del greggio e dall’avvio di nuovi giacimenti di gas in Messico.
Via WallStreetItalia
L’unico settore che non scricchiola è il lusso questo quanto emerge dal convegno “Gli scenari futuri della moda e del lusso” tenutosi in questi giorni a Milano.
Il convegno è organizzato da Pambianco e da Intesa Sanpaolo che ha presentato in quest’occasione la ricerca “La moda italiana nello scenario economico internazionale”. Proprio da questa ricerca risulta che il settore del lusso (della moda in questo caso) è un settore rigoglioso che chiuderà l’anno in netto rialzo, nonostante tutto intorno ci sia una situazione di crisi diffusa.
Si fa presente però che nonostante il settore del lusso sia così attivo la situazione purtroppo è quella che indica una crisi, perciò il perdurare di questa crisi darà uno scossone anche a questo settore.
Si ricorda che il lusso italiano è benvisto soprattutto all’estero e che se l’euro rimarrà così forte le aspettative non possono essere rosee.
Per investire sui beni di lusso potendo contare sulla protezione quasi totale del capitale investito arriva in collocamento un nuovo certificato proposto da Banca Aletti. L’emittente del Banco Popolare prosegue con il filone dei View Certificate, i Borsa Protetta tematici: dopo l’acqua e l’energia rinnovabile questa nuova proposta è in collocamento fino al 6 dicembre. Nel dettaglio si tratta di un certificato di investimento della durata di tre anni, indicizzato ad un basket di sei azioni internazionali impegnate nell’industria dei gioielli ( Tiffany e Bulgari) o delle auto di lusso ( Porsche): ognuno dei sei titoli ( completano il paniere sottostante la francese Louis Vuitton, la statunitense Coach e la Richemont) pesa per un sesto nel basket. A scadenza, il certificato riconoscerà le performance positive del paniere nella misura del 60% ( per ogni 10% di rialzo verrà quindi riconosciuto un 6% di guadagno) e in caso di andamento negativo bloccherà le perdite al 10% sui 100 euro di emissione. Inoltre su questo certificato è da valutare positivamente l’adozione dello stile Quanto che annulla l’esposizione al tasso di cambio presente tra i titoli, nella maggior parte quotati in valuta diversa dall’euro, e il certificato.
Via WallStreetItalia