Nel 2008 quando si poteva ancora fare del buon trading, un manager californiano gestore di un Hedge Fund di Santa Monica, Andrew Lahde, era riuscito ad raggiungere un valore positivo pari al +870% il che lo ha reso ricchissimo, adesso che imperversa la crisi economica in America nuon vuole più scommetetre sulla perdita di valore dei bond ed altri strumenti di credito come i mutui subprime in quanto è diventato troppo rischioso e ha deciso di chiudere i battenti e ha mandato una lettera di ringraziamento ai suoi ex clienti, dove dice che non smetterà mai di ringraziare gli idioti ricchi che scommettevano senza sapere nulla di economia, ma che per rispetto rimborserà i soldi che loro hanno investito.
Insomma a suo dire gli americani ricchi, quelli che hanno sempre avuto sempre vita facile erano quelli più facili da spennare in quanto la loro boriosità di sapere tutto di economia ha fatto la fortuna di Andrew, adesso da buon ricco dice “Piantatela con questa storia di voler lasciare il vostro marchio. Buttate via il Blackberry, e godetevi la vita” e ha ragione.
Questo tipo, in sostanza, vuole farci capire che nessuno nasce bravo in queste cose e che il mondo abbonda di polli!
Andrew Lahde, 37 anni, dopo una performance di +870%, dice addio ai clienti (a cui rimborsera’ i denari) con una lettera in cui ringrazia “i ricchi idioti” e gli “stupidi trader” che lo hanno reso agiato. “Buttate via il vostro Blackberry”.
Via bigpicture
Ieri c’è stato il discorso del presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush, nelle quale ha cercato di spiegare che il piano per salvare gli USA dalla recessione economica non riguarda principalmente le grosse aziende, ma anche i piccoli risparmiatori, si capisce che gli americani sono in una situazione molto difficile e che ci vorrà molto tempo per uscirne.
Questo piano di salvataggio consiste di acquistare 700 miliardi di dollari di attivi ollateralizzati, non solo da mutui in modo da ammortizzare questo “terremoto” finanziario, ma che presenta molte incognite in quanto questo piano di tale entità non è ben chiaro come viene spalmato e sicuramente ci saranno parecchi ostacoli da parte delle banche che pur di salvare il salvabile cercheranno di mettere i bastoni tra le ruote.
In ogni modo il crack finanziario è troppo esteso per poter essere risolto in tempi brevi e ci vorranno ancora altri miliardi di dollari per sanare le ferite causate dalla speculazione dei mutui subprime, il rischio è che la maggior parte della capitalizzazione americana venga venduta in mani estere, in particolare modo a quelle del Giappone e della Cina che economicamente sono messi molto meglio.
Insomma se questo piano di salvataggio andrà in malora, di conseguenza anche l’Europa andrà peggio e si preannuncerà uno scenario, a dir poco, catastrofico delle dimensioni di una bomba atomica, e l’unico colpevole è George W. Bush che con le sue politiche ha mandato in malora gli americani, l’unica consolazione è che non verrà rieletto, spero solo che, a questo punto, venga eletto Obama invece di Mc Cain in quanto, quest’ultimo tenderebbe a seguire le orme di Bush il che significhebbe la fine.
In un drammatico discorso alla Nazione che ha pronunciato ieri notte dalla Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha descritto un quadro economico catastrofico per il Paese se il pacchetto di salvataggio da 700 miliardi di dollari non sara’ approvato al piu’ presto dal Congresso. Il discorso aveva un obiettivo preciso. Convincere milioni di americani lontani dalle grandi metropoli, che guardano con sospetto Washington e i politici, che il piano di aiuti per il sistema finanziario in discussione al Congresso non e’ stato ideato per salvare ricchi banchieri e Wall Street, ma l’economia del Paese
Via ilsole24ore
Prima o poi doveva succedere. Lehman Brothers, la famosa Banca d’affari americana, nonostante i tentativi del Tesoro di salvarla, non ce l’ha fatta.
Il destino della Lehman Brothers è stato segnato dall’abbandono delle trattative per il salvataggio da parte di Barclays e di Bank of America. In mancanza di un appoggio da parte delle autorità tutti i possibili acquirenti si sono tutti tirati indietro rendendo inevitabile la richiesta di bancarotta.
Il fallimento di Lehman Brothers è il più grande nella storia delle bancarotte mondiali.
Le Borse Mondiali non hanno tardato a manifestare il proprio disappunto e sono letteralmente crollate causa la sfiducia e l’incertezza per il futuro. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: - Londra -3,41% - Parigi -4,28% - Francoforte -3,35% - Madrid -3,12% - Milano -3,84% - Amsterdam -3,62% - Stoccolma -3,68% - Zurigo -2,94%.
Tornando a Lehman Brothers, la banca lascia la bellezza di 155 miliardi di dollari di esposizione nei confronti degli obbligazionisti (che ricordiamo non sono creditori privilegiati e quindi saranno pagati per ultimi…), inoltre il debito totale supera i 600 miliardi di dollari.
Si teme al momento per le altre banche in difficoltà…
Si allunga la lista delle banche fallite in seguito alla crisi del mercato immobiliare. Le autorità hanno chiuso la First Priority Bank, istituto della Florida. La Federal Deposit Insurance Corp. ha ceduto 227 milioni di dollari di depositi a SunTrust Bank. La First Priority Bank è l’ottavo istituto statunitense a fallire quest’anno.
Al 30 giugno gli asset di First Priority risultavano pari - secondo i dati della Fdic, l’ente che assicura depositi bancari per 13′000 miliardi - a 259 milioni di dollari. Al momento della chiusura, l’istituto conta su 13 milioni di depositi non assicurati.
First Priority è la prima banca a fallire in Florida dal 12 marzo 2004, quando fu costretta a chiudere i battenti la Guaranty National Bank. “E non sarà l’ultima”, sottolineano alcuni operatori. La Florida è, insieme alla California, lo stato più colpito dalla crisi del mercato immobiliare.
Le difficoltà della First Priority risalgono allo scorso anno. Per cercare di salvare e rilanciare la banca venne chiamato Kevin Hale, che cercò in primo luogo di rafforzare il capitale dell’istituto. “Venne messo in una posizione quasi impossibile per salvare la banca e, ovviamente non ha potuto farlo”, sottolinea Ken Thomas, consulente bancario di Miami.
Il 25 giugno, la Fdic aveva lanciato l’allarme, affermando che l’istituto era sotto capitalizzato: l’ente aveva concesso 30 giorni per aumentare il capitale.
Nonostante le assicurazioni del governo americano. Nonostante le rassicurazione della UE e del nostro governatore Draghi, la crisi USA (ex mutui subprime) continua a mietere danni. Un vero virus finanziario (firus: financial virus), che pare non essere marginabile.
Secondo una recente stima del New York Times sarebbero almeno 150 gli istituti a rischio su un totale di 7.500 a livello nazionale. Una lista delle 90 banche più esposte era stata compilata già in primavera dalla Federal Deposit Insurance Corporation, agenzia governativa che fornisce assicurazioni sui depositi bancari. La classifica, che potrebbe essere allungata al prossimo aggiornamento in agosto, non includeva IndyMac tra gli istituti più a rischio. (via la7)
Ma è proprio la stessa banca IndyMac che nei scorsi giorni è stata protagonista di un pesante fallimento. E a seguire altri due istituti minori, che sono state inglobate in questi giorni nella Mutual of Omaha Bank.
Arriverà una ulteriore ondata di crisi anche sul mondo bancario italiano? Cosa possiamo fare affinche i nostri mutui non schiaccino ulteriormente gli stipendi, già tartassati da ogni tipo di tassa?
foto originale by Ice Blade
Lehman Brothers sembra dover ricorrere a un nuovo aumento di capitale da 3-4 miliardi di dollari. Un segnale questo del fatto che la banca si prepara a svelare i primi conti in rosso dal giorno della sua quotazione in borsa con perdite legate a svalutazioni che potrebbero toccare i 2 miliardi di dollari. Perdite dovute all’esposizione nei confronti dei mutui subprime.
Questo secondo fonti vicine all’istituto, riportate dal Wall Street Journal e da Bloomberg, secondo le quali l’operazione potrebbe avvenire attraverso un’emissione di azioni comuni che potrebbe essere annunciata contestualmente ai risultati trimestrali, la cui pubblicazione è prevista il 16 giugno.
La banca d’affari Usa si prepara a chiudere il secondo trimestre con perdite comprese tra i 50 e i 75 centesimi per azione, Lehman quest’anno ha perduto il 48% nel trading a Wall Street, la peggiore performance tra gli 11 membri dell’Amex Securities Broker/Dealer Index.
Staremo a vedere se questo evente porterà ulteriore crisi nelle altre banche di affari internazionali.
Leggo stamane un interessante articolo su “Il Sussidiario.net” a firma di Paolo Annoni. Un’analisi semplice, alla portata di tutti, che però puntualizza alcuni aspetti importanti della contrazione di un mutuo e della nuova riforma dei mutui per mano del Ministro Tremonti.
Stabilire a priori cosa sia effettivamente conveniente è sostanzialmente impossibile, dato che occorrerebbe “azzeccare” previsioni macroeconomiche su un orizzonte temporale molto lungo (che coincide con la durata del mutuo).
Aggiungo: chiunque può darvi buoni consigli, ma chi estrae dalla 24 ore la sfera magica dicendovi: oggi è il momento giusto per un mutuo a tasso xxx, forse è un veggente o forse la sta sparando. Quindici, venti o addirittura trent’anni sono un periodo lunghissimo quanto imprevedibili. Secondo voi cinque anni fa qualcuno parlava di Mutui Subprime? Chi ha contratto il mutuo 15 anni fa secondo voi conosceva Al Qaaeda?
Nell’articolo inoltre una spiegazione dell’andamento dei tassi degli ultimi anni:
Nel 2006 i tassi di riferimento erano particolarmente bassi ed erano ai minimi storici: le autorità monetarie dopo la crisi economica successiva all’11 settembre avevano con prontezza e decisione abbassato i tassi per stimolare l’economia. Da metà 2006 ci sono stati rialzi dei tassi di riferimento costanti e ravvicinati per scongiurare i pericoli derivanti dal rischio di inflazione.
In chiusura dell’articolo una riflessione dell’autore, penso condivisibile da tutti. Il sunto è che stiamo passando un periodo economico di crisi. Che comunque i contratti di mutuo (a tasso variabile) sono stato stipulati firmati e quindi ogni cambiamento è teoricamente “un favore”. E che in base ai dati disponibili, in Italia il periodo pare buono solo per gli enti bancari. Quid:
Meglio tassare subito le banche che hanno strumenti e tempo per “rifarsi” in futuro, piuttosto che affossare irreparabilmente i conti già malandati di imprese e famiglie.
Consiglio la lettura del testo integrale al fine di cogliere le osservazioni dell’autore originale, senza le mie considerazioni personali presenti qui
foto di Arielmagia
In America è piena recessione causata dai mutui subprime, e sempre più gente fa fatica a rispettare le scadenze mensili del mutuo e quindi ci sono sempre meno soldi.
Questa situazione ha causato un crollo verticale nel mercato immobiliare e in più le donne non hanno neanche i soldi per rifarsi il seno, liposuzioni, lifting facciale, insomma il mercato della chiurgia estetica ha subito un bel -60%.
Insomma un chiurgo plastico in america era abituato a ben 2/3 operazioni al giorno, adesso se gli va tutto bene potrà operare 1 volta ogni tre mesi, e questo sta a sottolineare le difficoltà economiche della popolazione americana.
In America le spese di chirurgia estetica vengono coperte dall’assicurazione medica pochissime volte, non è come in Italia che scarichiamo tutto nel 730. E alla luce di questa recessione è ovvio che quelli che vogliono farsi un lifting, preferiscono aspettare momenti migliori.
Chirurgia cosmetica in crollo verticale in Florida, con la crisi immobiliare e il calo dei consumi le donne non hanno piu’ soldi per lifting, impianti al silicone e liposuzioni. Affari in caduta libera: -60%.
Via wallstreetitalia
Mesi e mesi, quintalate di articoli di economisti e markettari, o forse solo comunicatori speranzosi: la crisi dei mutui subprime non colpirà l’europa. Mai… mai? mai? mai?
La prima “botta” forte arriva dal primo paese economico nei confini dell’europa: la Svizzera.
UBS, prima banca svizzera, a causa di ingenti perdite, potrebbe tagliare 8 mila (ottomila) posti di lavoro. Si parla di oltre 11 miliardi di dollari.
Gran parte dei tagli, secondo le indiscrezioni, dovrebbero avvenire nella attività di banca d’investimento: si parla di 2.500-3mila posti di lavoro in meno. (via il sole 24 ore)
E adesso? Cosa dovrà aspettarsi la confinante Italia, già sommersa da un crisi inflazionistica impressionante e da un costo dei carburanti decisamente suicida?
Secondo quanto dice BankItalia, o meglio la lettura delle rilevazioni per l’anno 2007, l’ombra della crisi dei mutui subprime non scoraggia gli italiani e la loro voglia di mutuo.
Diversa cosa invece l’incremento dei tassi che ha segnato specie nel primo semestre un lieve calo delle richieste:
le erogazioni a favore delle famiglie consumatrici per l’acquisto di abitazioni nel 2007 sono ammontate a 62,73 miliardi di euro, con un calo di appena lo 0,23% rispetto ai 62,87 miliardi del 2006 (fonte trentino corriere)
Addirittura nella seconda metà del 2007 si legge un incremento dei mutui del 2%, in piena turbolenza dei mercati finanziari.